Speciale - Double Fine e l'embargo sulle recensioni di Broken Age
Il team di sviluppo di Tim Schafer aveva imposto un divieto, poi ritirato, ai giornalisti che hanno finanziato il gioco: cosa ne pensiamo
Aggiornamento: l'articolo è stato scritto nel pomeriggio di ieri, dopo che era stata diffusa la notizia dell'embargo, ed era stato programmato per questa mattina. Nella tarda serata di ieri Double Fine ha mandato delle email alle principali testate, annullando il divieto imposto. Una retromarcia apprezzabile, fatta forse proprio in ragione delle critiche suscitate, ma che si sarebbe potuta evitare con una migliore gestione dell'uscita del gioco e dei codici review, come avevamo rilevato nel nostro pezzo, che quindi ci pare opportuno proporvi integralmente, anche alla luce di altre osservazioni contenutevi.Broken Age è l'ultimo progetto di Double Fine, un'avventura punta e clicca finalmente disponibile per chi la ha finanziato su Kickstarter, con ben tre milioni e mezzo di dollari raccolti complessivamente. Gli altri dovranno aspettare qualche giorno per avere anche loro l'opportunità di avere il gioco, nel mentre potranno leggere su internet commenti e opinioni di tutti quelli che lo stanno giocando. Anzi, i commenti e le opinioni di tutti, tranne coloro che di scrivere di videogiochi han fatto la loro professione.

In maniera del tutto arbitraria infatti Double Fine ha proibito ai giornalisti di settore di recensire il titolo appena uscito, anche se, come tutti, hanno contribuito al suo sviluppo, anche se, come tutti, hanno sborsato in prima persona i soldi. Il team di sviluppo ha comunicato che si sta apprestando a spedire a chi ne ha fatto richiesta i codici review del titolo, il cui invio sarò correlato all'accettazione di un embargo che scadrà il 27 gennaio. Embargo esteso anche a chi è già in possesso del gioco non perché l'ha richiesto ma perché l'ha sostanzialmente comprato, versando tempo fa la somma necessaria. Solitamente gli embarghi vengono fatti rispettare facendo firmare alla testata un NDA, un accordo di non diffusione, ma in tal caso nessuno dei finanziatori ha firmato niente, pertanto non si vede come Double Fine debba imporre qualcosa senza averne la benché minima autorità.
Nel momento in cui la transazione s'è conclusa, chiunque può fare del titolo che ha ricevuto quello che vuole, scriverne quello che pensa, perché si tratta di una sua libertà personale, sulla quale non può avere alcuna influenza quanto proclamato, ripetiamo, in maniera totalmente arbitraria, da un team di sviluppo, non un giudice, non un tribunale. Eppure, molti colleghi probabilmente rispetteranno questa imposizione, perché altrimenti diverrebbe per loro difficile ottenere in futuro un qualunque titolo di Double Fine. Il rischio, mai minacciato esplicitamente ma perfettamente chiaro per chi lavora nell'ambiente, è infatti quello: per fortuna, per noi di BadGames.it il problema non si pone, dato che nessuno di noi ha contribuito al finanziamento di Broken Age, ma abbiamo totale comprensione per i colleghi che si ritrovano in questa situazione.
Double Fine ha peccato in organizzazione, e vuole rimediare alle sue mancanze sulle spalle di altri, senza alcun diritto. Sarebbe stato opportuno ricordarsi una settimana, dieci giorni fa di inviare codici review, chiedendo come sempre di rispettare un embargo che sarebbe potuto benissimo scadere oggi. Invece no, questo non è stato fatto, e ora si pretende che i giornalisti si tappino la bocca, mentre tutti possono esprimere il loro parere sul gioco. Un atteggiamento che ufficialmente viene giustificato dal fatto che non si vuole rovinare il gioco per chi lo prenderà tra qualche giorno, ma che potrebbe avere un'altra spiegazione.
Quella che uscirà tra qualche giorno è la metà di Broken Age. Il progetto venne presentato su Kickstarter, i finanziatori misero i soldi per quel progetto, ma qualche tempo dopo la conclusione della raccolta il team di sviluppo si accorse che non sarebbe riuscito a realizzare quanto preventivato con il denaro a disposizione. Un errore (ce lo auguriamo) di pianificazione enorme, visto che per lo sviluppo del gioco erano stati richiesti 400.000$, e ne erano stati raccolti circa 3.500.000$, quasi nove volte tanto, eppure non bastevoli per terminare il lavoro. Di qui, la decisione di dilazionare il gioco in episodi, con il secondo che arriverà tra qualche mese, che non verrà pagato da chi ha già finanziato il progetto, e che nelle intenzioni dovrebbe essere finanziato con le vendite del primo.
Chi ha già investito i propri soldi nel gioco questo lo sa, così come probabilmente lo sa chi ha intenzione di prenderlo. Ma a qualcuno di interessato questo potrebbe essere sfuggito, un qualcuno il cui acquisto della prima parte di Broken Age è importantissimo, in quanto influente sul budget per il completamento della seconda. E questo qualcuno potrebbe essere informato con più probabilità da una recensione su un sito specializzato che da un commento in chissà quale parte dell'internet. Maliziosi noi? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina.