The Multiversity: Pax Americana #1, copertina senza testiDopo avervi proposto la recensione di Multiversity 4, il cui titolo originale è The Multiversity: Pax Americana #1, analizziamo il fumetto, anche in rapporto al legame fra l’opera di Grant Morrison e Frank Quitely e Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons: come è noto, i personaggi protagonisti della prima, quegli eroi “dimenticati” nati sulle pagine dei fumetti della Charlton Comics, sono stati utilizzati come principale fonte di ispirazione per i protagonisti della miniserie in 12 uscite DC Comics, la quale, nei tardi anni ’80, ha ridefinito radicalmente il concetto stesso di supereroe.

Watchmen si apre con un mistero, ossia l’omicidio del Comico: questo non è altro che un MacGuffin che introduce il lettore a una storia ben più complessa, che non può certo definirsi un semplice giallo. Non c’è un finale a sorpresa, poiché la storia principale non ruota attorno al suddetto omicidio, il quale è sostanzialmente un pretesto utilizzato da Moore per mettere in moto l’azione, una sorta di ingranaggio secondario in un dispositivo meccanico ben più complesso, che spazia fra più generi narrativi.

Anche Pax Americana si apre con un omicidio, quello del Presidente Harley: anche qui, l’assassinio, del quale scopriremo subito il responsabile (Peacemaker), funge da miccia iniziale per un’esplosione fragorosa, che si traduce in una storia meravigliosamente complessa, la quale si svolge a ritroso nel tempo.

Prendendo in esame i personaggi, il parallelismo fra le due opere risulta ancora più lampante: se i character originali della Charlton erano serviti da modello per quelli di Watchmen, questi ultimi hanno a loro volta ispirato la versione rivisitata dei primi, ideata da Morrison, in una sorta di perfetto Uroboro. Per la precisione, Peacemaker è il corrispettivo del Comico, Capitan Atom quello del Dottor Manhattan, Nightshade quello di Spettro di Seta, Blue Beetle è la copia carbone di Gufo Notturno (con tanto di mezzo di trasporto speculare) e infine, Question è molto simile a Rorschach, sia nel vestiario che nell’attitudine.

The Multiversity: Pax Americana, anteprima 01Ancora, in Watchmen Moore sottintende che dietro l’omicidio del Presidente Kennedy ci sia lo zampino del Comico (ne abbiamo avuto recentemente “conferma” in Before Watchmen: Il Comico), così come il suo corrispettivo in Pax Americana, Peacemaker, è il responsabile dell’assassinio del presidente Harley. Su Terra-4, toccherà a Question indagare sul misterioso omicidio di Nora O’Rourke, dietro il quale potrebbe nascondersi una cospirazione ad ampio spettro, così come toccò a Rorschach indagare su omicidi e scomparse nella miniserie di Moore. Non vi basta? Guardate al rapporto fra Nightshade e la sua incartapecorita e frustrata mamma (la quale era stata a sua volta una supereroina) e confrontatelo con quello di Spettro di Seta e sua madre. Infine, l’unico superumano in Pax Americana è Capitan Atom, ruolo che in Watchmen spettava al Dottor Manhattan: partendo dal colorito bluastro della loro carnagione, si notino le tante similitudini fra i due personaggi, specie dal punto di vista comportamentale.

Abbandoniamo ora Watchmen e saltiamo alla fine di Pax Americana: nelle pagine conclusive, che si svolgono in un passato remoto rispetto all’inizio della narrazione, scopriamo il destino di Calabrone, il primo supereroe comparso su Terra-4, del quale non si hanno più notizie da anni. Dietro la maschera del vigilante vi era Vince Harley, fumettista e padre di colui che un giorno diventerà il Presidente degli Stati Uniti d’America: è proprio quest’ultimo che, per errore, fu responsabile della morte del padre. L’evento influenzò fortemente la persona che il giovane sarebbe diventata, tanto che, ancora prima di divenire Presidente, Harley forma un team governativo di supereroi, i quali divennero i principali garanti della pace a livello globale. Va specificato che il ragazzino, afflitto dall’aver assassinato il proprio padre, è stato ispirato proprio… da se stesso: il Presidente Harley, infatti, invia Capitan Atom nel passato, in modo tale che questi potesse fungere da guida motivazionale per plasmare la personalità del bambino.

The Multiversity: Pax Americana, anteprima 05Analizziamo ora la presenza del numero 8 nell’albo: questo numero ritorna prepotentemente in quasi tutte le pagine del racconto, spesso in forma “camuffata”. Non va dimenticato che buona parte della pagine di Pax Americana sono divise in otto vignette e che la narrazione ruota attorno alla presenza del misterioso Algoritmo 8, che altro non è che una complessa metafora della natura intrinseca del fumetto stesso, una sorta di “gabbia invisibile” che obbliga i personaggi ad agire come fanno nel corso della storia, all’infinito. Piccola digressione: anche qui vi è una sorta di parallelismo con Watchmen, seppur in contrapposizione: nell’opera di Moore era infatti il numero 9 quello scelto come simbolo e parametro per la divisione strutturale della pagina.

Inoltre, se in Watchmen era l’orologio il simbolo che indicava la salute della società, orologio la cui mezzanotte avrebbe rappresentato la fine di tutte le cose, in Pax Americana Morrison utilizza una scala colorimetrica in otto (chi lo avrebbe mai detto?) tonalità diverse, ognuna rappresentante uno stadio della società nella teoria dell’esistenza umana di Clare Graves. È proprio Question a spiegarla al lettore, nel corso di un brutale interrogatorio: il beige rappresenta l’infanzia, seguito dal porpora, colore del pensiero magico, poi abbiamo il rosso del potere e della guerra, il blu del pensiero razionale, il verde dell’egualitarismo (momento nel quale si trova la società al momento dell’interrogatorio). Se il mondo riuscisse a superare tale stadio arriverebbe il momento del giallo, rappresentante l’integrazione e il pluralismo, al quale farebbe seguito il turchese, simbolo di una società basata su principi sinergici e olistici. I colori elencati da Question sono sette, sebbene in principio il personaggio ne aveva preannunciati otto: perché l’assenza dell’arancio? La risposta non viene fornita: toccherà al lettore, parte integrante e interattiva di Multiversity, farsi una propria idea a riguardo.

Forse la risposta a questo quesito la possedeva il Presidente Harley, che indossava un anello con il numero 8 in bella mostra. Harley il quale, quando era ancora Governatore, mostrò a Capitan Atom un fumetto disegnato dal padre, che alludeva al bisogno di supereroi per restaurare la simmetria di un mondo spezzato. Harley, il quale a soli 23 anni di età, scoprì il segreto, mai rivelato, dell’Algoritmo 8. Harley che uccise il primo supereroe quando era ancora bambino. Harley che commissiona a Peacemaker l’omicidio di… se stesso, aspettandosi di essere riportato alla vita da Capitan Atom, per divenire una sorta di secondo messia, in grado di portare il suo mondo nello stadio turchese e magari anche oltre.

Questa resurrezione, però, non avverrà mai, perché Capitan Atom è scomparso da tempo. La Pax Americana non sarà, dunque, mai raggiunta: che sia colpa della Cerchia, misteriosa organizzazione pandimensionale, il cui fine è quello di distruggere il Multiverso? È altamente probabile: per averne un esempio, si guardi al fumetto Ultra Comics che Capitan Atom sta leggendo prima della sua scomparsa definitiva. Questo momento rappresenta, dunque, la chiave di volta dell’intera storia, in senso negativo.

The Multiversity: Pax Americana #1, pagina 38

 

Fonte: Newsarama