In che occasione vedesti i film? E che significato ebbero per te?
Avevo 12 anni. Ero seduto in terza fila alla premiere di Chicago. Avevo vinto i biglietti a un concorso radiofonico. Il cast era da qualche parte dietro di me, entusiasta e galvanizzato. All’epoca non conoscevo nessuno di loro, quindi per me non era una grande cosa. Ero assieme a mia madre e al nostro vicino di casa, Joe Hildebrandt. Avevo letto alcuni fumetti Marvel nei mesi precedenti ed ero convinto che nulla sullo schermo potesse essere altrettanto epico di quanto avevo letto. Questo era piuttosto comune negli anni 70, i film erano ottimi, le storie erano approfondite, ma nulla reggeva il confronto con i fumetti in tema di pura spettacolarità. Dieci secondi dopo, era cambiato tutto. Per il resto di quell’estate divenni ossessionato dal film. Diedi il via a una piccola attività come tosaerba per guadagnare i soldi e andare a vedere il film 11 volte, portandoci tutti gli amici e i familiari. Non ero mai stato così motivato per nessun’altra cosa in vita mia. Fu l’estate delle mie prime volte. Ora vivo a Hollywood e lavoro ai film e alle serie animate. E toserei un milione di prati pur di sperimentare ancora qualcosa del genere.
Che influenza ebbe su di te come autore?
Beh, come ogni cosa che ami davvero, vuoi essere quella cosa o quanto meno assomigliargli. Ho scelto la seconda opzione. Non mi interessa fare “il mio Star Wars”, ma se riuscissi a fare qualcosa che potesse toccare gli altri allo stesso modo in cui Star Wars ha toccato me, mi considererei fortunato. George Lucas ha creato degli standard altissimi, ponendo l’immaginazione e la mitologia al massimo e ispirando gli altri a pensare in grande.
Fonte: Newsarama
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