Vi abbiamo già parlato nei mesi scorsi di Bone: Coda, il volume che celebra i 25 anni del fumetto fantasy creato da Jeff Smith, al cui interno è pubblicato anche un episodio inedito realizzato dall’autore.

L’opera ha raggiunto gli scaffali americani lo scorso 20 luglio, e per l’occasione Comic Book Resources ha intervistato l’autore per scoprire qualche dettaglio sul progetto e sui progetti per la sua carriera futura.

 

L’anno scorso hai avuto qualche problema alla mano che ha causato qualche ritardo nella pubblicazione di Tuki. Nonostante ciò Bone: Coda sembra essere balzato fuori dal nulla. Del tipo “Comunque, Jeff Smith ha fatto una nuova storia di Bone. Ma non è niente di che.”

Jeff Smith – Sì, è balzato fuori dal nulla. Bone #1 è stato pubblicato nel luglio del ’91, perciò è il 25° anniversario della serie e stavo prendendo in considerazione alcune idee per festeggiare, ma nessuna mi sembrava abbastanza speciale. Non volevamo semplicemente fare una ristampa o qualcosa di simile, e mentre si avvicinava la ricorrenza finalmente abbiamo detto “Facciamo un nuovo capitolo della storia di Bone”. Ne avevo già scritto uno, ma non avevo intenzione di utilizzarlo; verso febbraio ci siamo decisi ed è stato qualcosa di molto improvviso, perciò pensavo sarebbe stato utile dire che lo stavo realizzando. [ride] È stato divertente svelare dettagli, ma è successo tutto davvero rapidamente. [ride]

È normale pensare che hai lavorato alla serie originale diversi anni fa e poi ti sei dedicato ad altri progetti. Ma considerando che hai cominciato a disegnare quei personaggi da bambino e tutto il lavoro di colorazione per la ristampa di Bone, mi chiedo se ci sia mai stato un momento della tua vita in cui i protagonisti della serie non fossero tra i tuoi pensieri o sul tuo tavolo da disegno.

Bone: Coda, copertina di Jeff SmithSmith – Credo tu abbia ragione, mi sento come se non li avessi mai lasciati andare. Ho soltanto finito la storia. Ho sempre detto: “Se troverò una scusa per disegnarli di nuovo, lo farò” e ho trovato diverse scuse in passato, come i poster e altre piccole cose. Coda è un po’ di più di quanto pensavo avrei fatto, ma non è l’inizio di una nuova vicenda. È solo una storiella, è divertente poter rivedere ancora quei personaggi. Sono qualcosa di più di Spider-Man o cose del genere per me, sono una parte della mia personalità. I tre Bone sono stati con me così a lungo che sono diventati parte della famiglia. Perciò è bello trovare una scusa per lavorare con loro ogni tanto.

Ed è stato divertente! È stato un ritorno rapido, ero colpito perché non li disegnavo in modo serio da circa 11 anni. Potete crederci? Ma è cominciato tutto in poco tempo e i personaggi hanno cominciato a interagire tra loro. È stato come se non fosse trascorso nemmeno un giorno.

Pianifichi ogni elemento in fase di scrittura prima di cominciare a disegnare, o prendi solo qualche appunto da seguire?

Smith – Mi impegno ad appuntare soltanto un inizio, un punto centrale e un finale della storia, o dell’albo. Questo significa annotare qualche frase, per ricordarmi cosa sto facendo. Ma una volta che comincio davvero a scrivere, parole e immagini prendono forma simultaneamente. Faccio qualche pagina di bozza con piccole vignette, ma poi accelero il più possibile.

Alla fine della serie, ognuno dei tre Bone è cambiato a modo suo, perfino Phoney. Quando sei tornato a scrivere di loro, ti è sembrato che alcune delle loro caratteristiche iniziali fossero state accantonate, o il fulcro delle loro personalità rimane lo stesso nel tempo?

Smith – Credo siano in un certo senso differenti, ma sono rimasti stabili. Li ho sempre visti come i Fratelli Marx in Una notte all’Opera o Un giorno alle corse, dove c’è un’altra storia che prosegue per conto suo, poi arrivano i Fratelli Marx a scatenare l’anarchia. Questo è il modo in cui ho sempre considerato i Fratelli Marx. Ma penso siano cambiati. Tutti hanno di certo imparato qualcosa. Ma quanto possono cambiare Harpo o Groucho? Non molto.

Le prime pagine mostrate in anteprima [le trovate QUI – NdR] sono stranamente simili all’apertura di Bone #1. Le cose non sono proprio uguali all’inizio, visto che Bartleby si è unito al gruppo, ma hai voluto raccontare una storia che rispecchiasse i tuoi primi lavori e in un certo modo chiudesse un cerchio?

Smith – Un po’. Mi sono sforzato di andare in quella direzione, ma è venuto tutto abbastanza naturale. Ho continuato da dove avevamo lasciato i personaggi, e sono persi nel deserto. È lo stesso deserto in cui comincia il numero #1, perciò le similitudini dipendono da questo.

Non voglio per forza uno spoiler con questa risposta, ma avendo iniziato a leggere la serie quando ero alle scuole medie, mi domandavo spesso quale fosse l’aspetto delle Bone femmina, e come fosse Boneville. So che alcune di queste domande trovano risposte in altri progetti in cui sei stato coinvolto, come i romanzi scritti con Tom Sniegoski. Ma c’è un motivo per cui hai lasciato Boneville avvolta nel mistero?

Bone: Coda, pag. 4Smith – No, ho cominciato la storia nel deserto perché avevo visto molti film o letto molti libri che iniziavano in quel mondo. Quando incontriamo per la prima volta Indiana Jones deve subito affrontare trappole e inseguimenti. Perciò non volevo iniziare Bone dal principio, ma raccontare la storia da dopo la loro espulsione da Boneville. Ho sempre creduto che avrei mostrato la città in seguito, con un flashback.

Ma poi sono successe due cose. Prima di tutto ho deciso, da un punto di vista tecnico e formale, che non volevo utilizzare flashback o balloon che raccontassero pensieri. Ho voluto realizzare l’intero fumetto senza ricorrere a questi strumenti, anche se poi ho barato e mostrato alcuni flashback all’interno dei sogni. [ride] Perciò non potevo mostrare Boneville a causa dell’assenza di flashback. L’altra cosa che è accaduta è che ho cominciato a ricevere lettere da persone che avevano idee completamente diverse tra loro di come fosse Boneville e quale fosse l’aspetto delle Bone femmina. Così ho pensato sarebbe stato divertente lasciare che ognuno avesse la sua personale Boneville.

Parlando dei fan, immagino che la domanda principale per anni sia stata: “Quando disegnerai altri episodi di Bone?”. Coda ti permetterà di dire “Ecco qua, l’ho fatto, ora lasciatemi in pace”?

Smith – Non lo so, non sono una persona molto calcolatrice. Si è presentata l’opportunità. Non è un nuovo episodio di Bone, è solo un racconto autoconclusivo. Magari ne farò un altro per il 30° anniversario. Chi lo sa? Magari ne farò anche di più! O magari ne farò meno. Non lo so. È stato bello realizzare questo, mi sono divertito. Mi sono davvero goduto la possibilità di passare un altro po’ di tempo con i ragazzi.

E dopo questo, sai quale sarà il prossimo progetto? Con la mano tornata in piena salute, tornerai su Tuki?

Smith – La mano sta veramente bene. Ho realizzato l’intera storia di Bone senza alcun problema, è un buon segno. Ed era una storia imponente, un capitolo di 36 pagine. Al momento metterò Tuki in pausa temporanea. Ho avuto il tempo di pensare alla storia, i personaggi stanno cominciando a parlarmi e ho iniziato a capire quale sia la storia che dovrei raccontare. È vicino a ciò che stavo facendo, ma come succede a volte, ho sentito la necessità di un rinnovamento. Perciò mi prenderò un po’ di tempo per ripensare Tuki. Sono sicuro che userò i disegni che ho realizzato finora, ma probabilmente aggiungerò più pagine e altri elementi. Per ora, Tuki è in pausa.

 

Tuki #4, copertina di Jeff Smith

 

 

Fonte: CBR