Solo, Foolkiller e Slapstick. Ben tre serie generatesi dal corpo pulsante e vitale, in quanto virtualmente immortale, di Deadpool, nonché dalle ceneri dei suoi Mercenari per Soldi originali. Jordan White, editor delle testate che ruotano attorno a Wade Wilson ne ha parlato in un’intervista che vi proponiamo nei suoi punti chiave.

 

Solo #1, copertina di Rob LiefeldOgnuno dei personaggi che fanno da spin-off a Deadpool nelle rispettive serie in solitaria è stato scelto per ragioni leggermente differenti. Solo era quello che maggiormente attirava Gerry Duggan, per cui aveva più idee. Credo che gli piaccia l’idea di questo mercenario sempre sottovalutato, in giro da un sacco di tempo senza riuscire a diventare famoso. C’è molto di metafumettistico in questo, come del resto nelle storie di Deadpool.

Solo è bravo in quello che fa, è competente e pericoloso, ma, per qualche ragione, è percepito come uno sfigato. Solo ha un’atmosfera da fumetto d’azione e commedia, un po’ come Deadpool, ma con uno stile un po’ da Arma Letale: prima l’azione, poi le risate. Duggan e Geoff Thorne ne hanno fatto un fumetto davvero divertente.

Di Foolkiller ci ha conquistati l’idea di farne un terapista. Max Bemis ci ha proposto l’idea di un personaggio abituato a uccidere chi considera un pazzo che diviene terapista. Invece di farli fuori, ha deciso di tentare di aiutarli. Nei casi in cui non dovesse riuscirci, tornerebbe semplicemente a farli fuori.

Foolkiller #1, copertina di Dave JohnsonDa subito, Max ha avuto un sacco di idee per lui ed è stato entusiasta del personaggio. Questa storia è in qualche modo erede del lato più malato delle storie di Deadpool, quelle più incasinate. Per chi ama la produzione più malata e spregiudicata di Garth Ennis, questa è la serie perfetta. Max è davvero bravo e notevolmente oscuro nell’umorismo, che non lascia mai indifferenti.

Slapstick era il nostro personaggio preferito, quando progettavamo i Mercenari per Soldi, e sono stato io ad aggiungerlo agli altri del gruppo. Assemblare un team di personaggi che condividessero il sapore delle storie di Deadpool proponeva due strade possibili: prendere un personaggio dark e inserirvi dell’umorismo, oppure, all’inverso, rendere oscuro un personaggio comico. Con Slapstick abbiamo preso questa seconda strada, rendendo la sua vita un inferno bloccandolo nella condizione di cartone animato.

11. Slapstick di Reilly Brown, Fred Van Lente e Diego OlorteguiVolevamo inoltre sperimentare con il formato digitale, realizzando una serie regolare in formato Infinite Comics. Slapstick era chiaramente il personaggio perfetto e ci è venuto in mente piuttosto in fretta.

I suoi poteri sono spettacolari dal punto di vista visivo e questo lo rendeva una scelta naturale, almeno quanto quella di Reilly Brown, che io considero il nostro miglior artista in ambito digitale. Ha scritto la storia assieme a Fred Van Lente, con cui ho già collaborato su Hercules.

Questo fumetto è divertentissimo. Fred e Reilly si divertono a dire che è perfetto per quelli che trovano Deadpool troppo sofisticato, il che mi sembra perfettamente posizionante per quanto riguarda il tipo di umorismo che troverete su Slapstick: umorismo d’azione, battute anche volgari, ma anche parecchio umorismo nero e ultraviolento, proprio quando meno te lo aspetti. Sono riusciti a cogliermi impreparato, ed è una cosa che adoro.

 

White ha parlato anche del rapporto tra un personaggio cartoonesco come Slapstick con l’Universo Marvel, che ha sempre avuto il vanto di essere specchio di quello reale. Se certamente questa è una caratteristica del cosmo narrativo della Casa delle Idee, esso è elastico a sufficienza da accogliere un antieroe con queste caratteristiche.

 

Si tratta di un personaggio incredibilmente ridicolo, inserito in un contesto che non lo è altrettanto, nemmeno lontanamente. Certamente alcuni aspetti del suo mondo gli si adatteranno, come anche alcuni dei suoi nemici, che giocano sostanzialmente sullo stesso campo. Ma le sue avventure si svolgono in un contesto sostanzialmente normale, in cui un personaggio che ha le caratteristiche di un cartone animato è percepito come assurdo e impossibile.

 

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Fonte: ComicBook