Donny Cates risponde a qualche domanda su Web of Venom: Ve’Nam, speciale che scava nel passato dei simbionti del pianeta Klyntar, il più famoso dei quali rappresenta la metà aliena dell’essere chiamato Venom.

Dei dettagli principali della trama vi abbiamo già dato conto altrove. Ecco le dichiarazioni più interessanti dello sceneggiatore e quel che aggiungono a ciò che già ci è stato rivelato:

 

Web of Venom: Ve'Nam

Per me, questo progetto è un debutto sotto molti punti di vista. Non ho mai scritto una storia di guerra né un racconto storico. Nel primo numero di Venom, i lettori fanno la conoscenza di Rex Strickland, coinvolto in un programma chiamato Progetto Rinascita, che ha a che fare con i simbionti. Sono loro che hanno dato a Flash Thompson il suo costume. Nell’albo viene rivelato che Flash non è affatto stato il primo. Ci sono state persone che hanno vestito i simbionti almeno dalla guerra del Vietnam in poi.

Rex è un veterano di quel primo periodo e, in Venom #1, mostra una foto di sé e altri quattro uomini. Il suo plotone. Vediamo anche le morti di quegli uomini alla fine del primo numero. A un incontro degli autori Marvel ci siamo trovati a parlarne. Mi pare che sia stato Dan Slott a chiedere cos’altro avessi in mente per gli altri soldati con il simbionte. Io gli spiegai che mi servivano solo per mettere in moto degli eventi, ma lui disse: “Non so. Mi pare un’idea molto carina. C’è dell’arrosto, dietro quel fumo”.

Dato che si trattava di Dan Slott e dato che conosce una bella idea per una storia come il palmo della propria mano, ho detto che avevo in mente un’idea, forse una storia autoconclusiva che li avrebbe visti in azione in Vietnam. Una cosa alla Cuore di Tenebra. Jason Aaron salta su e dice: “Ve’Nam!”. È a lui che dobbiamo il gioco di parole del titolo.

Mi ha fatto ridere un sacco e mi sono preso un appunto. Lui non voleva, diceva che era solo uno scherzo, quindi me ne sono scordato. Poi, quando C.B. Cebulski mi ha chiamato per dirmi che la miniserie Cosmic Ghost Rider aveva il via libera, mi ha anche chiesto se davvero avrei voluto pubblicare la storia. Risposi che se la Marvel aveva intenzione di investirci dei soldi, certo che volevo scriverla! Spero di non darvi un’immagine sbagliata della Marvel, ma a volte è davvero un gruppo di amici che fanno scherzi, con qualcuno che li prende troppo sul serio.

 

Cates avverte che gli eventi di Ve’Nam sono pienamente in continuity, che la storia sarà piuttosto divertente e che ci saranno le apparizioni a sorpresa di alcuni volti noti, appropriati al periodo in cui la vicenda è ambientata.

 

Una cosa che mi è piaciuta molto è il fatto di tornare a raccontare lo S.H.I.E.L.D. degli anni Settanta e Ottanta e di mettere nelle pagine questo contrasto: da un lato lo stile psichedelico alla Jim Steranko, le spie super sexy, dall’altro un approccio molto più terra terra, simile a quello delle storie di guerra della serie The ‘Nam. C’è sangue, ci sono interiora e orrore. Ma c’è anche l’idea di un Nick Fury che si beve un Martini e fa le sue cose da spia della Guerra Fredda, mentre tutto questo succede.

La storia è davvero divertente e corre su una linea sottile, perché quando racconti una cosa del genere vuoi che sia importante. Vuoi dar vita a qualcosa che faccia dire ai proprietari delle fumetterie: “Se avete Venom in abbonamento, dovete leggere anche questo fumetto, perché è parte della storia più generale.” Allo stesso tempo, vuoi che la serie regolare sia indipendente, che si possa leggere senza questo episodio. Il che è vero, è possibile. Ma l’esperienza di lettura risulta molto arricchita da Ve’Nam, perché rivela particolari che non si trovano da nessun’altra parte.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources