Siamo riusciti a presenziare alla conferenza stampa con Mikio Ikemoto, disegnatore di Boruto, il manga nato dalle ceneri di Naruto che racconta le gesta della nuova generazione dei ninja del Villaggio della Foglia. Ikemoto, ospite di Planet Manga, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti. Ecco le considerazioni più interessanti che ne sono scaturite.

Il maestro Ikemoto si dimostra un giovane mangaka di grande timidezza. Una caratteristica, dice lui, che riverbera anche nel suo lavoro; infatti ha affermato di sentire moltissimo la pressione che deriva dalle aspettative del pubblico, nonostante segua pochissimo i social media e solo da poco si sia reso conto che c’è chi lo conosce bene e segue la sua carriera. In effetti, Lucca Comics & Games è la prima manifestazione fumettistica in generale a cui sia stato inviato in quanto Mikio Ikemoto.

Non solo. La pressione dipende anche dagli editor e dai maestri mangaka giapponesi che, per tradizione, mettono gli sceneggiatori e i disegnatori più giovani sotto la graticola. Ikemoto ha confessato che c’è un parallelo tra il rapporto di Naruto e Boruto e quello tra lui e Masashi Kishimoto. Spesso trae ispirazione dal modo in cui il più famoso autore si rapporta con lui per descrivere le interazioni tra padre e figlio nelle storie.

Gli abbiamo chiesto se Boruto, che racconta una nuova generazione di ninja di Konoha, sia ispirato alla prima parte di Naruto, quella pre-Shippuden, in cui la dimensione di gruppo era molto forte e si seguivano non solo le gesta dei protagonisti principali, ma la crescita di una cucciolata intera di genin. Generalmente, è considerata la parte migliore del manga, mentre nella seconda quella componente generazionale si diluisce moltissimo. Anche a Ikemoto mancava, tanto che non teme di definire Shippuden meno interessante rispetto ai primi cicli narrativi. La scelta è stata quella di tornare a mostrare un processo di crescita, ed è quindi normale che ci siano delle somiglianze.

Abbiamo poi chiesto ad Ikemoto se trovi che possa essere produttivo l’esempio di Boruto, che espande l’universo narrativo di un’opera già di successo. Cosa normalissima nel Fumetto occidentale, ma meno frequente in Oriente. Ci ha confermato di essere un fan della continuity, anche per questo ha accettato di lavorare al seguito di Naruto. Nonostante non sia la regola in Giappone, gli piacerebbe vedere più universi che proseguono nelle loro storie a partire da personaggi e serie già apprezzate.

Kishimoto gli ha lasciato carta bianca sul design dei personaggi, ecco perché alcuni hanno tratti più morbidi e sono leggermente diversi per quanto riguarda alcuni particolari, nella sua versione e realizzazione. Semplicemente, a volte il papà di Naruto gli ha fatto notare che si è lasciato andare un po’ troppo, soprattutto sul personaggio di Sarada.