Dopo Mythology, la raccolta di illustrazioni, studi e schizzi che Alex Ross ha dedicato ai suoi anni di lavoro alla DC Comics, arriva Marvelocity, una lussuosa pubblicazione – realizzata dall’artista assieme al suo co-autore, Chip Kidd – dedicata invece ai personaggi della Casa delle Idee.

Oltre alle illustrazioni, il volume conterrà trenta pagine di disegni completamente inediti di Ross e una storia in cui Spider-Man affronta i Sinistri Sei.

Entertainment Weekly ha contattato l’artista, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

 

Marvelocity, copertina di Alex Ross

Marvelocity è una versione Marvel di Mythology. Credo sia il modo più semplice e onesto di descriverlo. Non solo è una reunion per me e Chip, ma è proprio costruito in maniera parallela. Come i fan di fumetto sanno bene, queste due grandi major sono generalmente alternative. Questo materiale è lavoro che mi è costato grandi sforzi, proprio come quello prodotto per la DC. Non saprei dire per quale delle due ho lavorato di più, ma vedendo i due libri, si capisce immediatamente che in entrambi i casi è tanto.

A suo modo, ho dovuto aspettare l’ispirazione per farlo uscire, il momento che mi sembrava più giusto. Negli ultimi quindici anni, dacché è uscito Mythology, si è parlato molto di una sua versione Marvel. Chip non è un fan della Marvel quanto lo è della DC, con cui è cresciuto, quindi stimolare in lui la voglia di partecipare è stata una parte fondamentale del progetto. Ha realizzato un sacco di volumi di questo genere basati sui personaggi DC, in particolare su Batman, perché ha una passione particolare per loro, mentre io sono sempre stato intellettualmente diviso tra i due editori, quanto ad attrattiva su di me.

Certamente si può sostenere che entrambi abbiano personaggi di pari valore iconico, ma quel che differenzia i personaggi della Marvel, per me, è il fatto che ci sia sempre un elemento cinetico in essi, che ha radici nelle creazioni di Steve Ditko e Jack Kirby. I personaggi DC non sono definiti da una singola visione artistica che ha influenzato tutte le altre, mentre questo è accaduto negli anni in cui Jack Kirby era la guida dell’intero brand Marvel. Tutto è stato influenzato dal fatto che lui abbia suonato la carica. Quel decennio in cui ha creato la maggior parte dei personaggi, negli anni Sessanta, sono la base del lavoro di ogni altro artista e scrittore successivo, e anche dei film odierni. C’è un’energia in movimento, una forza caotica che rappresenta l’incarnazione dello spirito Marvel.

Amazing Spider-Man #791, copertina di Alex Ross

La DC è il luogo in cui è nato il DNA del concetto di super eroe. Sono stati i primi a crearne uno, con Superman, hanno dato vita al primo eroe oscuro, con Batman, e anche alla prima super eroina, con Wonder Woman. Tutte le componenti chiave sono state poste con loro e si trasmettono, in scala discendente di importanza, ai membri della Justice League.

Alla Marvel, è piuttosto chiaro che Spider-Man non è affatto lo stesso tipo di eroe che è Superman. Cap ha delle somiglianze con lui, ma è stato utilizzato in maniere interessanti, che gli hanno impedito di essere un clone di qualunque controparte DC. I personaggi Marvel sono colmi di caratteristiche che li rendono individui unici, e gli è stata instillata un’energia inquieta, alla loro creazione. Ogni altro editore di super eroi segue, nella creazione dei propri personaggi, gli archetipi che la DC ha creato e che la Marvel ha infranto.

Una delle cose che Chip mi ha raccomandato di fare diversamente da Mythology è la copertina, che in quel caso vedeva uno sguardo frontale e posato, mentre qui voleva qualcosa di più fuori equilibrio, che mostrasse una forza in movimento nel modo in cui i personaggi Marvel entrano in rapporto con i lettori. Non c’è la stessa rigidità di posizione, cosa che spero sia evidente nei disegni che realizzo per la Marvel. C’è molto materiale inedito, nel volume, che nessuno ha mai visto prima.

Il retaggio di Kirby è costante ed è in crescita. Quando ero ragazzino, fu la mia ispirazione. Ho dei disegni che ho fatto a sei o sette anni, basati su certe sue illustrazioni. Da allora, il mio amore per lui è sempre aumentato e sono diventato un suo collezionista. Ora ha un impatto su di me ancora più forte che ai tempi. Non parlo solo per me, ma anche per altri colleghi che sono totalmente ossessionati da lui. Tutto quel che facciamo, diventa un tentativo di riconnettersi al suo spirito e alla sua curiosità intellettuale. Mi ispira nel mio lavoro. Non c’è modo di sfuggire alla sua eredità, se disegni comics in America.

Marvel: Legacy #1, variant cover di Alex Ross

C’è una differente creatività estetica che viene da Steve Ditko e che si applica a tutti i personaggi cui ha dato vita e che ancora vengono pubblicati. Prendete quelli della Charlton, ora di proprietà della DC. Blue Beetle, ad esempio, è stato riprogettato nell’aspetto, ma anche così sembra che sia uscito dalla mente di Ditko. La sua eredità è formidabile. Sembra quasi che il su approccio sia quell’asterisco inevitabile, quando pensi all’Universo Marvel come a una creazione di Lee e Kirby. Devi sempre ricordarti che il contributo di Ditko è fondamentale.

Non si tratta solo di Spider-Man e altri personaggi, ma anche di Doctor Strange, se è vera la leggenda per cui Ditko aveva già tutta l’idea del personaggio in mente e si è messo a raccontarlo assieme a Stan. Lo stesso design di Spider-Man è qualcosa a cui probabilmente Kirby ha contribuito, ma che non ha mai trovato il modo di realizzare come si deve. Quando disegnava le ragnatele del costume, sembrava che non avesse mai visto il personaggio, che non capisse dove posizionarle sul corpo. Non posso fare a meno di pensare a come ci si sente quando sei l’artista che ha creato un intero universo narrativo e l’unico personaggio importante che non hai propriamente inventato tu è quello che fa più successo in assoluto. Dev’essere stata una dinamica strana quella tra Jack e la Marvel.

La copertina di Marvelocity è dedicata a Capitan America, non solo per la correlazione con Superman che stava su quella di Mythology, ma anche perché è il mio preferito. Ho amato Spider-Man da bambino, e ho appena finito un lavoro di tre anni di copertine dedicate a lui, ma sto iniziano un nuovo impegno su Captain America e adoro ogni occasione che ho di disegnarlo, perché non abbiamo mai visto la sua versione classica nei film. Semmai, una versione pesantemente riprogettata, modernizzata e militarizzata. Mentre io amo l’estetica che aveva nei primissimi anni della sua esistenza.

Avengers #4, copertina di Alex Ross

Sono convinto che si possa rendere credibili le alette della maschera. Non credo che indossi un elmetto, ma una sorta di protezione di cuoio (che veniva usato spessissimo nella Prima Guerra Mondiale), sembra un materiale flessibile sulla sua testa, che sottolinea i tratti decisi della mascella e l’enormità del suo collo. Per me, è questo che va reso evidente nell’aspetto di Cap e Superman: la possanza del collo. Ti colpiscono con il loro corpo da atleti di football americano, quando li incontri, e voglio cercare di portare questa cosa in vita con i miei disegni. Ora avrò l’occasione di farlo con regolarità sul nuovo Captain America di Ta-Nehisi Coates.

Bisogna ricordare che non è solo l’arrivo di uno scrittore come Ta-Nehisi a connettere Capitan America al mondo reale, alla politica. La storia del personaggio è tutta lì. Negli anni Settanta era protagonista di storie che parlavano di un’America vittima della repressione, in cui il nemico fondamentale era Richard Nixon. Negli anni Sessanta, non era solo un uomo fuori dal tempo, ma anche un soldato che soffriva di sindrome post-traumatica. Ed è questo che il personaggio è. All’epoca non dormiva bene, aveva incubi sulla guerra. Era un modo di utilizzarlo estremamente moderno. Cap è sempre legato ai tempi in cui viviamo. Persino nel 1941, quando è apparso avvolto nella bandiera, prendeva a pugni Hitler prima ancora che gli U.S.A. entrassero in guerra. Spingeva per una nostra entrata nel conflitto e ci richiamava all’azione. Coates sta per far parte di una tradizione che gli si adatta perfettamente.

 

Captain America #1, copertina di Alex Ross

 

 

Fonte: Entertainment Weekly