L’Académie de Marine di Parigi premia Stefano Turconi e Teresa Radice come autori di Il porto proibito. I due fumettisti italiani si vedranno recapitare nella capitale francese, proprio all’ombra della Tour Eiffel, il Grand Prix de l’Académie, dedicato alle opere che promuovono la passione per il mare.

Ecco la traduzione dell’annuncio ufficiale, che trovate sul sito dell’organizzazione francese.

 

Il Grand Prix de l’Acadèmie de Marine ricompensa le opere che trattano ogni soggetto che si occupi del mare o della navigazione nel corso dell’anno appena concluso, le quali rispondano a uno scopo principale: far comprendere e amare ciò che riguarda il mare ed aumentarne l’apprezzamento presso il pubblico.

 

Abbiamo raggiunto Turconi e Radice che hanno gentilmente risposto a qualche domanda in merito.

 

Premiati dall’Accademia navale francese: come vi fa sentire questo riconoscimento così ufficiale?
 
Guarda, è stata una vera sorpresa! In giugno, di ritorno da quattro intensissimi giorni di conferenze a Chicago, troviamo tra le mail quella del nostro editore francese del “Porto” [Glénat]:

Ragazzi, non vi dico niente. Leggete qui sotto. Speriamo ne siate entusiasti quanto noi :-).

E, inoltrata, c’è la comunicazione ufficiale (e molto formale!) proveniente dal Ministère des Armées:

Madame, Monsieur,

con piacere vi informo che l’Accademia della Marina ha deciso di assegnare il suo “Prix Bande Dessinée 2017” alla vostra opera “Le Port des Marins Perdus”. La consegna del premio avrà luogo in occasione dell’apertura dell’anno accademico, lunedì 16 ottobre 2017 alle 14.30 a Parigi, all’école militaire, alla presenza di un’alta personalità.

E bla bla bla… firmata da un contrammiraglio.

Ci siamo guardati increduli. Onorati, ovviamente. Poi la Tere ha cominciato a pensare a tutti i marinaretti in uniforme. L’Accademia Navale premia ogni anno opere letterarie (compresi i fumetti!) e saggi che hanno come tema la navigazione… e quest’anno, nel settore BD, ha scelto il “Porto”, con la motivazione che “diffonde l’amore per il mare”, nientemeno! Fa un certo effetto, no? Adesso il problema sarà cosa metterci. [ridono]

Qual è il vostro legame con il mare e quanto vi ha ispirati nella realizzazione de “Il porto proibito”?

Amiamo alla follia il mare immaginato: quello delle avventure alla Stevenson, Conrad, Melville, per capirci, che ci hanno fatto compagnia fin dagli anni dell’adolescenza. Subiamo l’attrazione verso gli spazi sconfinati, le infinite possibilità, l’ignoto, il “tutto può succedere”, forse.

Ma ci piace anche quello vero, di mare, soprattutto d’inverno: il mare da disegnare, quello brumoso, quello che accompagna i passi sulla spiaggia deserta e fredda. Oppure il mare del nord, che schiaffeggia le scogliere e si mangia i fari. Quel mare lì, rabbioso e onnipresente, casa e trappola. Quello dei Romantici inglesi, che non a caso fanno da fil rouge al “Porto Proibito”.

Si tratta di una continua fonte d’ispirazione perché chiama ad andare, racconta di partenze ed esplorazioni. E dire che entrambi siamo nati in piena Pianura Padana!

 

Il Porto Proibito