Superworld vol. 1, coverNel corso del BGeek 2015 abbiamo avuto la possibilità di intervistare l’artista Francesca Follini, la quale ha condiviso con noi esperienze, dettagli e sogni nel cassetto della sua carriera, oltre che curiosità sul fumetto francese Superworld, il cui primo volume (qui la recensione) è stato portato in Italia da Lineachiara.

 

Ciao Francesca, e benvenuta su BadComics.it.

Ciao a tutti!

Partiamo dalla tua opera più recente proposta ai lettori italiani, “Superworld”, fumetto francese di stampo supereroistico sceneggiato da Jean-Marc Rivière: come nasce questa collaborazione? Cosa ha comportato per te lavorare a questa opera?

In verità, è nato tutto da un fortunato incastro di contatti e prove. Eravamo in lizza per disegnare “Superworld” io e altri tre disegnatori: dopo svariate prove, sono stata scelta. Conoscevo il progetto a grandi linee, così mi cimentai nella realizzazione di alcune tavole prova, cosa che oramai è il modus operandi classico in questi casi. La mia arte è piaciuta, specie il modo con il quale portavo su tavola lo storytelling. Per il mercato francese, “Superworld” è un prodotto un po’ anomalo, in quanto ha il formato di un comics americano: io sono riuscita a cogliere questa sfumatura, cosa che è stata evidentemente apprezzata. Con Jean-Marc è nata così una splendida collaborazione, che va al di là del mero rapporto lavorativo, dato che posso definirla una bella amicizia.

Raccontaci del rapporto sceneggiatore/disegnatore nella realizzazione di quest’opera.

Innanzitutto, ho avuto la fortuna sfacciata che Jean-Marc Rivière è bilingue e parla benissimo l’italiano: grazie a ciò, il potenziale scoglio linguistico è stato superato brillantemente e senza alcuna difficoltà, anche se a volte ammetto di aver fatto ricorso a Google Translate. Il lavoro si svolgeva principalmente tramite scambio di mail, ma più tardi abbiamo avuto modo di conoscerci personalmente in occasione di alcuni festival. Così è nato un bel rapporto umano, e anche il desiderio di realizzare futuri progetti assieme: vedremo se ne avremo la possibilità, prima o poi. Sono molto soddisfatta di questa collaborazione, mi ci sono trovata benissimo e sono cresciuta parecchio a livello artistico lavorando a “Superworld”.

Superworld vol. 1, pagina 09Ricordiamo ai lettori italiani che l’opera in Francia è conclusa e si sviluppa in tre volumi. In Italia, dopo la pubblicazione del primo, Lineachiara ha annunciato la prossima pubblicazione del secondo.

Confermo.

Parliamo anche di com’è per un artista italiana lavorare nel mondo del fumetto d’oltralpe.

Per quanto riguarda le mie diverse collaborazioni nel mondo del fumetto francese, devo ammettere di essermi sempre trovata molto bene. Il rapporto professionale fra editori e artisti è preciso e puntuale, sia per quanto riguarda le metodiche lavorative che la parte inerente i compensi. Definirei “commovente” la puntualità con la quale arrivavano i bonifici. Tutto questo è sicuramente molto stimolante per un’artista, perché “fare fumetto” come lavoro non è una scelta facile, e i suddetti aspetti sono sicuramente un grande incentivo, che dà grande forza d’animo. Anche perché “Superworld” ha avuto delle tempistiche molto veloci: in sei mesi dovevo consegnare tutte le tavole di un volume disegnate e inchiostrate, così che poi si passasse alla fase della colorazione a opera di Johann Corgié. Queste tempistiche molto strette mi hanno imposto di dovermi concentrare esclusivamente su questo progetto, mettendone in stand-by altri.

Veniamo ora al tuo stile, dal tratto ibrido, a metà fra il fumetto americano e quello europeo, con chiare influenze orientali e “cartoonistiche”. Come definisci il tuo disegno, chi ti ha influenzato maggiormente nella ricerca del tuo tratto?

Per quanto riguarda il mio stile di disegno, per me è difficile trovare un riferimento preciso. Sicuramente, l’influenza dei manga e degli anime è evidente: sono questi che hanno segnato la mia infanzia e adolescenza. Leggere manga e i classici Disney, “Topolino” su tutti, mi ha motivato a divenire una disegnatrice. Anche i film di animazione della Walt Disney hanno avuto un impatto determinante, in termini di ispirazione. A onor del vero, specie crescendo, qualsiasi disegno, anche quello più realista mi ha sempre attratto in maniera magnetica. Anche a scuola, adoravo la Storia dell’Arte, anche se poi tutto questo magari non traspare nel mio stile. Ritornando a “Superworld”, per esempio, mi sono impegnata a modificare alquanto il mio stile di disegno iniziale, che si ispirava molto a quello di Humberto Ramos. Avevo proposto un tipo di disegno abbastanza particolare, ma mi fu poi chiesto maggiore realismo. Lavorando molto sulle tavole di prova e sui character design ho poi trovato il giusto compromesso. Nell’ultimo periodo, mi sono davvero innamorata dello stile di disegno di Sean Murphy.

Superworld vol. 1, pagina 11Hai menzionato Humberto Ramos, artista molto attivo in casa Marvel Comics, recentemente su “Amazing Spider-Man”. Cosa pensa Francesca Follini del mondo del fumetto dei supereroi americano? Ti piacerebbe lavorare in Marvel o DC Comics e, se sì, su quali personaggi preferenzialmente?

Certo, mi piacerebbe moltissimo. A questo proposito, c’è stato un precedente che ebbe luogo al Mantova Comics di qualche anno fa. Proposi il mio portfolio e fui notata dall’editor C.B. Cebulski. Ebbi la possibilità di svolgere un colloquio di prova, nel quale avrei dovuto mostrare alcuni miei lavori. Purtroppo, causa ansia da prestazione, questo colloquio non si tenne mai. Non mi sentivo ancora pronta, complice anche una mia personale insicurezza atavica che nel passato mi influenzava un po’. Da allora sono passati diversi anni, e per chi come me ha una formazione da autodidatta non era facile sentirsi pronta a entrare in un mondo fumettistico così grande e carico di responsabilità. Oggi sono molto più sicura dei miei mezzi e non escludo di riprovare ad avere questa chance nel prossimo futuro. Come personaggi, mi piacerebbe poter lavorare su qualche character femminile, su qualche supereroina. Una su tutti? Adoro Spider-Gwen!

E in ambito DC Comics, chi ti piacerebbe poter ritrarre?

Su tutte, adoro Harley Quinn. Ma, devo essere sincera, tutti i villain del mondo di Batman mi stanno simpatici.

Harley Quinn, sketch di Francesca FolliniQuali sono le difficoltà che un’artista come te si trova ad affrontare ogni giorno nel suo lavoro? Quanto è difficile fare del fumetto la propria vita?

Giuro che questa volta non parlo di soldi, anche se l’aspetto economico non può essere davvero ignorato. Personalmente, l’aspetto più difficoltoso di questa mia scelta di vita è tenere a bada la mia emotività. Ho un approccio molto “sentito” verso quello che disegno, o che scrivo, dato che mi dedico da sempre anche a questo aspetto. In ogni cosa che realizzo ci sono dei “pezzi” di me, e questa cosa forse non crea il giusto “filtro”. Tutto si traduce nel fatto che, quando propongo i miei lavori, significa quasi proporre me stessa. E, a causa di ciò, quando un progetto non va in porto è difficile non prenderla sul personale e non rimanere delusi.

In conclusione, cosa c’è sul tuo comodino attualmente? Quali fumetti stai leggendo e potresti proporre ai nostri lettori?

In primis, su tutti, leggete “Punk Rock Jesus” di Sean Murphy. L’ho adorato. Poi ho di recente letto “Lo Scultore” di Scott McCloud, che ho apprezzato moltissimo. E poi, tralasciando il fumetto, tutti i romanzi di Stephen King del quale sono fan sfegatata.

Grazie, Francesca, per la tua gentilezza e la tua disponibilità, alla prossima!

Ciao a tutti e grazie a voi!