Dopo aver citato Lost come influenza primaria – e non sorprendente – in ambito televisivo, Jeff Lemire ha parlato degli spin-off della serie: inizialmente non in programma, sono diventati una necessità, al fine di raccontare la storia come voleva senza finire per sovraccaricare troppo Dean Ormston ai disegni.

 

Black Hammer, copertina di Dean Ormston

Sono io a dar vita a tutto questo. Non ci sono cinquanta team creativi che collaborano tra loro, il che mi permette di mantenere facilmente una certa coerenza. Inoltre, non ho bisogno di adeguarmi a cinquanta e passa anni di storie con le mie idee moderne. Posso scegliere quello che voglio mostrare e costruire retroattivamente il passato del mio universo. Ma il punto è che io racconto qualcosa solo se me ne innamoro profondamente e voglio davvero condividerlo. La storia deve avere qualcosa di nuovo da offrire ai lettori, non butto fuori nuovi volumi solo per la necessità di espandere la trama. Posso scegliere, e sono molto selettivo al riguardo. Quel che racconto deve avere un cuore, un nucleo emotivo. Se non ce l’ha, perdo interesse e mi sembra tutto debole. Tutto parte da questo, per me, dalle emozioni, che sono le idee che mi si incollano e che poi realizzo.

Ho avuto idee per le trame e i personaggi di Black Hammer che mi sembravano fredde. Anche se divertenti, erano senza cuore, senza una scintilla emotiva che mi catturasse. Quindi le ho lasciate perdere. Ogni nuova serie di Black Hammer nasce da questo, sulla cui base poi creo i miei super eroi da usare come metafora di qualcosa.

 

Lemire ha quindi risposto a una domanda su un potenziale filo rosso che unisca tutte le sue storie per il mercato indipendente. Lo sceneggiatore distingue tra due grandi categorie: quelle che disegna da solo, che sono meno prone al concetto di genere e generalmente più realistiche, e quelle che scrive per altri artisti, nate non solo dai temi e dalle idee che crescono nella sua mente ma anche da quelle derivanti dalla sua conoscenza dei talenti e dei punti di forza dei colleghi disegnatori. Certamente tutte hanno qualcosa in comune, ma sono anche molto diverse tra loro.

 

Black Hammer vol. 2: L'evento, copertina di Dean Ormston

Ho immaginato originalmente Black Hammer come una storia disegnata da me. Il che potrebbe essere la ragione per cui molti lo trovano più vicino ai miei lavori come autore completo. Per me è difficile però analizzare nel dettaglio le mie opere. Ho la sensazione che tutto ciò a cui lavoro ora come ora sia molto personale anche se non lo disegno io. Una parte importante della cosa è il fatto che siano tutti fumetti indipendenti. Quando lavoro per un editore, ho bisogno di un progetto che mi faccia sentire davvero partecipe. Ci sono molte offerte di questo tipo che ho rifiutato negli ultimi anni perché sapevo di non essere abbastanza vicino al progetto.

Il mondo di Black Hammer è diventato molto più grande di quanto abbia mai immaginato. Ora è un universo pieno di potenziali storie. Con questo concetto in mente metterò fine al ciclo della fattoria, che molti pensano sia il nucleo centrale della trama, con Black Hammer: Age of Doom #12. Questo è il finale che ho sempre avuto in mente per questi eroi e sono avvero grato a tutti coloro che hanno sostenuto la serie e permesso a Dean Ormston, Dave Stewart, Todd Klein e a me di raccontare quel che volevamo e come volevamo. Ma questo non sarà il finale di Black Hammer, semplicemente di quel che consideriamo il primo capitolo.

Nei mesi a venire, annunceremo una quantità di nuovi fumetti di Black Hammer. Alcuni vedranno volti familiari tra le pagine, altri nuovi eroi. Dean Ormston e io siamo già al lavoro sul seguito di Age of Doom, che mostra Lucy Weber nei panni della nuova Black Hammer. Siamo entusiasti di mostrare al mondo quel che l’attende.

 

Lo sceneggiatore ha parlato della genesi della miniserie Black Hammer/Justice League: Hammer of Justice: quando è venuto a sapere che DC Comics e Dark Horse avevano un accordo potenziale in merito, è rimasto sorpreso lui per primo; impossibile rifiutarsi, comunque, dato il suo amore profondo per gli eroi di quell’universo narrativo. Lo scrittore canadese ha inoltre dichiarato di aver preso in carico altri tre progetti per la casa editrice di Burbank (due sono già noti) e spiegato di essere al lavoro su cinque nuove serie legate a Black Hammer, tutte molto diverse l’una dall’altra.

 

Black Hammer vol. 3: L'era del terrore - parte 1, copertina di Dean Ormston

Scriverò la maggior parte di esse e permetterò ad alcuni scrittori di sostituirmi per ragioni molto specifiche. Matt Kindt e Ray Fawkes parteciperanno perché sono due dei miei migliori amici e so che sarà divertentissimo vederli lavorare a storie di Black Hammer.

C’è un’altra storia per cui sapevo di non essere l’autore giusto. Ha una prospettiva che non è la mia e volevo che se ne occupasse qualcuno che ha una voce autentica ed esperienze reali connesse alla trama. Ho fatto da mentore a un brillante, giovane scrittore di nome Tare Brombal che poi mi ha aiutato con Black Hammer Encyclopedia. Siamo diventati amici lavorando assieme alla serie TV di Essex County.

Tate aveva una storia per un certo personaggio di Black Hammer, attraverso cui raccontare della propria vita di omosessuale. Credo che sarà un’opera davvero speciale, e sono orgoglioso di avere creato un universo in cui questo scrittore debuttante e talentuoso potrà narrare qualcosa di profondo e molto personale. Quindi, se altre opportunità del genere dovessero presentarsi, sarò altrettanto aperto ad accoglierle.

 

 

Fonte: Comics Beat