O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo.
A dire il vero nei primi anni duemila, dopo che il tema fu definitivamente esplorato da The Authority di Mark Millar, alcuni grandi autori provarono a inserire la figura dell’eroe in contesti più “terreni”. Ricordate Ex Machina di Brian K. Vaughan e Tony Harris o Powers di Brian M. Bendis e Michael Avon Oeming? Tentativi superbi di raccontare l’eroe moderno, quello che cambia il mondo senza elevarsi al di sopra della società: una concezione che potrebbe anche non dispiacere al sempre più incattivito Alan Moore che ormai vede i variopinti superesseri come una metafora dei totalitarismi del Novecento.
Ma per un attimo fingiamo che i problemi del mondo, i supercriminali e le minacce dallo spazio terminassero davvero. Di cosa si occuperebbe Batman se Gotham diventasse una città onesta e tranquilla? Gli basterebbe dirigere la compagnia e diventare il playboy che finge di essere da decenni? E Superman è davvero così portato per il giornalismo oppure scrivere al Daily Planet è solo uno dei tanti modi per restare a contatto con le notizie dal mondo?
Un’infografica ci viene incontro mostrandoci per quale occupazione siano davvero portati i nostri supereroi preferiti. E se non concorderete con le scelte, ricordatevi che va presa per quello che è: un’invenzione grafica di qualità che gioca con ironia con personaggi eterni e pieni di contraddizioni. E i lettori di supereroi non dovrebbero mai perdere la voglia di giocare.
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