Jason Aaron torna a parlare di The Goddamned, la sua nuova serie indipendente ambientata a metà tra mito e leggenda biblica, distopia antica e preistoria antidiluviana. Ecco cos’ha raccontato l’autore su questo particolarissimo progetto che debutta proprio oggi nelle librerie americane per Image Comics.

 

The Goddamned #1, copertina di R.M. GueraLa serie è una sorta di fantasy molto dark e di crime story ambientata prima del diluvio, con qualche pizzico di spaghetti western e accenni di film di samurai. Il tutto mescolato assieme a formare quel che credo sia un’opera abbastanza unica. Non mi vengono in mente altri fumetti paragonabili.

Dentro ci sono molti dei miei temi preferiti, credo sia abbastanza evidente. Dai tempi di Scalped fino al mio recente ciclo di Weirdworld per la Marvel, credo si possano trovare un sacco di similitudini in termini di materia narrativa. Un po’ come se The Goddamned fosse una specie di compendio di tutte le cose che mi piace scrivere.

La religione e la fede sono uno dei miei grandi argomenti, sin dalla mia primissima storia di otto pagine, con cui vinsi un concorso per talenti della Marvel, ormai quattordici anni fa. Questa serie è forse la versione espansa e prodotta con molti più mezzi di quella storia di allora, un’idea che mi è venuta già quando scrivevo Scalped e a cui ho lavorato per circa dieci anni.

Caso raro per Aaron, che ha sempre detto di essere ispirato alla creazione soprattutto dai disegnatori che vuole come colleghi, non tanto dalle idee di base. R. M. Guera, tuttavia, è sempre stato il nome giusto per questo progetto.

Dopo Scalped, sapevamo che saremmo tornati a lavorare assieme e volevamo fare qualcosa di molto diverso, di sorprendente. Non ho mai cercato un’alternativa a lui.

La storia di The Goddamned inizia milleseicento anni dopo l’espulsione del genere umano dall’Eden, un millennio e mezzo in cui l’umanità è riuscita a ridurre in rovina un mondo immacolato e vitale. Sappiamo tutto quel che accade con il Diluvio, giusto? Dio era così disgustato e l’Uomo così fuori controllo che non si potè far altro che spazzar via tutto. Il modo in cui il mondo si è ridotto così male è la parte che mi ha sempre incuriosito. La serie è la mia risposta personale, la mia teoria su quel processo di abbruttimento.

Esploreremo assieme la Terra in lungo e in largo e la troveremo soprattutto una situazione molto primitiva dal punto di vista sociale, culturale e tecnologico. Volevo un’umanità tanto arretrata da non avere nemmeno la ruota. Almeno all’inizio, quindi, niente città o grandi strutture. Non ci sono comunità funzionanti, qui. Le armi non sono che bastoni e pietre. Il fuoco è raro e prezioso. Forse non tutto il pianeta è in queste condizioni. Chissà?

The Goddamned #2, copertina di R.M. GueraIl primo protagonista, da cui prende il nome la serie, non è altri che Caino, reso immortale dalla maledizione che Dio gli ha imposto per aver ucciso il fratello, condannato a un’eternità da vagabondo intoccabile, maledetto dall’impossibilità di morire.

Vaga attraverso un’umanità in cui tutti sono sfigurati, malati, storpi tranne lui, punito da una salute innaturale e inattaccabile. Il che, ovviamente, non fa molto piacere a chi gli sta attorno. La cosa lo isola e lo segnala immediatamente come colpevole, dato che in larga parte è lui il responsabile dei mali della gente.

Nel primo numero vedremo fare la sua comparsa una figura altrettanto nota, ma decisamente diversa rispetto all’idea che ha di lei l’immaginario comune. In generale, le azioni di Caino sono guidate dal suo desiderio di morire e mettere fine alla sua condanna. Cerca in maniera disperata un modo per ottenere l’oblio.

Se certamente sarà lui il protagonista del primo arco narrativo e lo vedremo altre volte lungo la serie, sappiate che non sarà l’unico. Ogni ciclo avrà una sua identità e coerenza narrativa, ogni volta molto diversa da quello precedente, con ambientazioni e personaggi in evoluzione. Pensate a Criminal di Ed Brubaker per avere un riferimento.

Aaron ha speso molte parole di elogio per il suo cartoonist, sostenendo di avergli lasciato molto più spazio di manovra, in sede di sceneggiatura, rispetto ai tempi di Scalped. La storia è più lenta e posata, quindi Guera può riempire le pagine con paesaggi ed ambienti, lavorare con più calma sui particolari, inventare moltissimo e lanciarsi in splash-page che tolgono il fiato.

Ci sarà dell’humor nero, ma The Goddamned non è affatto una satira religiosa. Semmai è uno sguardo diretto al mondo come immaginato da un creazionista nel periodo antidiluviano. Certamente ci prenderemo delle libertà con personaggi biblici arcinoti, ma la storia si ambienterà coerentemente nella mia personale visione fantastica di quell’epoca leggendaria, in quel che la Bibbia descrive secondo il mio immaginario.

L’umanità esiste da pochissimo tempo, Dio è una presenza evidente nel mondo. Quest’ultimo aspetto è importante. La gente sa che Dio esiste, nella storia. Quando lo ripudia, lo fa guardandolo in qualche modo in faccia. Nessuno può avere dubbi sulla sua esistenza. Quindi si tratta di una situazione piuttosto tesa e oscura. L’umanità si rivela come un esperimento del tutto fallito. Perché? Cercheremo di rispondere anche a questo.

Interessati? Stimolati? Impazienti? Non possiamo darvi torto. Del resto, se queste sono le basi di partenza, The Goddamned è un cantiere ancora aperto per ammissione stessa di Jason Aaron. Se davvero ha intenzione di progettare un solo arco narrativo alla volta. ha la possibilità di reinventare completamente e periodicamente temi e atmosfere narrative. Il materiale fornito dalle fonti bibliche, ufficiali o meno, non manca di certo. Né l’inventiva all’autore di Doctor Strange.

 

 

Fonte: Comic Book Resources