Lo sceneggiatore Donny Cates parla di Crossover, uno dei titoli più attesi dei prossimi mesi in casa Image Comics. Disegnato dal sodale di lunga data di Cates, l’artista Geoff Shaw, la serie si annuncia come una storia metanarrativa che parla appunto dei grandi eventi in stile Marvel o DC e del linguaggio dei fumetti super eroistici in generale.

 

 

Un progetto decisamente metafumettistico e molto ambizioso. Ecco le principali rivelazioni di Cates in merito.

 

Cates – Io e Geoff eravamo a casa mia nel periodo in cui è uscito God Country, reduci da un paio di sessioni di firme e appena tornati a casa. Leggevamo fumetti e parlavamo di quel che avevamo voglia di fare. Nella mia pila di albi c’erano gli ultimi crossover delle Big Two e abbiamo iniziato a parlare di come sarebbe stato avere l’occasione di realizzarne uno noi due. Credo di essere stato io a buttare lì che vedere uno di quegli eventi dalla prospettiva di una persona normale sarebbe stato davvero figo.

Crossover #1, copertina di Geoff Shaw

Perché non importa il motivo per cui tutti quegli eroi combattono: sarebbe assolutamente terrificante, per una persona normale assistere. Quante volte vediamo Iron Man o Batman smettere di fare quel che fanno per spiegarne le ragioni all’uomo della strada. Se fossimo nel bel mezzo di Civil War, non ci preoccuperemmo delle difficoltà politiche che stanno dietro alle cose, ma ce la faremmo addosso perché Hulk sta venendo a sfasciarci casa. Abbiamo iniziato a parlare di questa storia in cui Avengers incontra Cloverfield, diciamo. Avremmo potuto usarla per parlare non sono degli eventi del mondo reale, ma anche della nostra forma d’arte, dell’industria che amiamo tanto. Così la serie si è evoluta in una sorta di tesi sul mondo dei comics e della sua cultura. Un fumetto che è un anti-evento fumettistico. Ironico, dato che ho la tendenza a realizzare parecchi di questi eventi.

Lavorare a una cosa così da indipendenti ha vantaggi e svantaggi. Con Thanos sottomano, io e Geoff abbiamo potuto saltare a bordo della storia e fare ogni genere di follia perché, diciamocelo, Thanos se la cava benissimo alla fine, a prescindere da quanti guai gli facciamo passare. Con un progetto come Crossover, abbiamo libertà illimitata ma, allo stesso tempo, se facciamo casino è tutto sulle nostre spalle. Nel senso degli affari. Da un punto di vista artistico, le differenze sono minime. Io e Geoff abbiamo iniziato come fumettisti indipendenti e ci siamo avvicinati alla Marvel con la stessa passione e li stesso approccio. Mi piace pensare che io e lui condividiamo gli stessi obiettivi narrativi. Non importa che sia una storia nostra o Guardiani della Galassia: gravitiamo attorno alle stesse emozioni, sullo sfondo di eventi di colossale proporzione e di poteri titanici.

 

Cates ha parlato di un rapporto di splendida fiducia con Geoff Shaw come con Dee Cunniffe, colorista del progetto, e John J. Hill, letterista. Quest’ultimo applaudito dallo sceneggiatore come una delle persone più fidate e capaci di essere di supporto che abbia mai incontrato nella sua vita. In particolare, Cates rivela di essersi ammalato e di essere finito in ospedale per una non precisata malattia piuttosto grave, ora completamente risolta, all’inizio dell’estate. Hill si è occupato della sua corrispondenza per lunghi tratti, quando Cates è stato dimesso, in maniera che potesse concentrarsi unicamente sulla scrittura.

 

Cates – Come vi dicevo, abbiamo ideato la storia ben prima che io scrivessi una sola riga per la Marvel. Crossover mi è rimasta in testa per lungo tempo, ma avevo paura di non essere la persona giusta per realizzarlo, perché ormai ero parte del meccanismo di cui parla. Voglio dire… ormai ho scritto quattro eventi fumettistici in un anno ed ora eccomi qui a cercare di dissezionarli. Ma Geoff mi ha detto che proprio questo mi avrebbe reso la persona perfetta per farlo. Credo di essermi fidato di lui.

Crossover #1, anteprima 01

Aver scritto storie così colossali per così tanto tempo ha decisamente influenzato la trama di Crossover. La gente mi vede come uno che scrive storie piene di esplosioni e scazzottate tra dei e demoni, ma con questo progetto uso dei muscoli che dormivano da un sacco di tempo. Le mie letture preferite sono sempre state ricche di dialoghi ed emozioni, vicende complesse come Love & Rockets, Powers e Strangers in Paradise, che si prendono il loro tempo e consentono al lettore di stare con i personaggi e percepirli, ascoltarli. Sono cose che adoro scrivere. La scena nel diner di Absolute Carnage #1 è una di quelle che preferisco. Non ho molte occasioni di fare roba così ed è stato davvero divertente infilarne un po’ in questa serie folle.

Negli eventi che scrivo per la Marvel, ho sempre un sacco di fila da raccogliere, piazzate con cura nelle mie storie precedenti. Sono la parte terminale di una vicenda molto lunga e continua. Crossover è a suo modo l’opposto perché parte dal nulla per creare personaggi e mitologia da zero. Inoltre ha per protagonisti un sacco di gente comune e non super eroi, gente per cui quel che succede nella trama è sostanzialmente un mistero. Sono di fronte a eventi che sconvolgono la loro vita quotidiana, che non possono minimamente controllare o influenzare. Un po’ come nella serie Leftovers, in cui qualcosa di intangibile e misterioso cambia il mondo intero e nessuno può farci nulla. In questo senso, sento che la storia parla anche dei nostri tempo, perché mi pare che tutti noi stiamo sperimentando questa sensazione.

Ah, comunque la serie è anche divertente. Non ha intenzione di deprimervi. Stiamo cercando di fare qualcosa che nessuno ha mai fatto e quindi non è semplice descrivermi il progetto. Una parte di me vorrebbe farvi un sacco di spoiler delle grandi rivelazioni, in maniera da potervi parlare apertamente della natura della storia, ma non posso. Sarà un fumetto ingannevole. Non vi aspetterete nulla di quel che accadrà.

 

 

Fonte: CBR