Batman and Robin è stato sicuramente uno dei titoli più apprezzati e di successo tra gli originali de I Nuovi 52, reboot DC Comics datato 2011. La testata, scritta da Peter J. Tomasi e illustrata da Patrick Gleason, ha esplorato a fondo il rapporto padre/figlio tra Bruce Wayne e Damian Wayne, mostrando anche delle inedite dinamiche che hanno coinvolto il Dinamico Duo composto da Batman e Robin, analizzando inoltre, in maniera attenta e coerente, la reazione del Cavaliere Oscuro alla morte del figlio e il successivo ritorno in vita di questo.

Proprio Tomasi e Gleason hanno recentemente ripercorso la loro lunga cavalcata su Batman and Robin in un’intervista a Newsarama, partendo proprio dalla natura della serie:

 

Batman and Robin vol. 7, coverTomasi – In DC non ci hanno dato alcuna direttiva. Lasciandoci liberi di fare ciò che volevamo.

Gleason – Certo, la porta era spalancata perché facessimo qualsiasi cosa ci sembrava giusto fare.

Tomasi – Voglio dire, sapevamo che Damian sarebbe morto, a un certo punto, ma questo non ci ha imposto un conseguente “mandato”.

Una volta appurato questo, abbiamo fatto in modo di raccontare una storia molto personale che si agganciasse al meglio al tema del rapporto padre/figlio: questo era l’argomento principale.

Quello secondario, era ovviamente quello dell’azione.

 

Tomasi ha poi approfondito il discorso sul rapporto tra Batman e suo figlio, soffermandosi sulla crescita di Damian:

 

Tutto questo aveva un forte appeal su di me, essendo io stesso un padre. E anche Pat lo è. Volevamo davvero approfondire il discorso su Damian, comprendendo anche tutto ciò che Grant Morrison aveva fatto sul personaggio prima di noi, così da farlo crescere sempre di più. Il nostro lavoro era sostanzialmente quello di permettere ai lettori di scoprire meglio la natura di Damian, ed esplorare la sua evoluzione nel corso della serie. Si può amare e odiare un personaggio, cosa che poi ti porta necessariamente a empatizzare con questo. Noi volevamo rendere Damian un personaggio tridimensionale.

 

Il discorso si è poi spostato proprio sulla morte di Damian Wayne, con Tomasi che ha aggiunto:

 

Batman and Robin vol. 7, interni 01Quando ero editor dei fumetti del mondo di Batman, Grant creò Damian sotto la mia supervisione. E disse, sostanzialmente, che non voleva questo ragazzino in giro per troppo tempo. Sul serio non voleva divenisse così rilevante, inizialmente.

Quando il suo fato fu deciso, noi facemmo in modo di raccontare la storia più emozionante possibile. A seguito di quella morte, volevamo un racconto che potesse esplorare tutti gli stati del lutto di Batman e la rabbia derivante dal fatto di aver perso suo figlio.

Onestamente, ci sono state un paio di riunioni nelle quali ho provato a lottare per non far morire Damian, perché avvertivo che finalmente la gente iniziava a conoscerlo e ad amarlo. Mi sembrava ingiusto farlo fuori. Ma, alla fine, questa decisione fu presa.

 

Una delle uscite più apprezzate della lunga run dei due autori su Batman and Robin è stata quella intitolata Requiem, sulla quale si sono così espressi:

 

Tomasi – Alcuni lettori ci hanno confessato che Requiem li ha aiutati a superare periodi difficili. Abbiamo ricevuto diverse mail a riguardo, su persone che stavano affrontando dei lutti. Come scrittore, è stato qualcosa di incredibile.

Gleason – Davvero. Mi è accaduto lo stesso. Questo mi ha toccato, il sapere di aver dato vita a qualcosa di così importante per qualcuno.

 

Lo sceneggiatore ha poi parlato dei cambiamenti di registro nel corso dell’intera serie:

 

C’erano tre atti nella mia testa quando ho iniziato a scrivere questa serie. Il primo era quello nel quale volevo costruire la relazione tra i due protagonisti. Poi, dopo la morte di Damian, la storia trattava della ricerca del suo corpo. E dopo c’è stata la resurrezione di Robin.

 

Infine, Patrick Gleason ha discusso del titolo da lui attualmente curato come autore completo, Robin: Son of Batman, che è di fatto il sequel di Batman and Robin:

 

Questa serie è nata naturalmente dalle ceneri di Batman and Robin. Lavorandoci mi sono reso conto che Damian è davvero divenuto parte della mia vita, delle nostre vite. E non volevo continuare Batman and Robin senza Pete: quella era una cosa nostra. Però ho ritenuto corretto, nel bene o nel male, continuare a raccontare le storie di questo personaggio. Ci tenevo particolarmente e ho sempre avuto tante idee nella mia testa. Così, quando Batman and Robin stava volgendo al termine, ho discusso con la DC di queste mie folli idee.

 

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Fonte: Newsarama