Mi è stato chiesto del mio stile più volte e non ho mai una risposta chiara a questa domanda. Il mio amico Hugh mi chiama “il Jim Lee più pulito”, che mi piace come suona, anche se chiaramente non sono Jim Lee. Quando posso incontrarlo, fra parentesi, dato che ora lavoro in DC? Scherzi a parte, non saprei. Il mio insegnante di arte alle superiori diceva che avevo un “vocabolario elementare” quando si trattava di disegno. Quindi magari è questa la definizione più azzeccata.
L’artista ha poi discusso del suo lavoro su Poison Ivy: Cycle of Life and Death.
Il mio riferimento visivo per Ivy sarà sempre quello della serie animata. Non importa come, dove e chi scrive la storia, alla fine io guardo sempre a quella serie, fortemente radicata nel mio immaginario. Di sicuro il look del personaggio è in continua evoluzione, e lo è anche per me. Di solito, quando inizio a lavorare a qualcosa di nuovo, dopo un po’ la pressione scema, mi sento più a mio agio con il personaggio e la storia, e inizio a carburare davvero, cosa che desidererei sempre riuscire a fare prima.
Mann ha poi parlato degli strumenti del suo lavoro e della seconda copertina della miniserie:
I miei strumenti? Direi una matita presa da Wal-Mart e una penna Pitt da Hobby Lobby. Per la copertina, volevo un’immagine ravvicinata alla protagonista, perché nella prima uscita non ve ne sono. Nella storia, inoltre, ci sono dei poliziotti, così li ho integrati per creare qualcosa di semplice e divertente. Devo anche ringraziare mio fratello Seth che mi ha suggerito di aggiungere del sangue che cola a causa della rosa, cosa che conferisce al tutto quel senso di incantesimo insito nel personaggio.
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Fonte: Newsarama
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