Di recente Jill Thompson stata impegnata nella realizzazione della graphic novel Wonder Woman: The True Amazon, storia che propone un approccio differente e inedito alle origini della Principessa Amazzone della DC Comics. Il fumetto racconta della giovinezza di Diana vissuta su Isola Paradiso, andando a esplorare il suo “periodo di formazione” ricco di creature mitologiche, tesori magici e mostri terrificanti.

Abbiamo imparato a conoscere Wonder Woman al di fuori della sua terra d’origine (salvo sparute eccezioni), ma in questa storia scopriremo com’era la vita del personaggio prima che divenisse una supereroina. Jill Thompson ha di recente discusso di questo progetto con Comic Book Resources, partendo dal suo approccio alla storia:

 

Quando un’idea esplode nella mia testa – di solito mentre sto lavorando a qualcos’altro – non riesco ad abbandonarla finché non trovo una via per metterla in atto. Questa idea in particolare ha ronzato nella mia mente a lungo, mentre lavoravo ad altri progetti. Mi sono chiesta come avrei raccontato di Wonder Woman nel contesto in cui tutto ha avuto origine per lei.

Più ci pensavo e più questa idea prendeva forma. Dunque, ho buttato giù questa storia, che è stata proposta alla DC Comics in una forma quasi completa. Dopo aver avuto il loro via libera, dovevo solo capire come strutturare il racconto e in che formato proporlo. Eravamo tutti d’accordo sul fatto che non avrebbe avuto nulla a che fare con l’attuale continuity, cosa che preferisco sempre: mi piace che le mie storie siano a sé stanti.

 

Il titolo originale di questa graphic novel era The Very Selfish Princess (“Una Principessa davvero egoista”), e l’autrice si è così espressa sull’argomento:

 

Wonder Woman: The True Amazon, anteprima 01Quel titolo portava con sé un elemento fiabesco, qualcosa che volevo aggiungere al personaggio. L’ho proposto così, anche se ho sempre saputo che non sarebbe stato il titolo definitivo.

La domanda è: cosa accade quando una bella bambina, speciale, unica e piena di talento nasce su un’isola piena di mamme e zie con molti anni di vita alle spalle? Non vedono un’infante da anni, ed ecco che arriva questa creatura meravigliosa: ovviamente non possono fare altro che straviziarla.

Quindi la protagonista cresce sapendo di essere eccezionale, qualunque cosa faccia, non imparando l’umiltà. Dato che le altre Amazzoni hanno tutte la stessa forza e le stesse abilità, devono lottare per arrivare dove vogliono arrivare. A Wonder Woman, invece, basta esistere. Per lei è un dato di fatto: a lei sono concesse cose che le altre non spettano. Dunque, diventa un po’ arrogante e presuntuosa, senza scoprire mai cosa significhi un “no”. Volevo esplorare cosa sarebbe accaduto al personaggio se queste fossero state le dinamiche nelle quali è cresciuto.

 

Il discorso si è poi spostato sulla location della storia, Isola Paradiso:

 

Wonder Woman: The True Amazon, anteprima 02

Volevo creare un luogo da fiaba in cui tutto è sostanzialmente canonico, dove non ci si chieda il perché delle cose. Così ho immaginato che quest’isola fosse un luogo magico, che nessuno può trovare. Volevo assicurarmi che, nel caso avessi fatto giungere sull’isola una nave piena di donne, questa fosse un luogo dove sapevo che sarebbero sopravvissute, un contesto in cui fosse possibile trovare qualunque cosa. Frutta e altre risorse naturali che le avrebbero aiutate a costruire una società senza la necessità di commerciare con altri e avere contatti con il resto del mondo.

Inoltre, ho immaginato questo posto anche come un mondo da videogioco, con caverne oscure in cui trovare tesori nascosti degli dei, mostri e altre cose spaventose, tipo esseri mitologici. Si tratta di un luogo in cui, a causa delle dimenticanze degli dei, sono presenti creature terribili, chimere umane e bestiali. Tutti questi elementi sono finiti su Isola Paradiso.

 

Per la Thompson si tratta di un ritorno a Wonder Woman, avendo già lavorato al personaggio in passato assieme a George Perez.

 

Penso che tutto avvenga per caso. Ho avuto molte conversazioni con persone che mi chiedevano quali fossero i miei personaggi preferiti: dato che avevo lavorato su Wonder Woman con George, tutti credevamo in automatico che fosse stato il mio lavoro dei sogni, in quanto donna: “Sei una donna che fa fumetti, disegni la donna più famosa dei fumetti: dev’essere stato quello che hai sempre voluto fare”. E io rispondevo di no, che avrei voluto disegnare gli X-Men! Ho sempre desiderato fare fumetti in generale, specie con protagonisti dei personaggi che trovo interessanti.

Conoscevo Wonder Woman a causa della serie TV, ma non avevo letto tutte le sue storie originali finché non iniziai a lavorare con George. La sua versione è quella che mi è piaciuta di più. Quando leggo le altre, la cosa che le accomuna è una sola: lei è troppo perfetta. E questo non mi interessa, non quanto personaggi che devono lottare a causa dei loro poteri o per il fatto che sono considerati diversi.

Wonder Woman: The True Amazon, anteprima 03

 

 

Fonte: CBR