Di recente, l’artista Liam Sharp, in un’interessante intervista concessa al portale Comicosity, ha parlato della sua esperienza sulla serie dell’Amazzone, partendo dall’evoluzione del suo stile di disegno.
Si è evoluto parecchio. All’inizio, tutto ruotava attorno all’aspetto di Diana, a come dovesse apparire. Ho letto e apprezzato la run di Brian Azzarello e Cliff Chiang, ma ho sempre saputo che ci sarebbe stato un brusco cambio di direzione dal punto di vista visivo. E poi ci sono molte altre versioni del personaggio, alcune decisamente aggressive, come quelle di Frank Miller e Jim Lee.
Le mie prime bozze di Wonder Woman la vedevano come una sorta di Valchiria. Ma quando Greg [Rucka] è salito a bordo, ha voluto ripartire da zero: quella non era di certo la sua Diana. Così, ho dovuto rivoluzionare completamente il modo in cui la vedevo.
Ovviamente, questo personaggio ha molto a che fare con la bontà e l’empatia: davanti a un problema, lo analizza e trova sempre una soluzione, non semplicemente brandendo una spada e guerreggiando. Quindi sono ripartito da un sorriso e da lì tutto è diventato più grande. Devi permetterti un nuovo inizio che ti consenta di goderti l’esperienza insieme al personaggio, come se fosse un viaggio.
Immagino di averla conosciuta davvero solo a lavori in corso, e mi ci sono innamorato molto rapidamente. Ora è come se fosse parte della mia famiglia, tanto da non riuscire a immaginare la mia vita senza di lei, per quanto possa apparire strambo.
L’obiettivo dichiarato dello sceneggiatore Rucka, di ritorno sulla serie di Wonder Woman dopo la prima run di qualche anno fa, era ricostruire il personaggio – e il cast di comprimari – facendo ordine in una continuity parecchio confusa e ridando nuova linfa vitale al titolo per le storie venture. Su questo tema, Sharp si è così espresso:
Tutto il cast si è rivelato molto interessante. Ho amato il Dottor Cyber per via della sua natura ironica: poteva essere l’entità cibernetica che avrebbe portato la distruzione più totale, ma aveva Veronica Cale come migliore amica. E inoltre, mi si è spezzato il cuore quando si è scoperto come ha fatto a divenire ciò che è ora, e abbiamo visto questo personaggio furioso e terrificante. È stato divertente.
Anche la Cale è un personaggio affascinante, e del resto è il preferito di Greg. Il suo arco narrativo è davvero fantastico: ciò che Greg sa fare davvero bene è prendere un personaggio che tutti dovrebbero odiare e dargli una storia pregressa davvero affascinante, tanto che si finisce per provare dispiacere per lui. Pensate a Cheetah, ad esempio.
Poi c’é Poison (la Maru) che è sostanzialmente una mercenaria, un personaggio che è bianco o nero: una vera badass. Volevo inserire dei classici elementi grafici nel suo design e in quello del suo team, come mantelli simili a quelli dei supereroi, perché questa serie non ha esattamente un’atmosfera supereroistica. È un fumetto davvero unico, con un suo proprio universo narrativo, come se l’intera serie fosse stata in realtà un progetto a sé.
È un mondo davvero ricco, e ciò che dovevamo fare era farlo sembrare un territorio mai esplorato prima, con tanti dettagli folli.
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Fonte: Comicosity
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