Deadpool #40 - cover di Scott KoblishIntervallare lunghi archi narrativi con un albo di rottura, in gergo “inventory issue” (numero riempitivo), è una prassi consolidata nei fumetti seriali. Solitamente alla Marvel ci si rifà a un episodio dimenticato del passato o un racconto che nulla ha a che fare con le trame portanti: niente a che vedere con il numero #40 della seguitissima testata americana di Deadpool, uscito pochi giorni fa in USA.

Protagonisti insieme a Wade Wilson sono personaggi reali come la brillante attrice e donna di spettacolo Sarah Silverman e nientemeno che gli sceneggiatori di comics Jason Aaron e Jason Latour. L’improbabile trio di celebrità si leva contro la famigerata Roxxon Corporation e suoi loschi affari legati a tecniche di estrazioni petrolifere ad alto impatto ambientale come la “fratturazione idraulica”, in gergo “fracking”, o addirittura il “gracking”, che consiste nel recuperare il prezioso oro nero generando spaccature nel suolo rispettivamente con l’utilizzo di acqua a fortissima pressione o, nell’immaginario degli autori Gerry Duggan e Brian Posehn, mediante raggi gamma. Veniamo a consocenza della curiosa trama, disegnata con uno stile molto particolare da Scott Koblish che ricorda un libro illustrato per bambini, e sentiamo da Duggan i retroscena di questo curioso numero #40, compresa la conferma della morte di Deadpool. Eccovi il meglio della chiacchierata e alcune delle fantastiche tavole. Buona lettura.

 

Deadpool #40 - guest star Sarah Silverman

Deadpool #40 – guest star Sarah Silverman

Com’è venuta fuori un’idea del genere, sappiamo che sono tutti vostri amici ma si deve interpretare come un qualche tipo di sorpresa che gli avete voluto riservare?

No, non in quel senso. Sarah è sempre pronta a scherzare e si è pensato che questo fosse un modo per fare qualcosa per lei, permettendogli di apparire in un posto dove non era mai stata prima. Ha vinto un Emmy quest’anno e sta girando film mentre porta avanti il suo spettacolo. Ma ora può pure dire di aver conquistato il mondo dei comics. Alla fine è riuscita come una gag divertente ma coinvolge una voce già da tempo attiva politicamente…

Mentre stavamo buttando giù le idee per quella che doveva essere la nostra storia più pazzesca avevamo in mente sin dall’inizio di includere la Roxxon, perché uno degli architetti Marvel, Jason Aaron, aveva fatto lo stesso con la sua Thor. Così gli abbiamo buttato lì la cosa, chiedendogli se potevamo prenderlo in prestito. Lui si mostrò riconoscente ed entusiasta ma non aveva davvero capito, così gli risposi e dissi: “No, io vorrei usare Te”. Ed ecco come lui e Jason Latour sono finiti in questo numero.

Tu e Brian vi divertite, è chiaro, con questi numeri riempitivi di Deadpool. Quand’è che vi sono venuti in mente?

Deadpool #40 - cover variant di Salvador Larroca

Deadpool #40 – cover variant di Salvador Larroca

La risposta vera è che la cosa risale a prima che Brian e io scrivessimo comics. Sia lui che io abbiamo questa passione comune per i vecchi tie-in promozionali. Io ne ho una vera e propria collezione… Quei numeri della Marvel che vedevano l’eroe in un’avventura a sfondo sociale o promozionale, non si vedono più. Volevo semplicemente divertirmi con quel genere lì…

Albi così sono una grande occasione per mettere in scena una storia brillante dove la Roxxon paga per produrre un fumetto a favore del fracking. Non va a finire secondo i piani ovviamente, ma il divertimento è stato vedere Scott [Koblish] e Val [Staples, il colorista] scimmiottare quel vecchio stile. Devo riconoscere anche un grosso merito al nostro editor Jordan D. White, che ci ha suggerito di colorarlo tutto con pastelli, non solo le due pagine che riguardano il movimento di protesta.

Penso faremo un sacco di chilometri fuori da questi numeri riempitivi. I migliori che abbiamo realizzato hanno legami con la prossima storia che stiamo preparando. Per esempio la Roxxon giocherà un ruolo di rilievo negli episodi finali della run.

Il gracking è qualcosa che sta a cuore a Sarah?

Deadpool #40

Deadpool #40

Guarda, lei è sensibile ai problemi ambientali ed è una gran persona ma a dir la verità è tutta farina del mio sacco. Mio nonno era architetto impiegato al New York City Reservoir e viveva a lavorava presso le Montagne Catskill. Così conosco da sempre le problematiche sull’acqua e fanno parte anche di una vecchia trama che scrissi con Phil Noto. Penso che quello dell’acqua sia un problema morale. Non possiamo vivere senza. Solo perché qualcuno riesce a farci dei soldi facili non vuol dire che sia giusto…

In breve, non c’è modo di fare un fumetto di Deadpool senza che mi prenda totalmente, così perlomeno getteremo un po’ di luce su qualcosa che la gente potrebbe aver ignorato fino ad ora. Mi piace anche che la storia prenda spunto da ciò che Jason Aaron sta facendo con Thor, è carino che sia legata a quello.

Ci siamo divertiti trattando il problema, trattando gli aggressori e gli oppositori. Ne sono orgoglioso. Abbiamo lanciato qualche frecciata pure agli ambientalisti. In sostanza è un fumetto di Deadpool, perciò se provieni da una famiglia di specialisti in fracking, ti divertirai lo stesso…

Un’ultima domanda visto che hai conquistato le prime pagine la scorsa settimana. Senti qualche rimorso per aver fatto fuori Deadpool?

Ho visto un sacco di teorie online. Alcune davvero spassose, altre serissime. Lasciatemi dire qui che questo NON è un pesce d’aprile. Sarà morto stecchito per la fine della serie. Come accadrà, piacerà sicuramente ai fan della serie.
Ciò non vuol dire che non si arrabbieranno con noi. Io non sono lo sceneggiatore di Deadpool che vi meritate, sono il solo di cui abbiate bisogno.

 

Fonti: Comic Book | CBR