Gli anni ’90 hanno acquisito per i fumetti a stelle e strisce un’accezione essenzialmente poco positiva, in alcuni casi sono addirittura sinonimo di scarsa qualità, vuoi per lo stile esagerato dei disegni, le copertine artefatte e i personaggi stereotipati e superficiali.
Un luogo comune nasce spesso da un fondo di verità. L’ultima decade del passato millennio ha prodotto in America comics in abbondanza con queste caratteristiche, ritenute oggi molto negative, ma è stata anche capace di offrire ai lettori opere straordinarie. Abbiamo preso spunto dalla curiosa lista che Newsarama ha compilato senza intenti di classifiche di sorta, per elencare dieci fumetti targati ’90 che meritano di essere ricordati come capolavori assoluti.

 

The League of Extraordinary Gentlemen (1999, America’s Best Comics – Wildstorm/DC) di Alan Moore and Kevin O’Neill
La parodia/omaggio in salsa steampunk delle più grandi opere di avventura della letteratura mondiale è ormai un culto tra gli appassionati di fumetti. Altri autori prima di Moore avevano riunito icone dei classici in un’unica, comune avventura, ma mai miscelando così bene arguzia, azione e irriverenza. Ancora più impressionante della storia stessa sono i saggi contenuti nel numeri delle miniserie che ricostruiscono una storia immaginaria del mondo che spieghi e dia coerenza a tutto ciò che il lettore potrà trovare nell’opera, da Babbo Natale a Twin Peaks.

Good-bye, Chunky Rice (1999, Top Shelf Productions) di Craig Thompson
La favola della tartaruga che dice addio alla propria casa e al suo miglior amico topolino, è una struggente allegoria sulle dure scelte con le conseguenti perdite, che la vita a volte ci impone di prendere. Il fumetto valse al suo autore la notorietà internazionale e un Harvey Award nel 2000 per la categoria Best New Talent.

Maus II: And Here My Troubles Began (1991, Pantheon Books) di Art Spiegelman
Maus II è il seguito e il completamento di Maus (1986), che sono valsi al suo creatore una cascata di premi tra cui un premio Pulitzer nella categoria Special Award. Impossibile catturare con una definizione questo graphic novel geniale dove tramite la figura di riferimento del padre e la trasposizione dei protagonisti dell’olocausto in specie animali (i tedeschi i gatti, gli ebrei i topi e i polacchi non ebrei i maiali), Spiegelman racconta la sua e la nostra storia.

Marvels (1994, Marvel) di Kurt Busiek e Alex Ross & Kingdom Come (1996, DC Comics) di Mark Waid e Alex Ross
Per la Casa delle Idee e per la rivale di sempre, la DC Comics, Alex Ross dipinge due miniserie entrambe di quattro numeri che hanno suscitato dal punto di vista visivo un grande impatto nella mente di tutti i lettori, che raramente altri comics sono riusciti a realizzare, consacrando Ross come uno dei più originali e straordinari artisti del fumetto americano. Le due opere, sono da ricordare anche per la peculiarità dei soggetti. La prima un racconto del Marvel Universe e dei suoi protagonista fatto dalla gente di strada, in particolare dal fotografo Phil Seleski. La seconda, una visione futura e apocalittica in cui i più grandi paladini della Terra sono chiamati a scontrarsi con una nuova generazione di giustizieri anch’essi dotati di superpoteri ma mossi da ben altri principi.

Spawn (1992, Image) di Todd McFarlane
Nel 1992 sette superstar del fumetto americano, Todd McFarlane, Jim Lee, Rob Liefeld, Marc Silvestri, Erik Larsen, Jim Valentino e Whilce Portacio fondavano la Image Comics. Uno tra i primi e immediati successi della casa editrice americana, una delle maggiori realtà editoriali statunitensi oggi, dopo Marvel e DC, fu il fumetto rivoluzionario per grafica e tematiche creato da McFarlane e incentrato su un “super anti-eroe” demoniaco: Spawn.

The Authority (1999, Wildstorm/DC) di Warren Ellis e Bryan Hitch
Riprendendo alcuni dei principali personaggi che aveva introdotto in StormWatch, Ellis dà vita al fumetto e al supergruppo Authority, estremizzando il concetto di supereroe super-partes e creando una squadra di giustizieri disincantati e machiavellici, pronti a tutto perché il “bene” trionfi. È un successo mondiale che vedrà altri progetti simili nascere sulla stessa lunghezza d’onda tematica.

Preacher (1995, Vertigo/DC) di Garth Ennis e Steve Dillon
Nel 1993 nasceva l’etichetta Vertigo, che la DC Comics creò nei primi anni ’90 per proporre a un pubblico adulto e più maturo titoli di un certo spessore editoriale e non solo fumetti violenti e allusivi che potessero andare oltre le regole imposte dal Comics Code Authority americano. Furono ingaggiati i migliori autori allora in forza e non alla casa editrice americana, tra cui Garth Ennis che avrebbe dato vita di lì a poco a forse il suo capolavoro, il grottesco e dissacrante horror-western incentrato sul reverendo Jesse Custer: Preacher.

Sin City (1991, Dark Horse) di Frank Miller
I grandi fumetti USA non sono solo basati su soggetti supereroistci o sovrannaturali. Frank Miller lo ricorda a tutti con il suo crime Sin City, costruendo un universo noir particolarmente violento e crudo declinato con il suo stile unico e inimitabile.

Hellboy (1993, Dark Horse) di Mike Mignola
Mignola fondendo gli elementi più suggestivi del folclore internazionale, della letteratura horror e del fumetto pulp, crea l’investigatore dell’occulto più famoso oltreoceano, uno dei personaggi più riusciti e irresistibili di sempre, il demone “naturalizzato umano” Hellboy.

Fonte: www.newsarama.com