In questo periodo di isolamento forzato, le riflessioni e le attività di riordino sono all’ordine del giorno, assieme a una più serrata attività sui social, in sostituzione delle mancate opportunità di contatto diretto: una combinazione inaspettata che ha incoraggiato molti autori a diffondere e condividere con i loro fan copioni, bozze, studi e profili di progetti proposti e mai realizzati (Rick Remender guida l’assalto con la sua ricca miniera di progetti in fieri). Ad alzare la posta è oggi Scott Dunbier, editor di Alan Moore ai tempi della sua collaborazione con l’etichetta WildStorm (oggi di proprietà della DC Comics).

Sul suo profilo Twitter, Dubier ha rivelato un vero e proprio reperto: le prime pagine di una sceneggiatura del Bardo di Northampton per un annual dedicato a Gen¹³, la squadra di super eroi adolescenti creata da Jim Lee, Brandon Choi e J. Scott Campbell per l’etichetta della Image Comics. L’editor afferma di avere le prime quattordici pagine (di quarantotto) della storia The Coming of the Collector!! e ne fotografa la prima, specificando naturalmente che è rimasta incompleta.

Di seguito trovate la traduzione dell’assaggio di quella che avrebbe potuto essere la Gen¹³ firmata da Moore!

 

L’avvento del Collezionista!

Pagina 1

Vignetta 1

Bene, iniziamo con una tavola a piena pagina all’interno del quartier generale ad alta tecnologia di Gen¹³. Ci sono tutti… vale a dire Fairchild, Rainmaker, Freefall, Burnout e Grunge, e si guardano attorno con aria annoiata.

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Burnout se ne sta seduta in primo piano a sinistra. Ha evocato una danzatrice nuda fatta di fiamme sul palmo della sua mano e distoglie lo sguardo da essa per voltarsi verso il fondo della stanza, dove Queelock, la mascotte interdimensionale di Gen¹³, emerge da un varco multicolore simile all’iperspazio apertosi alle spalle del gruppo. Avanza verso di noi e tiene in bocca qualcosa (o lo trasporta come di solito trasporta gli oggetti).

Sul lato destro, in primo piano, vediamo Rainmaker che se ne sta seduta a leggere un libro: Rubyfruit Jungle, di Rita Mae Brown. Anche lei alza gli occhi quando Queelock fa irruzione nella stanza con un’esplosione luminosa.

Più in secondo piano, Fairchild abbassa i grossi pesi con cui si stava esercitando e guarda a sua volta Queelock, come anche Grunge, che se ne sta appeso a testa in giù a una trave, o qualcosa del genere, e legge un fumetto… probabilmente una copia di Blood-Splashed Hooters o simili.

Anche Freefall, che fluttuava a gambe incrociate davanti alla televisione, in secondo piano, si guarda intorno. Queelock tiene tra le mascelle una specie di grosso e strano pacchetto avvolto in un involucro di plastica trasparente tempestato di gadget iper-tecnologici, palesemente proveniente da un’evoluta civiltà interdimensionale. Al suo interno c’è una specie di grossa placca di metallo argentata dalla strana forma, ma non riusciamo a vedere di cosa si tratta.

In realtà la busta trasparente si rivelerà essere l’equivalente interdimensionale iper-tecnologico di un gigantesco sacchetto di mylar, ma questo lo scopriremo soltanto nelle ultime quattro pagine del fumetto. In primo piano, Burnout assume un’espressione seccata e annoiata, distogliendo lo sguardo dalla sua danzatrice di fuoco per voltarsi verso Queelock e il suo misterioso pacchetto.

Il logo di Gen¹³ va collocato da qualche parte in alto a sinistra, mentre il lettering compare in fondo a destra.

 

 

 

Fonte: Bleeding Cool