Dopo il successo di Scott Pilgrim, Bryan Lee O’Malley torna a scrivere un nuovo fumetto seriale, collaborando per la prima volta con un disegnatore – Leslie Hung – e dedicandosi per la prima volta a una serie regolare con periodicità mensile. Stiamo parlando di Snotgirl, la storia della fashion blogger Lottie Person, dietro la cui immagine di popolare blogstar si cela in realtà una vita personale alquanto disordinata.

Comic Book Resources ha intervistato O’Malley, che ha raccontato come il suo processo creativo venga influenzato dai fan e cosa racconta della vita quotidiana online delle persone questo fumetto.

 

Cosa ti ha ispirato a raccontare la storia di Snotgirl? C’era un’idea alla base che ha dato il via al progetto, o con Leslie Hung volevate semplicemente realizzare qualcosa ambientato nel mondo del fashion blogging?

Decisamente la seconda che hai detto. Mi piacciono i disegni di Leslie, perciò la prima cosa che mi sono chiesto è che tipo di fumetto le avrebbe permesso di disegnare ragazze carine con capelli fluenti e altre cose del genere. Gli altri nostri interessi poi sono confluiti in questo progetto; a essere sinceri è stato tutto molto rapido, abbiamo cominciato a dire “ragazza”, “fashion”, “allergia” e questi tre elementi sono entrati nel mix dal primo giorno, abbiamo proceduto a sviluppare da lì.

Cosa ti affascina del fashion blogging? Credo che le persone appartenenti a quel settore abbiano a che fare con un settore differente da quello dei fumetti, dove gli affari sono più limitati e i blogger possono raggiungere chiunque. Il mondo della moda sembra popolato da persone di un altro universo.

Snotgirl #1Sì, non paragonerei il fashion blogging allo scrivere di fumetti o in generale della cultura pop; queste attività richiedono delle abilità specifiche, mentre gestire un blog di moda significa indossare bei vestiti e saper fare abbinamenti interessanti.

Mi ricorda più il mondo dei cosplay. È più vicino all’essere fan di determinate etichette che a un lavoro di blogger; il concetto dell’influencer è in realtà un fan che a sua volta ha un seguito in grado di spargere la voce con uno stile personale. Sta iniziando a succedere anche nel settore dei fumetti, anche se sta avvenendo più tardi perché ci sono meno soldi e meno infrastrutture, perciò i fan sono sempre stati più vicini agli autori.

Un concetto dominante in questo periodo è che tu online stai presentando una versione di te stesso. Che tu stia provando a mostrare il meglio di te, o che ti stia aprendo a proposito di qualcosa di terribile che ti è accaduto, c’è un elemento performativo nell’essere online.

Snotgirl #2La moda deve spingere quest’idea all’estremo. Non riesco a immaginare cosa possa significare essere un teenager o avere 20 anni oggi, quando ogni aspetto della tua vita viene condiviso sul web.

Snotgirl arriva in questo strano momento dove si è quasi arrivati a toccare il fondo dei social media. C’è questa spinta a esternare le tue peggiori qualità prima che qualcun altro possa farlo. Tutti questi ragazzini che nella biografia si descrivono come degli sfigati… vogliono provare di essere in gamba mostrando quanto in realtà non lo siano.

Non è un concetto semplice da spiegare, ma penso che Snotgirl abbia un senso profondo in questo momento: la protagonista si vuole mostrare al meglio, ma noi mostreremo i suoi aspetti positivi e negativi, come una persona normale.

In Scott Pilgrim e Seconds hai raccontato storie emozionanti nonostante il genere fosse tutt’altro che realistico. Non credo che tra qualche numero vedremo la protagonista combattere contro uno stregone o qualcosa di simile. È stato liberatorio raccontare una storia ambientata nel mondo reale o ti sei trovato senza un elemento di sostegno che utilizzavi di solito?

Sì, di sicuro non raggiungeremo quel livello di follia, non avrà lo stesso spirito anarchico di Scott Pilgrim. Ma non tutto è come sembra, perciò terrò la bocca chiusa finché non sarà uscito qualche altro albo.

Il design della protagonista Lottie Person è visivamente particolare. Forse è perché so che hai una passione per gli X-Men di Marc Silvestri, ma vedendo una ragazza coi capelli verdi ho pensato automaticamente a Lorna Dane [Polaris – NdR]. Ci sono state alcune influenze grafiche che hai volevi includere, o hai lasciato tutto nelle mani di Leslie?

Ho fatto fare tutto a lei, sinceramente non avevo pensato a Lorna Dane finché non l’hai menzionata. Però è divertente, perché lo stile di Leslie mi ricorda i disegni di Marc Silvestri. Uno degli elementi che mi attirava dei suoi fumetti negli anni ’90 è che la moda era un elemento importante: i personaggi avevano vestiti stupendi e li vedevamo andare al centro commerciale a fare shopping. Snotgirl è chiaramente influenzato da quell’esperienza come lettore. I disegni di Leslie sono così pieni di vita, che non ho dato alcun riferimento, non ho mai detto che volevo qualcosa di un determinato colore, perché Leslie e la sua colorista lavorano a stretto contatto e creando un mondo visivo che adoro.

Com’è cambiato il tuo stile di scrittura per questa storia? Scott Pilgrim era un’altra serie, ma realizzare un fumetto che esce a cadenza mensile dev’essere differente. Hai cercato di completare un “pilot” autoconclusivo per il primo numero, o hai lasciato che gli eventi avessero il loro spazio?

Snotgirl #3Il primo elemento con cui ho dovuto fare i conti è che ogni albo ha solo 24 pagine. Sono abituato a lavorare con volumi di circa 160 pagine, perciò ho molto meno spazio a disposizione, e c’è molta più pressione sul primo numero per conquistare lettori.

Uno dei punti di forza di Scott Pilgrim è che ho potuto aspettare fino a pagina 120 per rivelare qualcosa di grosso; qui non potevo presentare ogni elemento in una storia di 24 pagine, perciò ho inserito un gancio che spero convinca il lettore a tornare per approfondire questo mondo mentre lo raccontiamo.

Poi c’è un margine di improvvisazione. Essendo mensile e dovendo continuare a realizzarlo in modo regolare, non posso pianificare tutto, solitamente impiego anni per preparare un mio volume. Su questa serie abbiamo lavorato per un paio di anni, ma non significa che abbiamo pianificato tutto, ci sono cose che non ho potuto definire nel dettaglio e lo farò mentre la serie prosegue.

Molti autori apprezzano l’interazione con i lettori possibile durante la lavorazione di una serie regolare. Pensi di istituire una classica rubrica della posta? Credi che ciò che i fan diranno sui social dopo l’uscita di ogni numero influenzerà lo sviluppo della storia?

Avremo una rubrica della posta, ma non so bene cosa succederà, è più un esperimento. In questi anni però penso che il feedback possa essere immediato – anche se non richiesto – è sufficiente guardare Twitter. Ce lo aspettiamo. Ma sono sicuro che le reazioni dei lettori influenzeranno il secondo arco narrativo, il primo ormai l’abbiamo terminato.

Da ciò che sappiamo della storia, Lottie deve affrontare il contrasto tra l’immagine perfetta che dà di sé online e il suo disordine nella vita privata. Ti senti vicino a questo concetto? Come hai cominciato a sviluppare questo racconto?

È una storia molto legata alla protagonista, ci saranno colpi di scena e svolte narrativa, ma il vero nocciolo della serie è la sua personalità. Lei è anche la narratrice, perciò saremo nella sua mente, sarà tutto molto soggettivo. Poi nel secondo numero incontrerete un altro personaggio che diventerà un secondo punto di vista, credo renderà le cose divertenti.

Con questo formato seriale voglio poter sorprendere i lettori e portare la storia in direzioni differenti, non rimarrò bloccato nella mente di un personaggio, che è la struttura che ho utilizzato finora in tutti i miei fumetti.

Hai cercato di creare una protagonista che si differenziasse molto dai personaggi delle tue precedenti opere? 

Snotgirl #4Penso che Lottie sia molto diversa dagli altri protagonisti dei miei fumetti, nello specifico parlo del mio stile di scrittura. Sarà molto importante il suo punto di vista sulle cose, il modo in cui si vede, come vede le altre persone e come immagina le altre persone vedano lei.

Questo è il fulcro della storia. Il tema iniziale è l’autenticità: la persona che presenta online è una persona reale? O quando si presenta online in modo diverso dalla realtà, è lei a non essere più reale? È un tema interessante, abbastanza nuovo per me e anche per la società, lo sto esplorando.

La protagonista si basa sulle mie idee in generale e da quelle di Leslie. Poi ci saranno tutti questi strani personaggi che sarà divertente approfondire; ognuno di loro al momento è apparso solo per una pagina o per qualche vignetta, perciò non ho molto da dire, ma sarà divertente proseguire il loro racconto.

Sembra che creativamente tu sia al lavoro su diversi progetti. So che mentre finivi di disegnare Seconds un infortunio ti ha causato un ritardo nella consegna, ti stai attrezzando per riprendere a disegnare con regolarità?

Sì, mi sento bene. Un paio di anni fa mentre facevo esercizio fisico mi sono infortunato a una spalla e non ero in grado di disegnare, potevo a malapena tenere in mano una matita. È stato molto frustrante, ma mi sono fatto forza e sono riuscito a finire Seconds, grazie all’aiuto di alcuni fisioterapisti che mi hanno spiegato come funziona il corpo umano.

Le ultime volte che ho sostenuto lunghe sessioni di autografi alle convention stavo bene, mente in passato dopo un’ora di firme la mia mano cominciava ad accusare il colpo. Ma ora ho imparato la postura corretta e come usare i muscoli per disegnare, una pratica che richiede uno sforzo fisico maggiore di quanto pensassi.

 

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Fonte: Comic Book Resources