Entriamo nello specifico parlando delle due storie fin qui apparse su “Lupo Magazine”.

Lupo Magazine 2, copertina di Silver

In “Pazza Idea”, l’idea dell’Enrico aspirante porno-attore è farina del sacco di Silver (io non avrei mai osato), che me l’ha consegnata con fiducia e condiviso la messa a punto di idee collaterali, tono generale e paletti formali. La fase della documentazione è stata particolarmente scrupolosa: ho consultato coscienziosamente tutte le categorie di YouPorn e con altrettanto zelo approfondito i dettagli su PornHub. Un lavoro faticoso ma stimolante che ho affrontato col doveroso spirito di sacrifizio.

Durante la scrittura di “LOL”, invece, ho passato parecchie ore a bighellonare tra le bacheche più sconcertanti di Facebook, al termine delle quali, superato l’impulso di buttarmi dalla finestra, ho scritto due soggetti. Nelle intenzioni avrebbero dovuto dividersi lo spazio assegnato: il principale, di taglio satirico, era ambientato in fattoria; il secondario, un breve raccontino metaforico-surreale. Dopo averli visionati, Silver mi ha suggerito di concentrarmi su secondo, visivamente più interessante, e a quel punto, amalgamando in una sorta di mash-up la satira del primo con il contesto del secondo, è nata questa versione di “LOL”.

C’è ancora un po’ di timore reverenziale nei confronti del vaglio critico del creatore del personaggio? Penso a una storia come “Natale senza te”, decisamente personale e intimista.

“Natale senza te” fa parte di quel gruppo di storie – nel tempo sempre più numerose e tuttora nel cuore di molti lettori del lupo – che seppur brevi si potrebbero già definire graphic novel. La natura stessa di certi soggetti, a volte, esige di alzare l’asticella e spostare l’approccio narrativo verso forme più autoriali e mature e azzardare forme e stili particolari (adoro il formalismo, d’altronde). È in fondo quello che ho fatto spesso, in combutta con altri folli come Giorgio Sommacal e Massimo Bonfatti, in quella grande palestra di sperimentazione che è stato “Cattivik”.

Anche Lupo Alberto, con la sua consolidata tradizione, è un personaggio che consente grandi spazi di sviluppo narrativo e di stile, com’è d’altronde evidente dalla grande varietà stilistica presente fin le prime strisce. E Silver, dal canto suo, ha sempre concesso molta libertà creativa ai suoi autori, non imponendo di aderire a canoni monolitici o mettersi acriticamente al servizio del personaggio – sarebbe manierismo – ma piuttosto di farlo vivere ed evolvere. Spingere fino al limite dei paletti ed esplorare le tante declinazioni possibili pur restando fedele alle sue caratteristiche, è una sfida che continua a appassionarmi.

Quali sono i comprimari intramontabili, fuori e dentro la Fattoria McKenzie, che preferisci? “Lupo Magazine” può rappresentare l’occasione per introdurne di nuovi?

Non ho particolari preferenze e cerco di dare a ciascuno la sua opportunità. Spesso prende la parola Enrico, che ormai è la rock star del fumetto, ma prima o poi è capitato a ognuno dei McKenzie diventare protagonista per un giorno. Non credo che nuovi personaggi entreranno a far parte della comunità in pianta stabile, a meno che Silver non decida diversamente. Invece il ritorno di qualche comprimario di passaggio non è improbabile.

Credi che il modo in cui verrà accolto “Lupo Magazine” possa in qualche modo influenzare la vita editoriale dell’altra testata dedicata ad Alberto?

Credo che le due riviste possano vivere vite parallele, ognuna seguendo diverse direttrici. Lo so, è una risposta molto democristiana. Mi sono ispirato a “convergenze parallele”

Lupo Magazine: LOL, anteprima 02

Come si intercettano i favori di un pubblico cresciuto con un tipo differente di comicità? E le nuove leve di lettori sono invece pronte per una rivista come “Lupo Magazine”?

La comicità di Lupo Alberto è variegata e segue il suo tempo. Credo si possa adattare bene alle variazioni di gusto dei lettori, senza tuttavia snaturarsi cercando di inseguire le mode del momento (su “LOL”, ho abbozzato qualche considerazione a riguardo). Tuttavia, leggerlo solo in un’ottica umoristica a mio parere è un poco riduttivo. La sua natura essenzialmente umoristica si esprime al massimo nelle tavole autoconclusive e nelle vignette, ma le storie lunghe, fin dall’inizio, sono state improntate allo stile della commedia nelle sue molteplici declinazioni: nera, parodistica, metaforica, demenziale, horror, sentimentale (io tento di esplorarle tutte e di inventarne di nuove, per la gioia dei disegnatori che infatti mi amano). È il genere perfetto per rappresentare il lato tragico dell’esistenza o la sua poesia e sperimentare, non di rado affrontando argomenti importanti come l’ecologia o il costume, e usando come arma preferita la leggerezza, che non è sinonimo di superficialità. Le storie per il magazine contengono le diverse anime del Lupo a cui i lettori sono abituati, con un taglio umoristico più adulto ma garbato.

Negli anni Settanta e Ottanta le riviste a fumetti rappresentavano un importante laboratorio in cui sperimentare nuove forme di linguaggio: secondo te, perché in una stagione prolifica per il Fumetto come quella che stiamo vivendo le edicole non propongono più la stessa variegata offerta?

La formula rivista di cui parli pare scomparsa, insieme a certa meravigliosa sintesi che permetteva di leggere storie compiute in un numero limitato di pagine. Ora leggi storytelling così dilatati che per centinaia di pagine bastano pochi minuti. Archie Goodwin, prega per noi.

Lupo Alberto è un personaggio indissolubilmente legato al nome del suo creatore: come si vive “all’ombra” di un artista cardine del Fumetto? Attualmente, stai lavorando a qualcos’altro?

La titolarità nel fumetto mainstream è garantita dai credits e dalle benevole attenzioni di lettori e di critici, e dunque l’onore è salvo. Per il resto, qualcosa in mente c’è sempre, ma è inutile fare annunci. Quando e se accadrà, sarà impossibile non saperlo, perché il web non perdona. LOL.

Lupo Magazine: LOL, anteprima 03