Jason Pearson, uno dei disegnatori più apprezzati degli anni Novanta, di recente autore di diverse copertine per Deadpool, torna al titolo che lo ha lanciato nel mondo dei comics: quel Body Bags che, nel 1996, fece voltare per la prima volta gli sguardi verso le sue doti di fumettista completo. Una storia d’amore, quella fra Pearson e la serie che lo ha portato al primo successo, che dura ormai da vent’anni, con ritorni periodici alla storia, grazie a one-shot e miniserie che hanno punteggiato la sua carriera irregolarmente ma immancabilmente.

L’autore ex membro dello storico collettivo Gaijin Studios ne ha parlato su Newsarama, a pochi giorni dal termine della campagna Kickstarter per il finanziamento di una nuova serie ambientata nel mondo di Body Bags, dal titolo Don’t Die Until I Kill You.

 

Body Bags, Don't Die Until I Kill You, immagine promo di James Pearson 02Sono tornato a lavorare su Body Bags per il semplice fatto che si tratta di una storia che da lettore vorrei sempre avere modo di leggere. Non so spiegarlo meglio di così. L’idea mi venne nel 1993, ma non scrissi una riga fino a due anni dopo e il primo numero uscì nel 1996. Inizialmente doveva essere parte di un lavoro collettivo interno a Gaijin Studios, ma alla fine è sopravvissuto solo il mio titolo e, con gli anni, è cambiato assieme a me.

Don’t Die Untile I Kill You sarà sostanzialmente la storia di un messaggio divino e delle scelte che i personaggi dovranno affrontare alla luce di quel messaggio. Si tratta di una storia crocevia, tanto per loro quanto per me. E, in tutti i casi, è il preludio a una nuova saga interna a Body Bags, dal titolo Vicious. Mack e Panda saranno di fronte a un bivio. Non ho intenzione di rivelarvi di più.

Per chi non conoscesse il soggetto della serie, si tratta delle vicende di una coppia di assassini a contratto, Mack e Panda appunto, che hanno la sventura di essere anche padre e figlia e di vivere e lavorare nella caotica città immaginaria di Terminus, in una Georgia (intesa come stato degli USA) distopica, ma non troppo distante dell’Atlanta dei nostri tempi.

Il mio stile e la mia personalità sono cambiati moltissimo, quindi aspettatevi temi e storie molto diversi rispetto agli anni scorsi. Sarà pubblicata con 12-Gauge dal mio amico ed editor Keven Gardner per il buon rapporto che mi lega a lui e, soprattutto, perché questo mi darà la possibilità di possedere del tutto i diritti sulle storie.

Quando ho lanciato la campagna di crowdfunding, ho promesso almeno ottanta pagine da consegnare entro maggio 2016. Ma all’epoca sono stato basso con cifre e tempi perché ero scettico, non credevo che il pubblico avrebbe reagito come invece ha fatto. Gli obiettivi sono stati raggiunti in pochissimo tempo e sono felicissimo. Tuttavia, abbiamo bisogno di un po’ di aiuto ancora per arrivare a 96 pagine, l’equivalente della serie originale. La sceneggiatura è quasi finita. Non appena arriveranno i soldi da Kickstarter mi metterò a disegnare. Mi occuperò anche di chine e colori. Tutto da solo.

Si è trattata della mia prima volta con il crowdfunding, un esperimento. Ho progettato un obiettivo minimo che mi permettesse di pagare l’affitto per alcuni mesi e mi sostentasse per il tempo di lavoro al fumetto. Ma tutti sanno che ci vogliono più di ventimila dollari per realizzare una miniserie, anche lavorando in totale autonomia.

Come prima volta non c’è male. Spero che i guadagni dalla vendita vadano bene e mi permettano di progettare una nuova campagna di finanziamento che mi consenta di lavorare a nuovi capitoli di Body Bags e a progetti non connessi a questa saga.

 

Body Bags, Don't Die Until I Kill You, immagine promo di James Pearson

Baody Bags

 

 

Fonte: Newsarama