Tintin nel paese dei Soviet è la prima storia a fumetti del popolare personaggio creato da Hergé, da sempre vittima di un trattamento differente da tutte le altre avventure del reporter belga: l’autore infatti non ha mai rimesso mano a questa storia, pur avendo rimaneggiato gli episodi successivi della serie, chiedendo distintamente all’editore che rimanesse un capitolo distinto dagli altri.

L’episodio è stato ristampato per la prima volta nel 1974 – più di 40 anni dopo la prima edizione – sempre in bianco e nero e con formati diversi da quelli degli altri albi; in Italia è arrivato per la prima volta solo qualche anno fa, nel primo volume della raccolta completa proposta da Rizzoli Lizard.

Il motivo di questo trattamento è probabilmente da ricercare nelle motivazioni con cui il fumetto nacque negli anni ’30, facendone una sorta di manifesto anticomunista che mettesse in guardia i ragazzi dal regime sovietico, commissionato dal direttore della rivista per cui Hergé lavorava all’epoca.

Questo controverso esordio sarà pubblicato nuovamente nel 2017 da Moulinsart in un’edizione a colori, che per pura coincidenza raggiungerà gli scaffali in occasione del centenario della Rivoluzione Russa. Fanny Hergé, vedova dell’artista, ha infatti deciso di pubblicare il volume, che si intitolerà Tintin et les Soviets, con la collaborazione del direttore artistico degli Studios Hergé Michel Bareau, della colorista Nadège Rombaux e dello studioso Philippe Goddin, che contestualizzerà storicamente il fumetto per permettere al lettore un’interpretazione corretta.

 

 

Fonte: Le Monde