A Lucca Comics la disegnatrice Fiona Staples è stata la protagonista di uno showcase nel quale, oltre a disegnare sotto agli occhi del pubblico, ha parlato di Saga e della sua collaborazione con Brian K. Vaughan.

 

Da anni hai abbandonato il disegno su carta e lavori esclusivamente con il digitale. Quando sei stata avvicinata da Brian eri già dell’idea di utilizzare questa tecnica per poter sostenere dei ritmi più elevati?

Ho iniziato a sviluppare questa idea proprio quando ho iniziato Saga, combinando altre tecniche. Facevo già illustrazioni per copertine digitali, ma è stata la prima volta che l’ho applicata agli interni di un fumetto.
L’influenza viene dall’animazione, per alludere negli sfondi a un mondo più vasto di quello che si vede sulla pagina.

Quando inizi a lavorare su un episodio di Saga fai il layout di tutte e 22 le pagine o disegni una pagina alla volta?

Faccio degli storyboard iniziali, che mando sia a Brian che all’editor Eric Stephenson prima ne faccio uno per la prima metà dell’albo, con le prime 11 pagine, e dopo procedo con la seconda metà.

Ha influito qualche tua scelta sul lavoro dello sceneggiatore, o ti sei sempre attenuta a ciò che ha scritto Brian? Ho l’impressione che collaboriate al di là della suddivisione tra scrittore e disegnatrice, e che per questo ne esca un lavoro più omogeneo.

In generale mi attengo al suo script, perché Brian è un grande scrittore; però faccio piccoli cambiamenti per alterare il ritmo della narrazione, soprattutto nelle scene d’azione, dove aggiungo o tolgo vignette. In quelle sequenze ho più libertà. Per il resto, la sceneggiatura è come una Bibbia per me.

Quali sono i principali vantaggi del disegno digitale?

Lavorare in digitale concede grandissima libertà: permette di sperimentare nuove cose con gesti più sicuri, perché puoi correggere con più rapidità e quindi non hai la paura di tracciare una linea di inchiostro sbagliata che poi vorrai rifare…

Quando ti è stata presentata l’idea di Saga ti aspettavi un simile successo?

Be’, sapevo che Vaughan era un grande artista, ma non mi aspettavo che Saga sarebbe esploso in questo modo, che saremmo stati invitati in Italia, che anche qui avrebbe avuto un successo così grande.

Saga 1Ti aspetti che la serie possa essere trasposta in altri media?

Spero che la serie continuino a leggerla molte persone, così come possa proseguire per molti nuovi media. Noi abbiamo sempre pensato a Saga come a un fumetto, non a qualcosa che possa essere adattato, ma penso che un regista possa fare grandi cose, sviluppandolo in un altro formato.

Com’è stato creato e sviluppato il personaggio del Segugio e come hai reso così agile una creatura così particolare?

Brian aveva un’idea molto specifica per lei; a volte non mi dà quasi niente per creare i personaggi, ma in questo caso voleva una donna con la pelle bianca, senza braccia e con le gambe da ragno, una gonna nera e capelli bianchi. Era l’unico personaggio per cui aveva un’idea molto chiara, io mi sono limitata ad aggiungere qualche dettaglio come la fascia che ha sulla testa o decidere che arma portasse con sé.
Ho osservato molti video di ragni per prepararmi, e ho queste gigantesche foto di ragni nel mio studio quando la disegno.

Il mitico Gatto Bugia è stato ispirato da Ozymandis in Watchmen?

In realtà volevo tenermi alla larga dal gatto di Watchmen, Brian mi ha detto di disegnare un grosso gatto spaziale. Il gatto sfinge era perfetto perché è pelato come il suo padrone.

Quali sono stati i tuoi autori/disegnatori di riferimento e come ti hanno aiutato a trovare una tua sintesi personale?

Sean Murphy, Eric Canete, Massimo Carnevale, Tommy Lee Edwards. Per Saga ho guardato un sacco di persone che lavorano nell’animazione e nei videogiochi, come Nathan Fowkes e Calum Alexander Watt, ma nel mio background ci sono anche autori europei come Enki Bilal, Sergio Toppi o Claire Wendling.

Quanto ci metti a disegnare una tavola?

Dipende, alcune sono più rapide, altre richiedono più tempo, ma in media l’obiettivo è farne una al giorno; per fare un numero intero ci vuole un po’ di tempo, anche considerando gli studi, quindi un numero si fa in un mese.

Mi ha affascinato la figura del Volere: dovrebbe essere il cattivo, però è sensibile e tristissimo, quasi più intenso degli altri… Ti sei ispirata a qualcuno per lui?

Mi sono ispirata fisicamente a una combinazione di wrestler e combattenti di arti marziali o di ultimate fighting. Nello script di Brian mi impongo la recitazione di Brian, perché ha una forte espressività nelle sue descrizioni.

Con quale scrittore ti piacerebbe lavorare?

Simon Spurrier, lo scrittore di Six Gun Gorilla: ha un umorismo incredibile e riesce a mettere tanto in ogni volume, creando storie intense ma molto divertenti.

fiona staplesVaughan ha affermato di scrivere Saga per te. Avevi sentito questa dichiarazione? Come ti ha fatta sentire? Quali sono gli aspetti più interessanti di lavorare con Vaughan?

È qualcosa che in qualche modo sentivo già: il fumetto è una sorta di dialogo tra noi, lui scrive le sceneggiature come un dialogo con me, e il mio disegno è la risposta. Fin dall’inizio sapevo che sarebbe stata una grande collaborazione, perché Brian mi ha chiesto cosa volevo e non volevo disegnare, ancor prima di leggere la prima sceneggiatura. Lui stesso mi chiede delle idee.

Che cartoni animati vedevi da piccola?

Amo l’animazione, ma non credo potrei mai essere un’animatrice. Sono i Navy Seal del mondo dell’arte, ma ci vogliono così tante persone per raggiungere il prodotto finito.

Quanto conosci del prosieguo della storia?

Brian ha detto di conoscere la vignetta finale dell’ultima pagina dell’ultimo numero, ma non sa quanto ci vorrà a raggiungerla. Quando vorrà potrà scriverlo subito, ma sa anche di poter raccontare un altro decennio di storie. Io però non so nulla, voglio che la sceneggiatura sia sempre una sorpresa per me come per il lettore.

L’idea che il contrario della guerra sia il sesso, e non l’amore, è solo di Brian?

Quella frase l’ha rubata da qualcuno; è molto probabile che sia della moglie, che è il vero motore di Saga.
Il romanzo di Heist dice: “Non preoccuparti di cosa gli altri pensano di te, perché gli altri non pensano mai a te” che so essere una frase della moglie, una professoressa di drammaturgia.

Leggi romanzi di fantascienza? Preferisci quella vecchia o quella moderna?

Difficilmente leggo fantascienza moderna, se non fumetti come Black Science. Però mi piace la vecchia fantascienza come Jules Verne.

Per caso hai voce in capitolo sul lettering dell’edizione? Ti  interessa quest’aspetto?

Per la versione nord-americana se ne occupa Steven Finch, che ha creato il logo e il design dei volumi; è un designer migliore di quanto non sia io, ma ci sottopone e chiede l’approvazione per ogni cosa. Ogni tanto suggerisco il colore del logo e cose così, ma solitamente ne resto fuori. L’unica cosa che volevamo è che il lettering non fosse tutto in maiuscolo, così che non sembri che i personaggi urlino per tutto il tempo, ma che ci fosse la lettera maiuscola solo all’inizio della frase.

Marko AlanaQuali sono i riferimenti per gli elementi fantasy della saga?

Arthur Rackham, Howard Pyle, i fumetti horror degli anni ’50, Wally Wood, Fantasia di Walt Disney.

Cosa pensi del fumetto letto in digitale?

È un nuovo medium e va ancora esplorato, si sta evolvendo e si stanno trovando nuove tecniche. Mi viene in mente Emily Carroll, che ha abbandonato la struttura con vignette e tavole e crea opere basate sullo scrolling, o comunque webcomic che non potrebbero mai essere stampati su carta.

Qual è l’errore più comune che si fa quando si comincia a fare fumetti?

Credo sia l’aspettarsi di divertirsi sempre e poi, quando non accade, mollare tutto. Perché è comunque un lavoro: è divertente e ci saranno giorni fantastici in cui disegnerai dinosauri armati di pistole laser che sparano a un branco di scimmie, ma ci saranno anche giorni difficili in cui ti trascinerai faticosamente dall’inizio alla fine di ogni pagina. Molti aspiranti fumettisti si arrendono quando si rendono conto com‘è il tran-tran.

Ti ricordi la sequenza che ti ha soddisfatto di più disegnando Saga?

La scena di battaglia in cui Marko va in berserk e lo vediamo diventare violento per la prima volta. È una delle mie scene d’azione preferite. Nonostante il voto di non violenza sconfigge cinque soldati alati.

Perché avete scelto proprio questo titolo? Ne avete scartati altri?

No, Brian mi ha detto da subito che voleva intitolarlo così perché il titolo doveva chiarire che questa serie sarà lunghissima. Ha aggiunto “Quando Robert Kirkman si stancherà di fare The Walking Dead, io farò un albo in più”.

Qual è il tuo personaggio preferito di Saga?
L’agente Gail, il bastardo che dà ordini al Principe Robot. È un personaggio minore, ma per qualche motivo è diventato il personaggio che mi piace di più disegnare.