Grazie a BAO Publishing, alla scorsa Lucca Comics & Games abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Daniel Cuello sul suo ultimo fumetto Residenza Arcadia, approfondendone le tematiche e scoprendo i progetti futuri dell’artista.

Ringraziamo Chiara Calderone e Daniela Mazza per la collaborazione.

 

Dopo “Indovina che Tiberio viene a cena“, anche in “Residenza Arcadia” gli anziani hanno un ruolo dominante. È un tuo feticismo? Pensi siano personaggi più interessanti da raccontare e disegnare?

In realtà, mi piace riempire le facce di linee. Mi piacciono i personaggi grotteschi, e nel corso degli anni mi sono reso conto che quelle linee stavano diventando rughe, quindi un po’ alla volta ho disegnato sempre più vecchietti e mi sono specializzato nel ramo della senilità.

“Residenza Arcadia” ha un bel messaggio finale: da cosa è nata l’urgenza di scrivere questa storia, di comunicare tutto ciò ai lettori?

Residenza Arcadia, copertina di Daniel CuelloQuando ho iniziato a pensare al libro era da poco cominciata la crisi umanitaria in Medio Oriente, quella per cui ora l’Europa è piena di rifugiati. Mi sono reso conto che sui social la gente cominciava a criticare e, con un atteggiamento quasi fascista, a insultare queste persone senza conoscere nulla della loro cultura, della loro situazione, solo per pregiudizi e perché non fanno parte della quotidianità a cui sono abituati.

Il messaggio non è sul razzismo ma sull’intolleranza. I personaggi di “Residenza Arcadia” sono proprio intolleranti: non sappiamo chi arriva nel loro condominio, non sappiamo perché li odiano così tanto. Sono persone semplici, normali, con i loro piccoli difetti e le piccole intolleranze nei confronti degli altri.

La tua biografia alla fine del volume dice che hai un sacco di storie lunghe nel cassetto e questa è la prima a essere pubblicata. E ora?

Il prossimo anno uscirà una raccolta delle mie vignette, ma sarà strutturata in modo che ci sia un filo conduttore. Ci sarà un racconto breve che avrà per protagonista me, il mio personaggio, e ho veramente tantissime cose da dire sulla mia vita. Già in questo libro ci sarà un pezzo di una delle mie vite.

Per salutare i nostri lettori, c’è un autore o un fumetto che hai scoperto negli ultimi mesi e che vuoi consigliarci?

La settimana scorsa ho letto, in ritardo, “Fuggire”, di Guy Delisle. Lo considero uno dei miei maestri. “Fuggire” è pazzesco, è la vera storia di Cristophe, dipendente di una ONG che è stato rapito. Però può essere letto anche dal punto di vista della depressione, perché chi vive quella condizione dice le stesse cose del protagonista durante il periodo del rapimento.

 

Daniel Cuello