L’appuntamento con Che aria tira è nato in concomitanza con l’insediamento di Valentina De Poli come direttrice di Topolino; la rubrica settimanale di vignette con Paperi e Topi compie ora dieci anni, e per celebrare questa ricorrenza l’autrice Silvia Ziche ha incontrato i lettori nella cornice di Lucca Comics & Games 2017.

 

In Che aria tira parlo del mondo che ci circonda, riprendo spesso elementi reali e di attualità perché considero Paperopoli e Topolinia parte di un universo parallelo, in modo simile a quanto avviene nella fantascienza distopica. Per me questo è completamente normale.

Conosco bene questi personaggi, sono stati la mia prima lettura, quindi sono rimasti impressi in me e ora sono come persone care: so cosa pensano e come si muovono. Guardo quello che avviene attorno a me, oppure a volte la redazione mi dà indicazioni sulla tematica, e poi penso a come reagirebbero Paperi e Topi in quelle situazioni.

Paperino è il personaggio che si presta a tutto: qualsiasi argomento mi propongano, lui è la mia prima idea! Cerco però di non essere monotona e di alternare un pochino i personaggi. Comunque, mi rendo conto che i paperi sono più presenti… è tutta colpa mia!

Capita che una vignetta non funzioni, anche se non così spesso, perché la redazione e io siamo abbastanza in sintonia. Può sembrare un lavoro rapido, ma rifletto a lungo per creare la battuta. A furia di scrivere, alcune cose mi appaiono logiche, mentre chi non assiste all’intero processo ma solamente al risultato finale può non capirle.

Paperina di Rivondosa è nato su proposta della direttrice Claretta Muci; ho passato una settimana abbastanza raccapricciante perché ho dovuto guardare tutti i DVD di Elisa di Rivombrosa, ma poi alla fine il progetto si è rivelato divertente. [ride] Non ho inserito ovviamente la sifilide e le morti presenti nella fiction televisiva; le ho sostituite con Amelia che trasforma i personaggi in piante grasse!

Papernovela, invece, è nato grazie alla mia esperienza da bambina: negli anni ’80 studiavo a casa dei miei genitori in una stanza molto piccola che racchiudeva salotto, cucina e sala da pranzo con televisione. Dovevo farlo mentre mia madre guardava la televisione. Non poteva perdersi una telenovela per nessun motivo al mondo, e io cercavo di concentrarmi con il televisore alle mie spalle. Sentire solo i dialoghi senza vedere le facce era estremamente comico!

A metà degli anni ’90, Paolo Cavaglione aveva bisogno di storie brevi su Topolino per problemi di foliazione, e ho pensato che una soluzione sarebbe potuta essere proprio una telenovela con tante puntate di poche pagine.

Il canto di Natale di Paperone non sarà cupo come quello di Dickens, o come l’adattamento animato Disney. Il tema è quello della solitudine di Paperone, ma senza momenti troppo cupi.