Tra i diversi ospiti giapponesi di Lucca Comics & Games 2015 c’era anche Yasuhiro Nightow, mangaka conosciuto soprattutto per Trigun, attualmente al lavoro su Blood Blockade Battlefront.
L’autore è stato al centro di uno showcase in cui, durante il quale ha risposto alle domande del pubblico, mentre disegnava Klaus Von Reinhertz sotto gli occhi dei fan.

 

Com’è nata l’idea per Blood Blockade Battlefront?

Yasuhiro Nightow Trigun era un’opera incentrata sulla sopravvivenza, sulla vita e la morte di personaggi umani; la serializzazione è stata molto faticosa, sono arrivato all’ultimo episodio completamente devastato, sia psicologicamente che fisicamente. Quando poi mi è stata commissionata una nuova opera da Shueisha, mi sono ripromesso di lavorare in modo da stressarmi il meno possibile e così ho iniziato Blood Blockade Battlefront; l’ho strutturato in modo che ogni episodio potesse essere considerato autoconclusivo. È nato sotto forma di gioco e ho cercato di infondervi tutto quello che mi piace e che per me ha un aspetto ludico.

L’anime dura meno del manga, come ha deciso su cosa concentrarsi?

Nightow – Il manga non è concluso e come dicevo ogni episodio è autoconclusivo; non ho alcuna intenzione di portarlo a termine, fosse per me lo continuerei all’infinito per mostrare la quotidianità di questo bizzarro mondo. Per l’anime invece ho dovuto pensare a una storia che si snodasse in 13 episodi e che arrivasse a compimento, e alcuni degli elementi creati per l’occasione poi li ho inseriti anche nel fumetto.

Blood Blockade BattlefrontCome mai la scelta di questo scenario americano, ambientando Blood Blockade Battlefront a New York?

Nightow – Quando ho iniziato a lavorare a Blood Blockade Battlefront, l’obiettivo era quello di formare una squadra di eroi combattenti, come gli Avengers. Come si può pensare ai supereroi Marvel senza New York?

Si dice che il personaggio che ti assomigli di più in Trigun sia Vash: invece in Blood Blockade Battlefront?

Nightow – Ciascun personaggio di Blood Blockade Battlefront sono io, ma non completamente, è come se quell’universo narrativo nella sua interezza racchiudesse la mia personalità. Il mio intento è di inserire tutti quelli che sono i miei valori, riflettere su ciò che mi piace o non mi piace, mostrare tutto quello che ho visto e vissuto nella mia vita.

Si sentono sempre storie di scadenze, autori che impazziscono… sono vere?

Nightow – Il problema non è la scadenza in sé, quanto la mia capacità di autogestire il mio tempo in funzione della scadenza… [osserva il suo editor] ovviamente sto scherzando.

Da quali idee sono nati gli universi di Trigun e Blood Blockade Battlefront, così particolari e ben definiti?

Nightow – Sicuramente mi ha influenzato molto la lettura dei fumetti, in particolare di bande dessinée;  al di là dei personaggi ben caratterizzati, ci sono delle ambientazioni molto particolareggiate e questo lo trovo straordinario.

Quali fumettisti l’hanno influenzata?

Nightow – Moebius sicuramente, lo venero come una divinità; sicuramente il suo lavoro mi ha dato tantissimo, il mio sogno sarebbe diventare Moebius e poter disegnare come lui. Tra i mangaka invece sicuramente mi ha influenzato Leiji Matusmoto, per i personaggi femminili Rumiko Takahashi, mentre un altro autore che ha avuto un fortissimo impatto è Katsuhiro Otomo.

Per creare Trigun ha guardato film western in particolare?

Nightow – Sicuramente sono un amante del sottogenere che è lo spaghetti western, ma ho studiato soprattutto il lavoro del fumettista britannico Simon Bisley: ha realizzato questo fumetto ad ambientazione western pieno di pistoleri che fanno fuori tutti quanti e questo mi ha influenzato molto per Trigun.

Wolfwood VashCom’è nata l’idea di un pistolero così atipico, che non vuole combattere, si limita a ferire il suo avversario?

Nightow – Quando pensi all’ambientazione western, ci sono pistoleri che fanno fuori un avversario dietro l’altro. All’epoca ero giovane e pensavo che storie così se n’erano viste un sacco; cercavo un modo per rendere diversa la storia e ho pensato di creare un personaggio più timoroso, che risolvesse le situazioni con umiltà, abbassando la testa.

Il concetto di vita è un valore massimo in Trigun, chi gliel’ha trasmesso?

Nightow – Di primo impatto non mi viene in mente nessuno, sicuramente sin da quando ero adolescente ci ho riflettuto e ho sviluppato questo valore in modo indipendente.

In Trigun era proprio necessario che al reverendo Wolfwood accadesse ciò che gli è accaduto?

Nightow – Poteva andare in un altro modo, ma quella è stata la mia scelta. Non ho rimpianti, e quella scena l’ho scritta con uno stato d’animo… mi sembrava di morire.

Com’è nato il cappotto rosso di Vash, un costume così caratteristico?

Nightow – In realtà la prima volta che l’ho disegnato indossava il cappotto rosso, ancor prima di definire il carattere. Vash mi si è presentato in quel modo e così l’ho mantenuto così.

Ha una sua arma da fuoco preferita?

Nightow – La P90 mi piace particolarmente.