Gli scaffali di una fumetteria giapponese

The Japan Times, il più importante quotidiano nipponico in lingua inglese, ha pubblicato a inizio agosto un interessante articolo sull’andamento del mercato dei manga negli ultimi dodici anni, sottolineando la crescente importanza dei supporti che la tecnologia ha offerto negli ultimi tempi.

Mentre in Italia, Europa e Stati Uniti si preferisce ancora sfogliare un albo piuttosto che scorrerlo su uno schermo, l’articolo in questione si chiede se in Giappone ci sarà ancora posto, un domani, per la versione cartacea dei manga, dato che tutti vengono già resi disponibili sulle app per smartphone e tablet.

Il quotidiano analizza e riassume i dati resi noti dall’Istituto di Ricerca per le Pubblicazioni di Tokyo: il picco di vendita del 1995 che fruttava allora quasi 600 miliardi di Yen (circa 4,6 miliardi di Euro) è sceso di quasi un terzo dopo un decennio, mantenendosi abbondantemente nell’ultimo triennio sopra i 440 miliardi (circa € 3,4 miliardi); ciò che è aumentata con costanza in questo intervallo temporale è la fetta relativa alle pubblicazioni in digitale, che attualmente equivale al 33% delle vendite dello scorso anno.

In buona sostanza, i lettori del Sol Levante leggono sempre meno su carta e, in virtù di questo, sono in molti a pensare che l’esito finale sia quello già toccato in sorte alla vicina Sud Corea, dove non esistono più fumetterie.

 

Il mercato del manga in Giappone dal 1995 al 2016

 

In tutto ciò, le prospettive di guadagno sono molto allettanti, non solo le grandi case editrici di manga ma anche per le compagnie squisitamente high-tech, nazionali ed estere, già buttatesi nella redditizia competizione. Le piattaforme di distribuzione sono varie e comprendono nomi che vanno da NHN a Shogakukan, dall’emergente Line a Kakao o ancora Piccoma, garantendo una concorrenza più libera e sana rispetto al duopolio occidentale rappresentato da Comixology e Amazon.

App per manga su smartphone

La trasformazione nel modo di intendere la diffusione dei manga ha immediate conseguenze anche su un altro elemento caratteristico di divulgazione del Fumetto: la rivista antologica. Questo contenitore, da sempre utilizzato senza sosta per lanciare nuovi autori e promuovere titoli inediti, ha fatto la fortuna e la storia del manga, ma, proprio per la sua difficoltà nell’essere pienamente fruibile in una trasposizione digitale, sembra condannato a un triste e inevitabile destino.

Se le cifre che vi abbiamo riportato poc’anzi, con il crollo della cellulosa e la scalata dei byte, si confermeranno anche nell’anno corrente, a inizio 2018 le vendite su digitale avranno superato quelle su carta.

Un punto oggettivamente positivo in tutto ciò esiste ed è doveroso sottolinearlo: lo scorso anno, il mercato del manga inteso nella sua globalità – tankobon e magazine, digitale e cartaceo – è cresciuto dello 0,4%, invertendo finalmente la direzione di quella che si prospettava come una pericolosa deriva.

 

 

Fonte: The Japan Times