Brian M. Bendis è l’orgoglioso sceneggiatore di Defenders. Se non sapete che questo fumetto raccoglie in gruppo gli stessi eroi che saranno protagonisti della miniserie Netflix omonima, non sappiamo da quale pianeta siate sbarcati. Sta di fatto che, dopo le ultime dichiarazioni in merito, ne sono giunte altre, da parte dello sceneggiatore. E noi siamo qui a riportarvi le più interessanti.

 

Defenders #3, copertina di David MarquezJessica e Matt sono persone completamente diverse rispetto ai tempi in cui ero io a scrivere le loro avventure. Negli anni, le strade della Marvel sono cambiate, in reazione a quel che succede nel mondo reale e, anche alla loro percezione nella cultura popolare. Danno, come sempre, la sensazione di essere davvero New York. Quindi, i cambiamenti non si limitano ai personaggi, ma investono anche il loro ambiente.

Il rapporto tra i personaggi è molto solido, il che è sempre una bella cosa ed è un regalo che ci fanno le loro storie passate. Quando i rapporti tra le persone sono molto forti, significa, ovviamente, che hanno molto da perdere se si rompessero.

Luke Cage, ad esempio, ha una pelle indistruttibile, non può essere ferito. Ma è un padre, ora, quindi può decisamente essere ferito. Forse, il più cambiato di loro, in termini di rapporti, è Daredevil. Ha di nuovo la sua identità segreta, ad oggi.

 

Bendis si è soffermato sul codice morale dei Defenders. Se tutti condividono più o meno l’etica di base degli eroi Marvel, dettata dalla storia paradigmatica di Spider-Man, ci sono differenze tra gli uni e gli altri. Differenze che si fanno ancora più profonde, ovviamente, quando sulla scena c’è il Punitore.

 

Quando stavo decidendo cosa includere nella storia, mi è capitato di leggere un articolo online che parlava di Frank Castle. Si diceva di come il personaggio di Charles Bronson sia stato una base di ispirazione per lui. Bronson e il suo Giustiziere della Notte sono state reazioni al caso Watergate, al bisogno che qualcuno prendesse in mano la giustizia laddove i canali ufficiali della sua gestione avevano fallito. Era il popolo americano che reagiva.

E non riesco a pensare a un periodo della mia vita che somigli a quello più di quello contemporaneo. Non voglio politicizzare questa storia, ma il presente è una follia e un sacco di ingiustizie finiscono impunite. Quindi è un buon momento per il Punitore di diventare una star della TV e avere storie significative a fumetti.

 

Il suo rapporto con gli altri sarà naturalmente complesso. Più in difficoltà di tutti, con lui, saranno probabilmente i personaggi con figli, avverte Bendis. Dopotutto, come può un genitore sentirsi a proprio agio nella stessa stanza con un personaggio dall’animo oscuro come quello di Frank? In Defenders, la prospettiva sulle sue azioni sarà quella degli altri eroi, il che non ci porta esattamente nella sua mente. Cosa che fa tutta la differenza del mondo, quando si narrano le sue gesta.

 

Frank è come l’Angelo della Morte. Quando si presenta, non sai se sta con i buoni o con i cattivo, non sai perché sia qui e quando arriverà. Il che è un elemento di narrativa pazzesco. Quando scrivo una storia in cui c’è Punisher, mi piace che emerga l’opinione della gente su di lui, come lo vedono gli altri. Il che, spesso, è più terrificante della realtà. Poiché Frank, in definitiva, è un’animo ferito che veste una maschera di terrore.

Nella storia, vedremo le reazioni dei personaggi attorno a lui. Alcuni se la faranno nelle mutande, altri si faranno un’idea molto personale di lui e del suo ruolo. La cosa interessante è che abbiamo avuto via libera per una serie, che si chiamerà Punisher: End of Days. Sarà simile a quella che abbiamo raccontato, con titolo simile, su Daredevil. Ma questo non sarà un sequel, semmai un progetto parallelo e fratello, con Punisher come protagonista. Ambientato in un mondo in cui il Punitore sta cercando di mettere in atto la punizione definitiva.

 

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Fonte: Marvel