Più che di “legacy”, nel caso di Danny Rand si potrebbe parlare di un’inversione di ruoli, o di ironia del destino: il ruolo che Kaare Andrews e Afu Chan hanno pensato per lui nella miniserie Immortal Iron Fists è peculiare e lo vede fungere da mentore per Pei, una giovane adepta monastica che ha seguito un percorso diametralmente opposto al suo: nata a K’un Lun e trapiantata a New York per essere addestrata, come sa chi ha letto Iron Fist: L’Arma Vivente.

 

 

Una situazione che offre abbondanti opportunità dal punto di vista narrativo e di approfondimento dei personaggi. Ne ha parlato Andrews, in qualità di sceneggiatore del titolo, in un’intervista a Comic Book Resources.

 

Immortal Iron Fists #2, copertina di Kaare AndrewsI personaggi come Danny Rand sono sopravvissuti ai loro creatori e hanno trasceso i media. Sono semplicemente più grandi di qualsiasi singolo individuo. Quindi è molto divertente trovare modi per fare aggiunte a questo pantheon di eroi.

Quando ho creato Pei, una ragazzina adepta del kung fu, mi interessava l’inversione dei ruoli implicita nella sua storia: era l’opposto di quello che aveva sperimentato Danny in quanto ragazzo americano allevato nell’Asia più mistica. Ho pensato: Non sarebbe divertente spingere l’opposto all’estremo? Avere una mistica ragazzina adepta del kung fu addestrata nella New York moderna? Era qualcosa che non avevo mai visto prima sulle pagine dei fumetti Marvel e si legava direttamente alle esperienze di Danny, in quanto ne era l’esatto opposto. Inoltre, approfondiva il viaggio di Danny, poiché gli offriva un’opportunità, un motivo per guardare oltre se stesso.

C’è un punto ben preciso in cui uno studente di arti marziali si trasforma in maestro e tramanda il suo addestramento alla generazione successiva. Quindi ho pensato che mettere Danny nel ruolo del Tonante nella successiva generazione di Iron Fist sarebbe stato un modo divertente per tornare alle sue origini.

Danny non è un padre e non voglio che sia un padre, non è questa la mia intenzione. Ma quando hai una giovane affidata alle tue cure, devi comunque essere più di un semplice maestro. Ti devi prendere cura di quella giovane. E lui è un personaggio piuttosto egocentrico: non è che non tenga a Pei. Semplicemente non la capisce.

Immortal Iron Fists #2, anteprima 01Quando mi hanno chiesto se volessi fare altro con Pei, avevo praticamente finito di lavorare su Iron Fist. Ritenevo l’esperienza conclusa, ma sentivo che Pei era un personaggio del tutto nuovo, che avevo appena iniziato a scoprirla, a pensare a cosa si potesse fare con lei. Quindi, ho deciso che sarei stato io a gettare le basi su cui sarebbe stata costruita in seguito. Amo il personaggio di Pei e voglio trascorrere più tempo con lei prima di salutarla.

Lavorando su Iron Fist: L’Arma Vivente, avevo deciso di creare quanti più eroi asiatici possibile. Questo ha condotto all’ideazione di Pei, del monaco Fooh, del detective Li e all’introduzione di Sparrow, un potenziale interesse sentimentale di Danny proveniente dal suo passato. Avevo notato che per una serie così ricca di archetipi e temi orientali, non c’era poi così tanta Asia al suo interno, per questo ho preso quella decisione. Analogamente, ora che ho portato Pei a New York, voglio circondarla di persone reali della città, di tutte le classi e i colori che rappresenta.

Quanto ai cattivi, se conoscete la mitologia e la demonologia cinese, qualche personaggio che sta per fare la sua comparsa forse vi sembrerà familiare. Diciamo che sta per entrare in scena uno dei demoni più potenti della mitologia cinese. Per il momento meglio non aggiungere altro.

 

 

Fonte: CBR