Generations: The Iron - Iron Man & Ironheart #1, variant cover di Olivier Coipel

Nella carrellata di speciali targati Generations che ci mostrano gli incontri tra gli eroi della nuova generazione Marvel e quelli della vecchia, Generations: The Iron – Iron Man & Ironheart #1 si distingue per la sua atipicità sotto molti aspetti. Realizzato da un team creativo che vede Brian Michael Bendis ai testi e una nutrita squadra di artisti quali Marco Rudy, Szymon Kudranski, Nico Leon e Will Sliney, vede la giovane Riri Williams incontrarsi con un vecchio Tony Stark… ma qui finiscono i classici elementi che accomunano tutti gli speciali di Generations. 

Per prima cosa, The Iron è l’unico one-shot ambientato nel futuro remoto. Niente passato o realtà alternative per Riri: un misterioso guasto all’armatura la fa precipitare a terra, e al suo risveglio scopre di essersi spostata di molti anni in avanti. Ad accoglierla, la versione degli Avengers dell’epoca (per lo più adolescenti) e soprattutto un Tony Stark in salute e invecchiato, ma nel ruolo quanto mai inedito per lui di… Stregone Supremo!

Sfoggiando abiti e look che ricordano molto da vicino quelli di Stephen Strange, il Tony del futuro sembra avere percorso un strada analoga a quella del suo predecessore, abbandonando l’estrema confidenza nel suo operato e nel mondo materiale e tecnologico per abbracciare il misticismo.

Stark presenta brevemente alla spaesata Riri il mondo che verrà, spiegando che la Terra ha ormai dedicato buona parte delle sue risorse alla risoluzione dei problemi e che il futuro che la attende è sereno e utopico… “grazie a noi”, aggiunge Tony, alludendo al fatto che proprio la giovane Williams sarà uno dei fattori cruciali nell’indirizzare il mondo verso un avvenire più luminoso.

Generations: The Iron - Iron Man & Ironheart #1, copertina di Marco RudyBendis gioca anche con vari tasselli dell’Universo Marvel che verrà, mostrandoci un Franklin Richards adulto e rientrato da quello che è il suo attuale esilio cosmico legato al finale di Secret Wars, ma non manca di sottolineare che gli altri (riferendosi a Reed e Sue) “non sono mai tornati”. È proprio dallo scambio finale di battute tra Stark e il giovane Richards che emerge il significato dell’atipica visita di Riri Williams nel futuro: l’ispirazione, vale a dire la testimonianza diretta di ciò che è destinata a compiere tramite il suo genio tecnologico.

Come vuole la tradizione dei paradossi temporali, causa ed effetto si fondono, e a visita terminata, una volta tornata nella sua epoca, Ironheart inizierà a costruire i primi prototipi di ciò che lo Stregone Supremo Tony Stark gli ha mostrato. Riri Williams come salvatrice e promotrice di un’età luminosa dell’Universo Marvel prossimo venturo, dunque?

Restano i classici interrogativi che caratterizzano le storie di viaggi temporali: il futuro che abbiamo visto è destinato ad avverarsi o è soltanto una delle tante possibilità? La risposta, naturalmente, è tutta da scoprire: ma parte del gioco e del divertimento starà anche nel vedere quante e quali tracce tra le molte disseminate da Bendis nell’arco di quest’albo troveranno riscontro nell’imminente era Legacy.

 

 

 

Fonte: CBR