Jason Aaron, sceneggiatore dimissionario di Doctor Strange, dopo quasi due anni di storie del dottore più bizzarro della Marvel, abbandona il personaggio. Tempo di bilanci e di addii, quindi, come testimoniano le sue dichiarazioni nell’intervista rilasciata a Marvel.com che vi proponiamo.

 

Doctor Strange #2, copertina di Chris Bachalo

Doctor Strange #2, copertina di Chris Bachalo

Per me, la cosa più importante è sempre stato scrivere una storia divertente. Doctor Strange è uno di quei fumetti che non sempre sta sugli scaffali. Non c’era una serie in solitaria sul personaggio da un po’ di tempo, il che lo rende non immediatamente connesso con il pubblico, diverso dagli altri, un po’ più impenetrabile, forse. Volevo che chi non aveva mai letto di Strange si sentisse il benvenuto e, allo stesso tempo, i fan del personaggio potessero accogliere questa nuova storia.

Volevo mettere in luce il fatto che in effetti è davvero diverso rispetto agli altri eroi della Marvel, dare peso a quel che deve sopportare e affrontare, fare un po’ capire ai lettori cosa voglia dire essere lui, il prezzo che paga lo Stregone Supremo. A volte, il costo della sua magia pesa sulle spalle di altri, del mondo in generale. Ma il più delle volte tocca a lui. Spesso sembra che il suo mestiere sia divertente, si occupa degli angoli più bizzarri dell’Universo Marvel, ma allo stesso tempo, nessuno vorrebbe fare la sua vita.

Abbiamo creato il personaggio di Zelma, la bibliotecaria, che giunge nel mondo di Strange senza conoscerlo, che all’inizio nemmeno crede alla magia e certamente non è una fan delle stranezze. Ci ha permesso di guardare tutto questo attraverso i suoi occhi e di vedere come questa esperienza l’abbia cambiata, come vediamo soprattutto nel numero #20.

 

Aaron ha ripetuto che uno degli scopi della serie era portare in qualche modo a zero le lancette per il Dottor Strange, bruciare il suo mondo per ricostruire dalle ceneri, senza il ruolo di deus ex machina che il personaggio si era trovato addosso con gli anni.

Inoltre, anche grazie alle matite di Chris Bachalo, Aaron ha potuto reinventare il parco degli orrori cosmici che Stephen affronta, il mondo parallelo e mistico in cui si muove, ignoto a quasi tutti gli altri eroi.

 

Chris era l’artista perfetto per dipingere questo mondo in cui le cose normali scalano in bianco e nero e le macchie di colore sono soltanto gli elementi mistici, di solito invisibili. Ha creato un’ambientazione davvero pazzesca e io l’ho riempito di idee, una più folle dell’altra. Dal punto visivo, ci ha portati in luoghi davvero bizzarri.

 

Il numero #20, finale della run di Aaron e Bachalo, è una vera e propria conclusione del ciclo. Kevin Nowlan tornerà ad affiancare l’artista principale e la storia si concentrerà su Strange e sui principali comprimari visti in questi due anni, ponendo le basi per quel che Dennis Hopeless racconterà a partire dal 21° albo insieme a Niko Henrichon.

 

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Fonte: Marvel