Nuovo appuntamento con Marvel’s Voices, lo spazio che il sito ufficiale della Casa delle Idee dedica ai suoi collaboratori di spicco per proporre riflessioni ed esperienze personali legate al mondo del fumetto. Stavolta è il turno dell’editor Chris Cooper, che racconta la sua toccante esperienza con l’universo degli X-Men e il supporto fornitogli dai fumetti nella crescita e nella scoperta della sua identità queer.

Un intervento che vi proponiamo integralmente:

 

Uncanny X-Men #129, copertina

Cooper – “Tempesta, Wolverine, Colosso, Nightcrawler, Ciclope… Figli dell’Atomo, studenti di Charles Xavier, mutanti… temuti e odiati dal mondo che hanno giurato di proteggere. Questi sono gli eroi più strani di tutti i tempi… gli incredibili X-Men!”

O, forse, lo slogan su quei numeri di fine anni 70/inizio anni 80 di Uncanny X-Men doveva recitare: “Questi sono gli eroi più queer di tutti i tempi”. Gli X-Men, nati nel mio stesso anno, il 1963, dalla febbrile creatività di Stan Lee e Jack Kirby, erano diversi dagli altri eroi in quanto non erano esposti a radiazioni o detentori di una tecnologia straordinaria che forniva loro i poteri. Gli X-Men erano nati così. Proprio come me.

Quando da bambino mi sono imbattuto per la prima volta nei primi numeri di Uncanny X-Men, nella sala d’attesa dell’ufficio del dentista, sapevo già che gli altri ragazzi mi piacevano come nessuna donna era riuscita a fare. Ma ancora ignoravo tutte le conseguenze, il modo in cui quell’aspetto innocente del mio essere mi avrebbe messo in contrasto con la società intorno a me come se fossi stato un mutante. Pensavo solo che Ciclope e Angelo fossero fantastici (Bestia e, curiosamente, l’Uomo Ghiaccio, che poi si sarebbe rivelato essere gay, un po’ meno. E significativamente, di Marvel Girl mi accorgevo a malapena)!

Ed è altamente improbabile che Stan Lee avesse in mente una parabola per la comunità LGBTQ quando immaginò i mutanti. Stonewall non era ancora avvenuto e la grande battaglia per la giustizia sociale del momento era quella per i diritti civili dei neri americani. Probabilmente fu quella l’ispirazione per i pregiudizi contro i mutanti, il dilemma sociale che Lee cercò di mettere in scena indirettamente.

Uncanny X-Men #129, anteprima 01

In quanto ragazzo nero, sicuramente conoscevo il bigottismo contro cui gli X-Men dovevano combattere tanto duramente quanto contro i super criminali. Ma fu da adolescente queer che scoprii che gli X-Men avevano un posto speciale nel mio cuore, quando tornai di nuovo nel loro mondo, dopo essermi allontanato dai fumetti per molti anni. “Salvateci dai Cavalieri del Club Infernale!” annunciava la copertina di Uncanny X-Men #129 dagli scaffali del locale 7-Eleven… ma chi diavolo erano quei personaggi? Non erano gli X-Men che conoscevo!

Lo scoprii presto e finì in un mondo dove le persone che esteriormente potrebbero assomigliare a tutti gli altri scoprivano qualcosa di molto diverso su se stesse durante l’adolescenza e venivano disprezzate per questo. Che fosse voluto o meno, quello era un distillato perfetto dell’esperienza queer. Quelli erano eroi con cui potevo relazionarmi, le cui paure riecheggiavano le mie (e ancora di più nell’era dell’AIDS, quando il virus Legacy minacciava il genere mutante).

X-Men: God Loves, Man Kills, copertina di Brent Anderson

E il colpo di scena queer finale? Ovviamente l’X-Man che questo ragazzo gay seguiva con più fervore era un’X-Woman. Marvel Girl era sfuggita alla mia attenzione, ma Tempesta divenne la mia dea, idolatrata nella grande tradizione di Judy, Barbra, Cher, Madonna, Gaga e Beyoncé… l’unica icona in grado di evocare un fulmine e di scassinare una serratura con le sue mani!

Le avventure degli X-Men furono un’ancora di salvezza per questo solitario ragazzino queer. In quei momenti silenziosi e bui, quando mi sentivo completamente isolato mentre sorridevo ai miei amici attraverso una faccia di circostanza… quando il mondo intero mi soffocava con la consapevolezza che sarebbe bastato un singolo sguardo di desiderio a fare di me un emarginato… c’era un altro mondo dove potevo fuggire. Un mondo di imprese mirabolanti che si sostituiva alla mia triste realtà. Un mondo in cui i cattivi erano palesi e alla fine sarebbero stati sconfitti con un “bamf!”, uno “snikt!” e il crepitare di un fulmine. Ma, soprattutto, era un mondo in cui gli emarginati avevano talenti incredibili e potevano contare gli uni sugli altri; un mondo in cui i reietti combattevano fianco a fianco per migliorare le cose.

Ancora non lo sapevo, ma quel mondo sarebbe diventato la mia realtà. Sarei stato circondato da altri queer, persone fantastiche e di talento, che si sarebbero aiutate a vicenda come una famiglia. Ancora oggi combattono al mio fianco per il nostro giusto posto nella società e anche per i diritti degli altri. Grazie a quelle storie degli X-Men ho osato sognare una tale realtà; ho modellato nella finzione l’uomo che potevo diventare nei fatti. Questo è il vero potere degli X-Men: non le loro abilità sovrumane, ma il potere di una grande storia di plasmare una giovane mente.

X-Men: God Loves, Man Kills, anteprima 01

Ora che il mainstream della vita LGBTQ è trattato apertamente nelle pagine dei fumetti supereroistici anziché restare una parabola sottile e velata, gli X-Men includono membri apertamente gay e non. Possano a lungo tutti questi Figli dell’Atomo, q, combattere il fanatismo in qualunque forma, e che il loro esempio possa portare speranza a generazioni di persone queer in tutto il mondo.

I fumetti sono un’occasione per ispirare. Anche se ci raccontano storie fittizie, quelle storie provengono da una parte umana di noi molto profonda. Abbiamo la possibilità di raccontarle in modo che profonda di noi. Possiamo raccontarlo in un modo che anziché indicarci la via con una morale, lo faccia con l’esempio, radicandosi nel profondo del cuore e della mente. Si spera che quelle storie rimangano con noi, affinché quando ci troveremo di fronte a una situazione difficile, sia possibile cercarle dentro di noi e trovare ciò che ci serve per ispirarci ad agire in un certo modo, per fare la cosa giusta e… per diventare migliori.

 

Chris Cooper Marvel's Voices X-Men

 

 

 

 

Fonte: Marvel