David Haller è forse uno dei mutanti Marvel più affascinanti: figlio di Charles Xavier, ha dei problemi psichici tali da portarlo a fare costantemente i conti le proprie personalità multiple, ognuna in possesso di un particolare super potere. Una di esse incarnerà il nuovo avversario del ragazzo sulle pagine di Legion, la nuova miniserie di cinque albi targata Legacy in partenza il prossimo 24 gennaio negli Stati Uniti.

Questo nuovo progetto, scaturito dal buon successo dell’omonimo serial FOX ideato e prodotto da Noah Hawley (Fargo), è sceneggiato da Peter Milligan (X-Men, X-Statix) e disegnato da Wilfredo Torres. Lo scrittore, di ritorno alla Casa delle Idee dopo qualche anno, ha presentato così la storia dal titolo Trauma.

 

Legion #1, copertina di Javier Rodriguez

David Haller, alias Legione, non è un eroe tradizionale. Già definirlo “eroe” è un po’ una forzatura. Mi piace, e sono stato attratto dal mondo interiore di David composto da cose folli. Apprezzo che ci sia un grado di fluidità attorno al personaggio. Voglio dire, quando un uomo è colmo di personalità alternative come Legione, è difficile capire esattamente chi sia e cosa ci sia di reale in lui. E questo è ottimo per uno sceneggiatore, perché ti da un certo margine di manovra e di libertà per dare la tua impronta al personaggio e alla storia.

Anche per gli standard malati e instabili di David, [la sua mente] è in uno stato peggiore rispetto a quello in cui era quando l’abbiamo incontrato per la prima volta… Penso che chiunque faccia i conti con quel livello di follia mescolato ai poteri mutanti di David sia continuamente sull’orlo di una crisi mentale di qualche tipo. Questa storia – Trauma – inizia quando una di queste crisi sembra ormai imminente.

Amo i personaggi che provengono dagli angoli più oscuri del mondo degli X-Men, perché ti danno un po’ più di libertà. Lo show televisivo – molto buono, soprattutto all’inizio – non ha necessariamente cambiato il mio approccio al personaggio. Semmai potrebbe cambiare l’approccio dei lettori, ma capiranno subito che l’incarnazione a fumetti di David Haller ha delle caratteristiche peculiari differenti rispetto a quelle della sua versione televisiva.

Wilfredo è molto bravo nel cogliere cosa stia cercando di fare con questo racconto. Il fattore importante in una storia del genere, dove la follia la fa da padrone, è che i disegni tengano ben ancorato il lettore alla realtà. Devi credere a ciò che stai guardando, anche se quello che vedi è incredibile. Questo risultato si raggiunge principalmente tramite i personaggi, e Wilfredo è bravissimo a delinearli. Inoltre ha un tratto sottile che apprezzo molto e che fa da contraltare a quella che, a dirla tutta, è una faccenda molto seria: la potenziale disgregazione della mente e di una persona.

Seguitemi in questo viaggio nella mente di un uomo folle.

 

 

 

Fonti: Marvel | Newsarama