Non è passato molto dall’ultima volta che vi abbiamo riportato le dichiarazioni di Tim Seeley riguardo Shatterstar, il progetto con cui mercoledì scorso ha riportato sul palcoscenico Marvel lo spadaccino di poche parole di X-Force.

Lo sceneggiatore è tornato a parlarne sulle pagine di Newsarama. Ecco in quali termini:

 

Shatterstar #1, copertina di Yasmine Putri

Credo che l’idea di base della Marvel di riproporre Shatterstar sia stata quella di dare visibilità a un personaggio che appariva in un film di Deadpool. Qualcosa bisognava fare, con lui. Poi si sono accorti che in quella pellicola gli capitava qualcosa di terribile e hanno capito che c’era bisogno di dire al mondo quanto il personaggio fosse figo, dato che la gente pare se ne sia scordata.

Quindi, credo che la Marvel sia consapevole del fatto che parte del pubblico non capisca il valore di alcuni suoi personaggi, i quali, però, se hanno il tempo sufficiente possono sempre dimostrarsi notevolissimi. Shatterstar ha avuto un fumetto tutto suo tredici anni fa, ma credo che ci siano un sacco di nuovi lettori, là fuori, in cerca di un protagonista davvero con le palle.

Il mio approccio a questa storia non ha niente a che vedere con il resto degli eventi dell’Universo Marvel. Ho deciso di pensare a come sarebbe stata se avessi ridotto lei e il personaggio alle loro basi. E quel che mi è balenato in mente è l’avventura di un alieno gladiatore che diventa un detective. Grandioso. Era il gancio semplice e diretto con cui potevo lavorare.

Shatterstar #1, variant cover di Ivan Shavrin

La nostra vicenda inizia con Shatterstar che prende possesso della sua nuova vita, che si è emancipato dal suo passato e dalla continuity che ha alle spalle, a suo modo.

Ora vive in un edificio assieme a un sacco di altre persone come lui: rifugiati e reietti provenienti da altre realtà e altre linee temporali. Lui è il proprietario e cerca di andare avanti con la sua vita, ma fatica a far funzionare ogni tipo di relazione umana.

Lo troviamo dopo che ha preso le distanze anche da Rictor e scopriamo perché con il proseguire della storia. Cerca di tenere insieme la propria esistenza, ma per lui non è difficile ritrovarsi con le spalle al muro e nelle tenebre.

Credo che per un tizio cresciuto solo per combattere e uccidere sia normale. Non conosce altri modi per affrontare le cose, quindi, in fin dei conti, quel che abbiamo di fronte è una dura e fredda storia di vendetta con Shatterstar come protagonista

 

Seeley ha deciso volutamente di starsene lontano dalle origini di Shattersar, talmente ingarbugliate da rendere il personaggio il nonno di se stesso, e ha costruito un’avventura coesa e molto indipendente. Tuttavia, molti elementi del passato e degli esordi del personaggio faranno capolino. Ci saranno i Death Sponsor, personaggi che apparirono molti anni fa in una storia che vedeva Shatterstar protagonista assieme a Longshot.

 

Io e Carlos Villa volevamo che Rictor avesse chiaramente una vita tutta sua, fuori dall’ambiente degli X-Men e al di là del suo rapporto con Shatterstar. Ecco perché lo vedremo nelle vesti di proprietario di un club punk che si chiama Shakedown. Il suo nuovo look è determinato dal suo stile di vita.

 

Shatterstar, character design

 

Seeley promette una storia complessa e profonda dal punto di vista emotivo, che vede protagonista un eroe dall’aspetto tosto e belloccio. Questa è l’idea. Niente complicazioni con il passato del personaggio, che peserebbero sui nuovi lettori.

 

Carlos Villa sarà più oscuro e più ruvido su questa serie, rispetto al disegnatore che avete visto su Lockjaw. Credo sia un artista grandioso e un ottimo narratore. So bene quanto sappia far funzionare la storia visivamente. Mi piaceva l’idea di lavorare con qualcuno che sapesse essere semplice e diretto, che si affida all’espressività dei personaggi e alle loro azioni. Credo abbia uno stile quasi alla Dave Gibbons. Molto leggibile e pulito. Ecco perché ho scelto Carlos.

C’è sempre bisogno di personaggi nuovi, non temete. Così come c’è sempre bisogno di dare una rinfrescata a quelli vecchi. Non si può sopravvivere sempre di vecchi concetti solidi. E la capacità di reinventarsi è una delle qualità principali dei comics. Nuove idee hanno sempre la possibilità di trovare un loro spazio accanto alle leggende.

 

Motivo per cui Seeley ha dato vita a Gringrave, villain debuttante basata sull’idea di base di Mojoworld e influenzata dalla cultura pop. Se Shatterstar e Longshot erano influenzati dall’immaginario occidentale, lei è frutto della cultura popolare orientale. Un po’ guerriera da scuola superiore degli anime, un po’ personaggio di Bollywood. E mortale come il diavolo.

 

 

 

Fonte: Newsarama