Non è passato che qualche giorno dall’ultima intervista di Al Ewing su Ultimates2, anche noto come Ultimates Squared. Questa volta tocca all’artista della serie, Travel Foreman, dirci la sua su questa storia che vede alcuni degli esseri umani di maggior potere individuale lanciati nel Multiverso Marvel alla ricerca di Eternità, ridotto in catene. Non l’incarnazione del solo universo di Terra Prime, ma quella di ogni singolo universo esistente.

 

La nuvola temporalesca di Civil War II ha avuto grandi effetti sulla squadra e ha lasciato scorie molto pesanti. Pantera Nera e Capitan Marvel, che sono il cuore e l’anima del gruppo, sono stati su fronti opposti e ora sono costretti a collaborare di nuovo. T’Challa è forse pentito di alcune sue scelte, ma è un re ed è troppo orgoglioso per ammetterlo. Carol non si fida più di lui e questo non può che essere un problema.

Nuovi problemi, nuove situazioni. Per quanto mi riguarda, se una serie diventa più complessa, come la sfida che rappresenta per me, tanto meglio. Sono terribile con il realismo e con il mondo quotidiano. Una serie sul cosmo e l’universo come Ultimates2, che ha forti radici nella fantascienza, mi permette di creare le mie personali leggi della fisica. Perfetto.

Non ho ancora avuto occasione di reinventare visivamente nessuno dei personaggi, mi limito a lasciare qualche segno del mio stile su di loro. Sono cresciuto leggendo le avventure degli X-Men, quasi solo quelle, e una delle cose che adoravo era vedere i personaggi uscire leggermente dai canoni. Credo che aggiunga vitalità alle loro figure mostrarli leggermente diversi da come siamo abituati.

Monica Rambeau, probabilmente, è colei che subirà più cambiamenti nel prossimo futuro. Credo che sia stata vista da molti in maniera eccessivamente matronale, ma io voglio darle un’immagine più libera e stilosa. Se la Marvel me lo permettesse, avrei qualche idea per un costume tutto nuovo.

Con Galactus ho lo stesso approccio, fatto di variazioni sui dettagli. Credo che l’unico grande cambiamento avvenuto sia quello di Anti-Man, che ora è a tutti gli effetti un araldo dell’ex Divoratore di Mondi. Ho cercato di  rendere il suo aspetto una sorta di specchio di quello del suo padrone.

La Marvel, storicamente, ha sempre dato una forma antropomorfa a i grandi concetti del cosmo, quasi come succedeva con le maschere del teatro di Grecia antica, per gli dei. Io voglio andare nella direzione opposta e lasciare che sia astratto ciò che è astratto. Non tanto da non farvi sapere che lo state guardando, ma abbastanza da far si che non vi somigli. Potete aspettarvi qualcosa di simile per il Carceriere Cosmico, attorno a cui ruoterà il primo arco narrativo. Bizzarro e sorprendente.

 

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Fonte: Marvel