Ryan Stegman, dinamico disegnatore di Venom, per le matite di Donny Cates, risponde alle domande del sito ufficiale della Marvel, alla vigilia dell’uscita del nono numero della serie.

Tempi duri per il Protettore Letale che, a quanto pare, è destinato a tornare nella città che ha a lungo considerato casa propria: San Francisco. Ecco le dichiarazioni di Stegman in merito al proprio lavoro sulla serie:

 

Venom #9, copertina di Ryan Stegman

Venom mi dà sensazioni diverse rispetto agli altri progetti. Sento che su questa serie c’è una sinergia creativa importante. Non che non abbia mai provato questa sensazione con altri colleghi, ma non mi sono mai sentito come se l’intero team creativo fosse sulla stessa linea d’onda. Donny manda le sceneggiature e io riesco a vederle intere, complete nella mia testa. Non so se siamo davvero sincronizzati oppure se sia lui a essere un genio. Forse preferisco la prima ipotesi, perché non voglio che si monti troppo la testa.

Credo che io e lui siamo entrambi personalità piuttosto schive, con dentro forse un lato oscuro o qualcosa che permette a entrambi di metterci in sintonia con Eddie Brock. Ci siamo capiti sin da subito, dalla prima chiacchierata al telefono. Donny mi chiamò non appena gli offrirono l’incarico e mi disse quello che aveva in mente. E io avevo l’impressione di parlare con un vecchio amico, anche se all’epoca ci conoscevamo appena. Così vanno le cose. Ci siamo incontrati una volta a uno show, ma abbiamo parlato appena. O meglio, ci siamo parlati a lungo, ma poi non abbiamo più avuto occasione.

La cosa divertente è che ho la sensazione che nel personaggio ci siano alcuni aspetti pensati appositamente per me. Ma non ne ero consapevole fin da subito. Certo, sapevo che mi sarebbe venuto bene, perché tutto sommato è un personaggio horror, ma quando ho iniziato a disegnarlo mi è parso di essere proprio destinato a Venom. Molte delle storie che preferisco sono di ambientazione cosmica. Non avrei mai immaginato che questa serie avrebbe incluso alcuni di quegli elementi, ma credo che questa sia un’altra caratteristica di Donny: vuole raccontare le storie di più ampia prospettiva possibile. Ci siamo spinti il più lontano possibile nel cosmo.

I comics Marvel che più mi hanno ispirato sono lo Spider-Man di Todd McFarlane, il primo fumetto che abbia mai letto. Amo le storie dei Fantastici Quattro di Jack Kirby, per le idee cosmiche e grandiose, senza paura di esagerare. Che altro? Le serie Marvel Knights. Il Daredevil di Smith e Quesada, ma anche Inhumans di Paul Jenkins e Jae Lee. Anche se Daredevil ebbe l’impatto più grosso su di me, perché uscì proprio quando avevo l’età giusta.

 

 

 

Fonte: Marvel