In uno speciale della ABC, Tom Brevoort e Alanna Smith, insigni esponenti del comparto editoriale della Marvel, assieme allo sceneggiatore Nick Spencer hanno parlato della fine di Secret Empire e delle conseguenze dell’evento che ha tenuto banco durante l’estate. Ecco i concetti chiave delle loro dichiarazioni in merito, ripulite degli SPOILER più importanti sulla trama della storia, che è stata commentata nel dettaglio.

Attenzione, lettori, perché ci sono anticipazioni comunque molto importanti sul finale di Secret Empire. Siete avvertiti.

 

Secret Empire FCBD #1, copertina di Mark BrooksSpencer – Ogni volta che si scrive una storia in cui è coinvolto il Cubo Cosmico, la gente tende a pensare che quel che succede sia semplicemente una manipolazione della realtà intera. Ma Kobik, in questo caso, ha manipolato solo e soltanto Steve Rogers. Tutto ciò che ogni altro personaggio ha fatto, l’ha fatto da solo. Pertanto, delegare a Capitan America tanta importanza da cambiare radicalmente il corso della storia qualora fosse stato lui diverso, è qualcosa che essi hanno fatto di loro spontanea volontà. Quel che lo Steve malvagio ci fa capire è che non ha obbligato nessuno a fare qualcosa. Non sarà stato onesto sulle sue intenzioni o sulla sua personalità, ma ognuno, attorno a lui, era libero di fare quel che voleva.

Smith – Credo che ci sia una parte di Steve, ormai tornato dalla parte dei buoni, che cerca di fare i conti con i danni che sono stati provocati. E una delle conclusioni è che, quel che è successo, abbia alla fine un risvolto positivo, se ha insegnato alle persone a non fidarsi mai più con tanta cecità delle figure di autorità.

Brevoort – Gli X-Men ne hanno passate delle belle in questo periodo. Hanno conosciuto una versione del loro sogno di concordia, anche se non perfetta, realizzata. E poi se la sono vista portare via. Ogni mutante e ogni gruppo di mutanti dovrà fare i conti con quel che tutto questo significa per il futuro. Si tratta di un’altra situazione in cui il potere costituito se l’è presa con loro. Gli X-Men e tutto il genere degli Homo Superior sono nuovamente in quella situazione quasi perenne in cui sono indesiderati e fuori dai giochi, ad affrontare un mondo che li teme e li odia.

 

I tre hanno risposto a domande su quale sia il loro momento preferito di questa saga. Avrebbe poco senso riportarvi le loro risposte, dato che in Italia non abbiamo ancora letto Secret Empire e sarebbe uno sterile esercizio fare riferimento così preciso alle storie. Tuttavia, è interessante sottolineare che la scena preferita di Nick Spencer è un momento disegnato da Andrea Sorrentino, che si prende gli applausi dello sceneggiatore per il suo lavoro definito “impressionante”.

Ciò che invece Brevoort ha preferito, al di là della situazione narrativa precisa, è il fatto che la storia abbia fatto arrabbiare la gente giusta. Un commento evidentemente personale e dal sapore politico.

 

Secret Empire #1, copertina di Mark BrooksSpencer – Quel che ci mostra il Cap malvagio, che dimostra, è che una quantità impressionante della popolazione d’America e del mondo era felicissima del regime imposto dall’Hydra. E tutti quanti gli eroi ora lo sanno, non possono ignorarlo. Le cose andavano bene a un sacco di gente. Avevano Capitan America come copertina, come uomo che proponeva soluzioni, ma quelle soluzioni terribili, se portate avanti da lui, erano facilmente accettate. Per l’Universo Marvel, questa non sarà un’eredità priva di problematiche.

Brevoort – Quando lanciamo un grande evento, quel che la gente vuole sapere è soprattutto cosa sia cambiato rispetto al passato. Che cosa c’è di diverso nell’Universo Marvel? In questo caso, il cambiamento è più sottile e meno evidente rispetto ad eventi passato, ma sono i sentimenti di molti ad essere cambiati, molti che potrebbero tranquillamente agire in maniera molto diversa da come fanno, ora sappiamo. E lo Steve buono dovrà fare i conti con tutto questo.

SpencerSecret Empire è stata un’esperienza molto interessante. Il finale della saga è stato felice e chiassoso, con tutti gli eroi che festeggiano assieme, ma i temi della storia sono ancora sul piatto, come vediamo in Omega. Non sono risolti. Lo Steve malvagio esiste ancora e l’Hydra è più forte che mai, in qualche maniera. Mi sembrava importantissimo che una storia che parla di dittatura e fascismo non finisse con una soluzione semplice. Tipo basta, abbiamo vinto e tutto è risolto. Volevo enfatizzare il fatto che quella contro gli autoritarismi è una battaglia che va combattuta per sempre.

Brevoort – Se concludessimo un numero di Captain America con Steve in prigione vi aspettereste che nel successivo trovasse il modo di fuggire, vero? Lo Steve malvagio non è diverso, non è meno abile, esperto, fiducioso nei propri mezzi del nostro Steve. Che possa rimanere in disparte a lungo è un’idea che non ha senso. Anche lui è Capitan America.

Spencer – Per me è difficile pensare che la mia run su Captain America sia finita, ma sono molto felice ed entusiasta che la conclusione arrivi con una storia che si concentra su Sam Wilson e che ci mostra un momento di grande scoperta e di cambiamento, per lui. Sam è stato il cuore e l’anima della mia storia sin dall’inizio. Ho sensazioni dolciamare. Questa è stata una grandiosa esperienza e scrivere questi personaggi un onore. Sono felice di avere l’opportunità di mettere il punto finale a tutto questo.

 

 

Fonte: Bleeding Cool