Un’opera chiamata X-Men: Grand Design non si improvvisa da un giorno all’altro. Per Ed Piskor, l’autore attualmente impegnato nella rinarrazione dei primi decenni di avventure dei mutanti in una miniserie di soli sei albi, forse la preparazione è durata tutta la vita, fin dal fatidico giorno in cui scoprì le avventure di Wolverine e compagni per caso, in un fumetto.

Mentre lavora alla mastodontica impresa di Grand Design, al debutto il prossimo 6 dicembre negli Stati Uniti, Piskor racconta al sito ufficiale della Marvel la sua “formazione” come lettore delle testate marchiate con la “X” e il suo approccio alla realizzazione dell’opera.

 

X-Men: Grand Design #1, anteprima 01Fu il numero #157 di ‘Uncanny X-Men’ ad avere un ruolo importante nella mia decisione di diventare un disegnatore: nel riquadro dei credits della prima pagina scoprii per la prima volta che c’erano dei veri e propri esseri umani dietro a quei fumetti. E così, quello diventò il mio obiettivo fin dall’età di quattro anni.

Non ho mai avuto ripensamenti, mai voluto fare il vigile del fuoco o l’astronauta, solo il disegnatore. Se poi fosse capitata l’occasione di disegnare gli X-Men, be’, quella sarebbe stata la ciliegina sulla torta.

Alcuni dei miei fumetti preferiti degli X-Men appartengono all’epoca in cui Chris Claremont, Marc Silvestri e Dan Green li sfornavano ogni due settimane. C’era un’energia cinetica in quei fumetti che per me era davvero divertente e stimolante.

Senza dubbio, ritengo che l’epoca migliore sia stata quella del ciclo di John Byrne, uno dei pochissimi casi in cui c’era una sinergia completa tra i vari talenti all’opera, dallo sceneggiatore Claremont al disegnatore Byrne, alle chine di Terry Austin, al lettering di Tom Orzechowski, ai colori di Glynis Oliver. Si contano sulle dita di una mano i grandi team creativi della Storia del Fumetto, e questo appartiene di diritto a quella lista ristretta. In tanti fumetti si ha l’impressione che i vari elementi creativi siano in competizione tra loro per mettersi in mostra piuttosto che lavorare insieme per cercare di realizzare il miglior albo possibile.

X-Men: Grand Design #1, anteprima 02Non sono un tipo che si appassiona a un singolo personaggio. Mi piace più l’idea e lo spirito degli X-Men in generale, non Wolverine in sé in quanto tipo tosto e cose del genere. Credo di essere stato un fan di Longshot da ragazzo, ma semplicemente perché all’epoca non riuscivo a esprimere in altro modo quanto mi piacesse il lavoro di Art Adams.

A un certo punto è apparso evidente che era stato deciso di mettere in prima linea i migliori artisti Marvel su quella serie: Steranko, Neal Adams, Dave Cockrum, Byrne, Paul Smith, Art Adams, John Romita Jr. Siamo seri, gente! Questa squadra non si batte! E Chris Claremont era il collante che forniva agli X-Men il loro cuore.

X-Men: Grand Design è fondamentalmente una trilogia composta da due numeri o archi narrativi per ogni capitolo: a voi la scelta della nomenclatura. Ogni numero avrà quaranta pagine e saranno sei uscite in totale. Ogni coppia di numeri sarà disponibile anche in un volume in formato gigante simile al mio fumetto Hip Hop Family Tree: stessa qualità della carta e stesso progetto grafico. All’interno sarà inclusa anche una ristampa di una storia classica. Il primo volume conterrà X-Men #1 di Kirby e Lee, ricolorato da me per mantenere la coerenza con il resto. È stato un piacere esaminare quell’opera classica fin nei minimi dettagli.

X-Men: Grand Design #1/6, copertine di Ed Piskor

 

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Fonte: Marvel