Tra gli argomenti del New York Comic Con dello scorso fine settimana, si sono fatte notare le riflessioni di alcuni autori sulla questione etnica e quella del rispetto dei generi sessuali, tra cambiamenti, evoluzioni e vecchi problemi irrisolti, sulle pagine e dietro le quinte del mondo del fumetto americano.

 

 

Autorevoli convenuti all’incontro con il pubblico sono stati Ta-Nehisi Coates, Steve Orlando e Tee “Vixen” Franklin. Ecco, in pillole, le considerazioni scaturite.

 

Black Panther #7, variant vover di Esad RibicCoates – Se siamo in grado di essere consapevoli di noi stessi, delle nostre abitudini, del modo in cui osserviamo il mondo, allora c’è la possibilità di aprirsi un po’ alla visione del mondo degli altri e allora, all’improvviso, le cose scorrono con naturalezza, quando raccontiamo una storia. Non per forza ci sentiamo in dovere di inserire personaggi di colore o gay o donne, perché basta guardarsi attorno per vederli attorno a sé, nel mondo reale. Vedo così il mio lavoro sull’amore omosessuale tra Ayo e Aneka, comprimarie di Black Panther.

Ho passato un sacco di tempo a leggere fumetti sul Dora Milaje, la guardia femminile di Pantera nera. Nella maggior parte, gli occhi con cui erano viste erano quelli di T’Challa e a me interessava una prospettiva diversa, quella di una persona che, per tutta la vita, fa la guardia del corpo di un uomo che chiamano “L’Amato”. Mi interessava sapere quali altre forme di amore avessero queste donne e come si manifestasse tra di loro.

Eravamo a un punto della storia che mostrava il Wakanda spezzato, in crisi profonda, così mi è venuta l’idea di due Dora Milaje che si erano amate, innamorate, e che avevano soppresso questo sentimento sinora. Ma che cosa sarebbe successo quando le convenzioni tradizionali e sociali, la coscienza stessa del Paese fosse stata messa in difficoltà? Da lì in poi, non ho fatto altro che raccontare.

Certo, ero cosciente del rischio che corre un maschio nel raccontare un amore lesbico. Sono stato molto preciso in sceneggiatura nel chiedere a Brian Stelfreeze di rendere il loro primo bacio più umano possibile, di disegnarlo come se i lettori non stessero guardando, di far capire che si trattava di un memento privato. E sono fortunato ad avere con me Brian, che è riuscito nell’impresa.

Orlando – Ho raccontato a lungo l’amore gay tra Apollo e Midnighter e devo dire che si tratta di qualcosa che mi fa sentire audace, per il modo e il contesto in cui abbiamo mostrato il rapporto fra loro, ma sono convinto, parallelamente, di non aver mai inserito nella storia qualcosa di diverso da quel che vedreste fare a Dick Grayson o a Black Canary e Freccia Verde. Non fanno nulla di diverso da quel che vedete fare a una coppia etero in un fumetto per tutti. E non c’è motivo di non mostrarlo.

 

Orlando ha quindi parlato anche di Virgil, la sua graphic novel su di un poliziotto giamaicano gay, dicendo di averla scritta quasi senza accorgersi che era la storia di un poliziotto o di un giamaicano.

 

Midnighter and Apollo #1, copertina di ACOOrlando – Quando mi approccio a queste cose, penso a come mi sento quando mi approccio con persone gay, con etero e non penso che si debba per forza appartenere a una certa comunità per raccontare una storia che ne parli. Tuttavia, il processo creativo non è lo stesso, perché ci sono argomenti di cui mi sento di parlare e altri che preferisco non toccare e che, credo, chi non appartiene alla nostra comunità farebbe meglio a non affrontare.

Se sei un tizio etero dell’Iowa, metti pure un personaggio gay nelle tue storie, ma non raccontare il suo coming out, perché è qualcosa di molto privato che difficilmente conosci. Ma parla pure di lui. Per me, affrontare Virgil, che ha caratteristiche lontane da me, è stato lo stesso. Ho fatto un sacco di ricerca, ho parlato con persone che credo gli somiglino, ho rispettato le loro opinioni e mi sono tenuto lontano dagli aspetti che meno conosco e posso afferrare.

Franklin – Se vuoi che qualcosa sia fatto bene, comunque, devi farlo tu stesso, che fai parte di una certa categoria. Io sono una donna nera, gay e disabile e voglio vedermi rappresentata nei comics. Nessun altro lo farà mai per me, quindi eccomi qua. Concordo con Ta-Nehisi: una volta che hai gli occhi aperti, non devi far altro che osservare il mondo. Detesto il termine “diversità”. Fa parte della vita, non è un tesoro nascosto! Siamo noi, noi tutti! E spesso, non si vede nei fumetti.

 

 

Fonte: Comic Book Resources