NorthamptonCome da tradizione, ogni cosa che Alan Moore fa o dice tende a fare notizia… e altrettanto spesso a essere “abbellita” o interpretata per accentuarne l’aspetto sensazionalistico. È il caso del suo romanzo Jerusalem, apparentemente in dirittura d’arrivo, che aveva colpito i media soprattutto per la dichiarazione della sua lunghezza: oltre un milione di parole che lo poneva nella ragguardevole posizione di un testo lungo quanto il doppio del Signore degli Anelli o pari alla sommatoria di vari libri del ciclo Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin.

Moore ha ritenuto di dover intervenire di persona specificando che si tratta di un travisamento della stampa e che il romanzo, pur avendo una lunghezza ragguardevole, si aggira in realtà sulle 600.000 parole, cosa che lo affianca al più limitato ma pur sempre ragguardevole Guerra e Pace di Leo Tolstoj. Poi, ricorrendo all’ironia che da sempre lo contraddistingue, aggiunge che probabilmente inserirà nel romanzo l’elenco del telefono di Northampton per accontentare la gente che riterrà di avere ottenuto meno di quanto le spettasse.

Scherzi a parte, Northampton, la città natale dell’autore, è comunque al centro delle vicende del romanzo. Nella sua opera letteraria precedente, The Voice of the Fire, l’intera cittadina veniva esplorata nell’arco di 10.000 anni di esistenza. “Stavolta”, aggiunge Moore sempre senza rinunciare alla sua ironia, “l’opera sarà meno cosmopolita e si concentrerà solo sui tre o quattro isolati dove sono cresciuto io. Tanto sono comunque il luogo storico più importante dell’area.”

Per l’uscita di Jerusalem, Alan Moore tornerà inoltre a prendere in mano le matite per disegnare personalmente la copertina del libro, attività a cui non si dedicava più da diverso tempo. Il coinvolgimento personale e autobiografico dell’autore si preannuncia dunque massimo.

 

Fonte: CBR