Nel 2010 il talentuoso regista Satoshi Kon (Tokyo Godfathers, Paprika) morì mentre era al lavoro su Yume-Miru Kikai (“La Macchina dei Sogni”), lungometraggio animato rimasto incompiuto. Dopo la sua scomparsa, il produttore e storico collaboratore Masao Maruyama, abbandonò lo Studio Madhouse per portare a termine indipendentemente il progetto dell’amico. Il film avrebbe dovuto essere il primo del regista rivolto anche a un pubblico giovane, e sarebbe stata una storia di “folclore futuristico”, un road movie incentrato sui robot completamente privo di personaggi umani.

Da anni non avevamo aggiornamenti al riguardo, ma ora arriva dallo stesso Maruyama la conferma di ciò a cui molti fan si erano ormai rassegnati: Yume-Miru Mikai non sarà completato e non verrà mai distribuito. Resta da capire se in futuro verrà mai svelato in qualche modo il prodotto incompiuto, visto che alla morte di Kon erano già state completate 600 scene su un totale di 1500.

All’ultima edizione dell’Hiroshima International Animation Festival, il produttore Maruyama ha però annunciato che un’altra opera di Satoshi Kon potrebbe vedere la luce: si tratta di Opus, anime tratto dal suo manga del 2010, del quale sarebbe stato completato un copione. Al compositore Susumu Hirasawa (Millennium Actress, Paranoia Agent, Paprika) è stato chiesto di comporre la sigla dell’adattamento animato.

Al momento non si conoscono ulteriori dettagli in merito, e dunque ignoriamo se si tratti di un film o di una serie televisiva, se il progetto sia già stato affidato a uno studio d’animazione o se la produzione abbia già ottenuto i finanziamenti necessari per avviare i lavori.

Opus, pubblicato in Italia da Planet Manga, è stato l’ultimo fumetto a cui Satoshi Kon abbia lavorato prima di dedicarsi completamente alla sua carriera nel Cinema d’animazione. Il protagonista è il mangaka Chikara Nagai, che si ritrova catapultato all’interno del suo fumetto Resonance, circondato dai personaggi e dai luoghi da lui creati.

L’opera metafumettistica porta avanti riflessioni esistenziali sul rapportò tra divinità e creature, al punto che Nigai non riesce a concludere il suo fumetto dopo averlo vissuto in prima persona. A rendere ancor più bizzarro e “appropriato” il finale di Opus, il fatto che il manga sia rimasto incompiuto a una manciata di episodi dal finale, a causa della chiusura della rivista giapponese su cui veniva pubblicato.

 

 

Fonte: Anime News Network