savage dragon 200Alcuni di voi sicuramente ricordano con nostalgia la nascita della Image Comics, che raccolse i trasfughi della Marvel e della DC sotto una nuova etichetta, terribilmente giovane e combattiva e pronta a dare battaglia ai due colossi con una serie di titoli e nuovi personaggi che intercettavano perfettamente il gusto degli anni Novanta: linguaggio spregiudicato, azione iperdinamica, grande muscolarità e contaminazione di generi. Assieme ai vari Todd McFarlane, Marc Silvestri e Rob Liefeld, il salto lo fece anche Erik Larsen, e il suo Savage Dragon fu uno dei primissimi titoli di quella che divenne (e per lungo tempo rimase) la terza forza del comicdom USA.

Dal 1992, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma la testata è ancora tra noi e Larsen, a novembre, consoliderà il proprio record di autore completo con la serie a colori più longeva d’America con Savage Dragon #200. Proprio in un periodo in cui si vocifera di possibili progetti cinematografici. Oggi il protagonista della serie non è più il poliziotto verde con una cresta da dimetrodonte sul cranio, bensì suo figlio Malcolm, giustiziere adolescente mentre il padre è ingiustamente in galera e depotenziato. Il fumetto è tuttavia sempre quello, coerente nella trama e nelle intenzioni di Larsen che ne ha realizzato testi e matite per ogni singolo numero. Senza rinumerazioni, né rilanci o reboot (anche se non si è fatto mancare realtà parallele e linee temporali abortite). Un risultato non da poco, che merita di essere celebrato.

savage dragonPer l’occasione, Larsen ha parlato del suo percorso passato e futuro nella serie di Savage Dragon, un amore mai abbandonato, nemmeno nei pieriodi di vendita più bui. Innanzitutto ha spiegato che il recente passaggio della torcia, da Dragon a Malcolm, non è nulla di provvisorio. Il giovane drago è definitivamente il protagonista della serie, per quanto non ci sia alcuna intezione di sbarazzarsi del suo papà, che avrà il suo spazio e potrà anche ritagliarsi delle avventure personali. Ma il fumetto è ormai stabilmente ereditato da Malcolm.

Larsen sa che scrivere una serie con un singolo personaggio per così tanto tempo espone alla ripetitività, tanto più quando sei l’unico autore e disegnatore che ci lavora. Non ci sono altri sguardi, non ci sono versioni differenti che si inseguono, non ci sono cambi repentini di stile di scrittura o disegno a mantenere viva l’attenzione. Ecco perché gli piace, ora come ora, raccontare la storia di Malcolm: è un giovanotto all’utimo anno di liceo, il mondo gli sta cambiando attorno e lui farà altrettanto crescendo, mentre sul Savage Dragon originale, per come era, tutto era già stato detto.

I progetti attuali sono quindi a lungo termine e, anche di fronte a un traguardo come questo, Larsen non sta pensando a mettere fine alla serie. Quando dovesse presentarsi la necessità, allora si troverà una soluzione. Il finale di Savage Dragon non è scritto e non c’è un’idea neppure generale di conclusione delle storyline. Il fatto è che Larsen ama lasciarsi sorprendere dai propri personaggi, vedere quelli su cui non ripone speranze entrare nel cuore del pubblico (o nel suo) e seguire la corrente adattando le vicende al peso che questo o quel character finisce per prendersi quasi d’autorità, senza che lui possa farci niente.

In attesa di vedere dove l’onda porterà Erik Larsen e la sua creatura più personale, tanti auguri a Savage Dragon per il numero duecento e al suo attuale protagonista, dato che Malcolm diventerà maggiorenne proprio in questo albo.

 

Fonte: Comic Book Resources