Grant Morrison è stato certamente uno dei grandi protagonisti del San Diego Comic-Con terminato la scorsa domenica, visti i tanti annunci che l’hanno riguardato, tra novità, conferme e incontri. Già giovedì mattina, primo giorno dell’evento, c’è stato l’annuncio di Avatarex, il suo primo fumetto digitale con cui l’autore scozzese si confronterà, per beneficienza, con l’epica indiana e il mito fondativo del Mahabharata.

Per informazioni generali sul progetto, vi rimandiamo a questo articolo. Qui di seguito invece, alcune dichiarazioni dell’autore sul suo debutto nei digital comics.

 

Avatarex #1, coverQuando ero ragazzino ero ossessionato dalle storie sui fantasmi, sulla magia, sulla fantascienza. Quando mio zio mi fece conoscere la mitologia, entrò subito a far parte dei miei interessi. Impazzivo per persone che volavano, scagliavano energia dalle mani, compivano imprese pazzesche e scoprii che quel genere di storie stava alla base della civiltà umana.

Mahabharata è la più grande storia mai raccontata, perché enfatizza la fragilità come componente fondamentale di ciò che ci rende umani. I nostri difetti sono il nucleo di ciò che ci definisce.

Di fatto sembra quasi una storia di fantascienza, ci sono aggeggi che sembrano telefoni, sistemi di comunicazione avanzatissimi. Sembra la storia di una grande civilizzazione tecnologizzata, caduta e scomparsa dai radar della storia.

Ogni personaggio del Mahabarhata è costretto a infrangere le regole per salvare l’umanità e il futuro del mondo, a sacrificarsi per un bene superiore. Si tratta di personaggi iconici e archetipici con cui tutti quanti noi possiamo facilmente relazionarci: ognuno di noi si immagina come un amante, un criminale, un vecchio saggio.

Per fare un paragone con due icone della cultura popolare, Mahabharata somiglia più al Trono di Spade che al Signore degli Anelli. Si tratta di storie di nobili uomini che fanno cose molto poco nobili. C’è anche un’idea molto orientale del rapporto con il potere degli dei. Nella nostra cultura, siamo abituati alle storie di uomini che combattono per strapparlo alle loro mani, mentre per loro è molto più naturale sottomettersi ad esso soccombergli.

Avatarex è quasi un sequel del mito originaleGrant Morrison, ma ho voluto che fosse ambientato nell’India moderna. Sono davvero stanco dell’idea del supersoldato, dei supereroi al servizio dei governi e degli eserciti. Un tempo c’era un’idea diversa di supereroismo. Avatarex ha uno sguardo positivo e ottimista nei confronti del futuro. In Oriente, questo senso di speranza per un futuro migliore è fortissimo.

L’eroe della storia è un personaggio che scopre di essere troppo forte per il mondo in cui vive, un essere divino che giunge sulla Terra troppo presto per portare a termine la sua sacra missione e deve sforzarsi di non distruggere il pianeta. Nel farlo, impara molto sulla società moderna e sulle sue difficoltà. In pratica si tratta di una specie di Superman che capisce di non poter essere Superman, di aver bisogno di diventare anche un po’ Peter Parker.

Dopo aver menzionato l’intento benefico dell’iniziativa, gestita da Humble Bundle, Morrison ha ricordato il fatto che parte dei proventi andranno a sostegno di progetti per le ragazze in povertà dell’India, agganciandosi a un discorso generale sulla figura della donna.

Penso che sia tempo di dare alle donne e alle ragazze la possibilità di governare su questo mondo. Gli uomini ci hanno provato per un sacco di tempo e mi pare che abbiano fatto un gran casino. Mahabharata è una storia sulla fine di un’era e quando il protagonista femminile, umiliato, piange una singola lacrima, Krishna, che ha giurato di non combattere mai più, decide di distruggere il mondo per vendicare quella sola e unica lacrima. L’idea che il pianto di una donna sia sufficiente a condannare un mondo intero è terribilmente affascinante.

Le storie, comunque, stanno tornando a nutrirsi di mitologia, di epica. Dopo l’11 settembre 2001, la cultura popolare americana ha reagito un po’ come quella giapponese dopo la bomba atomica: zombie, apocalissi, invasioni di corpi morti. Ora invece si torna agli archetipi, la gente vuole Flash. L’America torna, o dovrebbe tornare ad avere uno sguardo positivo nelle opere di fantasia. Siamo passati dal sogno dell’esplorazione infinita di Star Trek, alla claustrofobia sociale di The Walking Dead. Forse è ora di tornare a viaggiare tra le stelle.

 

 

Fonte: Comic Book Resources