Secret Wars Agents of AtlasDopo essere stati protagonisti della loro costante lotta contro il Barone Zemo a Metropolitia, città/territorio ispirata agli anni Cinquanta del Battleworld, gli Agenti dell’Atlas tornano in un one-shot scritto da Tom Taylor (Injustice: Gods Among Us) e disegnato da Steve Pugh; annuncio che è arrivato ieri dal San Diego Comic-Con.

Newsarama ha raggiunto proprio lo sceneggiatore per saperne di più su Secret Wars: Agents of Atlas, in arrivo ad ottobre.

Gli Agenti dell’Atlas sono in una zona del Battleworld governata dal Barone Zemo. La gente che vive a Metropolitia è costantemente monitorata e obbligata a lavori forzati. Chi rifiuta o non lavora abbastanza viene sottoposto a terribili esperimenti. Sebbene lo S.H.I.E.L.D., guidato da Phil Coulson, pattugli la città, nessuno sta dalla parte della gente, tranne gli Agenti dell’Atlas.

Sono riusciti a trovare il modo di nascondersi all’occhio onnipresente di Zemo e sono una specie di forza speciale ribelle. Jimmy Woo e il suo team sono stati i migliori, finora. Ma… Jimmy è improvvismaente scomparso.

Taylor plaude a Steve Pugh e al suo stile, perfetto per il tono spionistico e segreto del fumetto, ma anche per il tratto sporco e da classica storia di ribellione. Bravissimo nell’intercettare l’effetto nostalgia che una storia del genere evoca, è la scelta migliore possibile per continuarla nell’albo one-shot.

Volevo mescolare sin da subito l’elemento supereroico con quello spionistico. I personaggi sono un po’ ladri gentiluomini, un po’ squadra di salvataggio e alcuni sono eroi vecchio stile, con superpoteri e scazzottate annesse. Gli Agenti dell’Atlas sono un gran team e speriamo di mostrare ai lettori e alla Marvel che meritano di rimanere sotto i riflettori.

Soprattutto Gorilla-Man, il mio preferito. Non saprei perché mi sia buttato subito su questo personaggio, all’inizio della serie, ma funziona. Ho scritto quattro pagine di dialoghi che lo vedevano protagonista prima ancora di avere un’idea precisa di cosa avrei raccontato nel resto della storia. Mi ha attirato come un’ape sul miele.

Comunque, avrei voluto avere più tempo per lavorare con questi personaggi. Essendo questo un volume autoconclusivo, ho dovuto tagliare moltissimi momenti interessanti che avevo scritto, che riguardavano Namora e Marvel Boy. Ma non posso farci niente. Lo spazio era quel che era e io mi faccio prendere molto facilmente dall’entusiasmo.

 

 

Fonte: Newsarama