Spawn Paul JenkinsL’ennesimo tentativo di rilancio del personaggio di Spawn, simbolo del fumetto degli anni ’90, portabandiera della nascita dell’Image Comics ed eterno collettore dell’affetto o del disprezzo dei lettori nei confronti del suo creatore Todd McFarlane, passa da Paul Jenkins.

Dopo la discutibile gestione dell’affare Brian Wood, prima annunciato come nuovo autore della serie e poi allontanato, McFarlane è tornato a parlare di Spawn e dei piani per il 2015 in un’intervista a Comic Book Resources, in cui ha discusso, prima di tutto, la scelta del nuovo autore.

Paul Jenkins aveva già scritto una storia per me, intitolata Spawn: The Undead. Era un fumetto in cui chiedevamo di darci un nuovo punto di vista sul personaggio: diversi autori ci mandarono delle ottime sceneggiature, ma quella di Paul era decisamente la migliore, la più originale. Senza reinventare nulla, la sua storia conferiva dinamiche nuove e sembrava pienamente inserita nel contesto, come se quella particolare vicenda in quel particolare modo fosse quel che ci voleva per Spawn da molto, molto tempo.

Paul non conosceva perfettamente il personaggio e certe cose andavano a infrangere parte della mitologia che avevamo consolidato. Il che era proprio ciò di cui avevamo bisogno e sono giunto a credere che sia quel che voglio da un autore. Il motivo per cui sono stato così restio, negli anni, a cedere le redini di Spawn non è sta nel fatto che ignoro quanti bravi autori ci siano là fuori. Il problema è che, quando arrivano a scriverne le storie, si bloccano, come se pensassero di non doverne incrinare il passato. Paul non si è posto il problema allora, non lo farà questa volta. Per questo credo sia la scelta migliore.

In effetti, lo avevo contattato prima di Brian Wood. Avevo sentito Grant Morrison, che non aveva tempo per me, e subito dopo avevo chiamato Paul. Anche la sua agenda era troppo piena per troppo tempo. Per questo sono andato a cercare Brian, il cui talento è indiscutibile. Solo che, a mio modo di vedere, non è quel che ci vuole. Ci sono voluti tre o quattro mesi perché ce ne accorgessimo e, nel frattempo, Paul si era liberato. Il che è stata una vera fortuna. Quindi no, Paul Jenkins non è una scelta di ripiego: è l’autore che anni fa mi ha fatto capire che non gliene frega niente di quel che pensa Todd McFarlane. Ed è proprio quel che cercavo.

Spawn JenkinsOvviamente, questo non significherà una totale revisione del personaggio, né che il passato di Spawn verrà gettato alle ortiche. La libertà notevole che Paul Jenkins ha a disposizione è soprattutto di segno positivo, quella di poter aggiungere al cosmo dell’Hellspawn qualunque cosa gli aggradi, o quasi.

A parte un generale rispetto di quanto accaduto in passato, McFarlane dice di aver posto un’unica condizione al suo nuovo sceneggiatore: non scrivere storie che Todd McFarlane avrebbe scritto, altrimenti tanto sarebbe valso continuare a farlo. Si tratta di un notevole passo indietro per l’artista, che fa pensare in maniera quasi immediata a un ruolo diverso per lui. In particolare a una voglia di rilanciare e, in qualche modo, redimere la versione cinematografica della sua creatura.

Nell’epoca d’oro dei cinecomics, il brutto film che vedemmo nel 1997, quando Spawn era al culmine della popolarità, è una macchia che prima o poi si doveva pur tentare di ripulire. Da anni si parla di un nuovo progetto e i tempi paiono maturi, come McFarlane conferma senza mezzi termini.

Ho iniziato a riprendere il soggetto proprio settimana scorsa. Ho avuto il film tutto quanto in testa, dall’inizio alla fine, per così tanto tempo che probabilmente ci ho semplicemente pensato anche troppo, in questi anni. Il problema è che non sono mai stato abbastanza disciplinato da trovare il coraggio di chiudermi da qualche parte e finirlo una volta per tutte. Mia moglie mi ha affittato un ufficio esterno dove nessuno possa raggiungermi, dandomi una specie di ultimatum che mi costringerà a darmi una mossa entro febbraio. L’interesse nei confronti del progetto c’è ed è sul piatto da un sacco di tempo, ma sto rischiando di sprecare l’occasione. Ogni interesse ha una data di scadenza e non voglio perdere il treno.

Spawn #250, copertina di Greg Capullo e Todd McFarlaneDevo dire che nuove idee e modi per integrarle a quelle vecchie e ormai stabilmente parte dell’idea generale stanno scaturendo con una certa velocità. Penso che mia moglie avesse ragione qualche mese fa, quando diceva che, se fossi riuscito a prendermi una pausa dalla scrittura del fumetto per almeno cinque numeri, avrei portato a compimento la sceneggiatura del film. Il che è un bene, perché ci sono diversi registi interessati per dirigerlo, alcuni dei quali molto talentuosi, a cui tempo fa ho fatto vedere le mie bozze e che si sono dimostrati entusiasti di quel che contenevano.

Il progetto è di mostrare nuovamente la prima vera stesura, raccogliere impressioni e vedere se, sulla base di quelle, riesco a mettere a posto ciò che non va. Voglio ragionare a mente fredda, questa volta, non sull’onda dell’entusiasmo. Qualora mi rendessi conto di non riuscire a portare a termine il compito, ho intenzione di trovare in fretta qualcuno di cui possa fidarmi che lo faccia al posto mio. Ma sono fiducioso, per ora. E in questo momento è davvero la cosa su cui sono maggiormente concentrato.

Un commento è stato speso anche sulle voci che, a fine anno scorso, davano come possibile un ritorno di Spawn anche in una serie animata, e di nuovo sono piovute conferme. McFarlane ha dichiarato di essere in cerca di uno studio di animazione a cui affidarsi. Non per lo sviluppo grafico, ma solo ed esclusivamente per la realizzazione tecnica delle animazioni.

Negli ultimi cinque anni, personaggi, studi grafici, addirittura registrazioni dei doppiaggi sono già stati preparati. A mancare è solo l’ultimo passo, quello dell’animazione effettiva di tutto questo materiale. Quindi, da questo punto di vista, il lavoro è molto vicino ad essere portato a compimento. Manca davvero solo l’ultimo pezzo del puzzle.

 

Fonte: Comic Book Resources