In occasione della tappa bolognese del tour dedicato a Le ragazze nello studio di Munari, abbiamo incontrato Alessandro Baronciani per parlare con lui della nuova edizione BAO Publishing della graphic novel, facendoci raccontare qualcosa in più anche del recente progetto Come svanire completamente.

 

Ciao, Alessandro. Bentornato su BadComics.it!
Qual è stato l’elemento che ti ha portato a scrivere “Le ragazze nello studio di Munari”? Volevi raccontare la storia di quei personaggi e Munari si è rivelato una buona cornice, oppure volevi parlare di Munari ma avevi bisogno di un aspetto umano per non renderlo un saggio?

C’è un esempio stupendo che Munari cita in “Fantasia”, la nascita della creatività: tra tutti i modi possibili cita la trasformazione, mettendo due cose che potrebbero essere in antitesi insieme tra loro, per vedere come si creano degli oggetti nuovi. Io avevo in testa Munari da una parte, volevo raccontare quello che ha fatto, e dire a tutti che non era soltanto un designer. Era qualcosa di più, di importante, però non volevo scriverci una biografia. Non ne sarei stato capace. Dall’altra parte avevo in testa la storia di un ragazzo in una relazione complicata, come direbbe oggi Facebook, con tre ragazze che lo lasciano tutte e tre contemporaneamente. Così è nato il libro a fumetti. Qualcosa che è a metà tra i due argomenti. Munari viene evocato dal protagonista – di cui è un collezionista e appassionato – dalle sue invenzioni cartotecniche e dalla sua filosofia. Mi è sembrato un bell’incastro da raccontare.

Hai un evidente gusto per i fumetti atipici, non solo nella loro confezione fisica, ma anche per la struttura narrativa che spesso propone un intreccio non lineare. A questo proposito: ci sono opere o artisti che ti hanno particolarmente influenzato?

Senza citare sempre i classici, prima parlando con te è venuto fuori uno dei miei film preferiti: “Se mi lasci ti cancello”, di Michel Gondry, che sarebbe bello scrivere nel suo titolo originale: “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” (sui titoli dei film che vengono cambiati in italiano non basterebbe parlarne in un libro intero!). Gondry, fin dai suoi primi video musicali, ha saputo offrire una nuova visione del mondo. Anche se la trama di quel film ha una sua circolarità, lo devi rivedere per comprendere appieno il meccanismo. È una delle ragioni per cui continuo a guardarlo. C’è sempre qualcosa che mi dimentico e che forse riguardandolo potrebbe tornare tutto a posto e invece no. C’è sempre qualcosa che sfugge, qualcosa che volteggia e non si deposita mai.

Passando invece alla realizzazione tecnica: come hai deciso quali elementi di cartotecnica inserire? C’è la porta con lo spioncino, l’effetto nebbia, la mano con un biglietto da aprire, la lana della pecora… In quanto autore sei consapevole che questi elementi saranno un ostacolo per la tipografia e renderanno il volume più costoso per il lettore: come si trova l’equilibrio tra l’estremo di aggiungere effetti simili ad ogni pagina e il non inserire nulla per semplificare le cose?

Le ragazze nello studio di Munari, copertina di Alessandro BaroncianiGuardando “Nella nebbia di Milano”, il libro per bambini disegnato da Bruno Munari, ho iniziato a pensare e ho voluto cercare di restituire quell’atmosfera con un “effetto speciale”. Non ho effettuato una particolare selezione di elementi cartotecnici, ci sono tutti quelli che volevo inserire. Ad esempio, il biglietto nella mano ha un suo valore, non tanto per il messaggio che c’è scritto, ma per l’azione di aprirlo e leggerlo, il lettore si immedesima nel protagonista, è come se vivesse quell’esperienza in soggettiva. In alcuni punti ho giocato con il lettore, come quando il protagonista dice: “Non riesco a trovare un modo per girare pagina”, e nella pagina c’è lui di spalle e l’unica didascalia dice “Girare pagina”! Quasi fosse un imperativo. L’idea di dare un comando al lettore nella pagina mi è venuto in mente quando una volta ho fatto il segretario al seggio per le votazioni. Mi sono dovuto leggere tutto il manuale del seggio in poche ore. Arrivato alla fine del libro, c’erano una ventina di pagine bianche ma per non creare problemi o generare panico a chi avesse visto queste pagine vuote avevano messo in ogni pagina questa dicitura: “Questa pagina è stata lasciata vuota intenzionalmente”. Mi sembrava di essere in un film di Monthy Python!

Per venire incontro ai costi di produzione non ho dovuto escludere elementi di cartotecnica, ma mi sono ritrovato ad inserire scene o allungarne altre per far sì che certe parti finissero in punti ben precisi. Questi effetti straordinari costano meno se capitano in un punto particolare. Ho dovuto ragionare su intervalli di pagine, ed è stato un processo quasi matematico nel quale mi hanno supportato il tipografo, l’editor e il grafico. Se non mi avessero dato delle dritte, avrei fatto un sacco di errori!

Mi piace pensare che la creatività è una forma di idea che dialoga con la fattibilità. Tutti abbiamo idee, ma spesso non capiamo come queste idee possono realmente concretizzarsi perché non facciamo mai i conti con le problematiche. Lo diceva Munari nel suo “metodo”. Bisogna accettare dei compromessi, o meglio pensare che siano soltanto delle soluzioni, e ascoltare i consigli di chi ne sa più di te, se vuoi arrivare alla realizzazione di quello che hai in testa.

In seguito, hai invece deciso di affrontare in autonomia un prodotto atipico qual è “Come svanire completamente”.

Come svanire completamente, copertinaSi trattava di un libro rischioso, con costi di produzione e di spedizione elevati. Una cosa da matti, insomma! Inoltre, per la sua forma particolare sarebbe arrivato in libreria chiuso, e nessuno avrebbe capito cosa c’era dentro. Dovevo procedere al contrario. O almeno ho pensato che se volevo trovare la soluzione al problema probabilmente dovevo arrivarci in un altra maniera.

Sono partito da un’idea che sta gli antipodi rispetto al normale processo di creazione di un fumetto: quando produci un libro, di solito, l’autore lo disegna, l’editore lo stampa, il lettore lo compra e poi la gente ne parla. Invece, con il sistema di vendita online tramite crowdfunding, prima tutti ne dovevano parlare, poi la gente l’avrebbe dovuto comprare, quindi l’avrei poi disegnato e poi stampato. Quasi invertendo l’ordine naturale della creazione. L’informazione di quello che sarebbe stato il libro doveva nascere prima! Quindi per prima cosa ho realizzato un mini teaser a cartone animati, ho preso un ufficio stampa che mi ha trovato le interviste e spazi dove pubblicare le storie a fumetti online. “Come svanire completamente” parlava di una ragazza che voleva scomparire e aveva scelto di farlo mettendo la sua vita, i suoi racconti e le sue poesie in rete. Così ogni volta che postavo una storia su di lei la gente andava sul sito e, chi voleva, poteva comprare il libro. Quando il crowdfunding è terminato e lei scompare, il libro arriva a casa del lettore. Sostituirmi alla casa editrice ed è stata una fatica enorme ma non l’avevo mai fatto prima, ed è stato bello perché tutti sapevano come sarebbe stato il libro ancora prima di leggerlo, in un certo senso avevano iniziato a leggerlo prima che lo pubblicassi. Ha avuto una tiratura di quasi 2000 copie ed è stato un incredibile lavoro di progettazione ma anche di comunicazione, perché per due mesi ho dovuto fare solo quello. Attraverso questo libro ho capito cosa si può raggiungere partendo da una idea.

Solitamente, un autore si autoproduce quando è sconosciuto. Poi, una volta che ha raggiunto la notorietà, propone le sue opere attraverso le case editrici. Tu invece, come nelle tue storie a fumetti, non hai seguito un percorso standard, è stato quasi un processo inverso.

Sono partito dall’autoproduzione per poi tornare all’autoproduzione per poi stampare nuovamente con una casa editrice. L’importante è avere persone intorno con cui ti piace fare le cose insieme. “Come svanire completamente” era un libro strano, a partire dalla realizzazione fino ad arrivare alla sua lettura, secondo me sono state le persone intorno, in questo caso tutti il lettori, tutti quelli che l’hanno comprato – ed è proprio il caso di dirlo – a “scatola chiusa” ad aver accettato e premiato questa sfida.

Un po’ come dice Munari: oltre all’idea ti sei inventato anche il modo per raggiungerla.

Be’, grazie. Sì, in fondo è stato così. [ride]

Mi ha fatto sorridere leggere le “istruzioni” di “Come svanire completamente” in cui suggerisci di leggere tutto quanto di seguito, mentre in un’intervista su “Le ragazze nello studio di Munari” affermi che ti piace il pensiero di un lettore che impiega più giorni per terminarlo, ricordandosi dov’era rimasto. Per assurdo, io avrei forse invertito le due indicazioni: “Come svanire completamente” mi sembra composto da tanti frammenti di una vita, mentre “Le ragazze nello studio di Munari” è una vicenda con un suo intreccio.

Alessandro BaroncianiCon “Come svanire completamente”, avevo paura che si potesse perdere il filo del discorso. Finito di disegnare il libro ho chiesto a un po’ di amici, tra cui anche il mio editore BAO, di leggere il libro per vedere cosa si capiva. Non scherzo, sono state settimane difficili! Avevo finito di disegnare la storia e avevo bisogno di capire cosa potevo aggiustare prima di andare in stampa e soprattutto avevo bisogno che qualcuno mi dicesse se si capiva qualcosa di quello che avevo immaginato. Tutti arrivavano alla storia che avevo pensato io, più o meno, chi mettendoci dentro del suo, chi dando una interpretazione fantastica, chi invece una lettura più realistica. Tutti però raccontavano di averlo letto tutto d’un fiato! Perdendosi nella storia. Mi piaceva e l’ho scritto all’interno del libro. Anche perché magari qualcuno aprendo il libro avrebbe fatto piacere trovare qualcosa di molto simile a delle “istruzioni del gioco”. È vero anche che, affrontandolo tutto assieme, riesci a tenere traccia di ciò che hai letto. Inoltre, essendo una lettura ondivaga, leggendo tutto non rischi di ritrovarti in mano sempre gli stessi episodi. Mi piace quando il fumetto mi fa entrare in cose che non conosco. Mi stupisce non tanto per quello che racconta ma per il suo lasciarmi fantasticare sul non detto. “Le ragazze nello studio di Munari” invece è stato scritto interamente attraverso il pensiero, o flusso di coscienza, del protagonista che ti spinge continuamente a dei fuori tema che raccontano meglio, perché appunto girano intorno al problema, come la chiesa del quartiere in cui lui era nato, ti spiega alcune parti e ti aiuta a trovare meglio una soluzione.

 

Di seguito trovate le prossime tappe del tour di BAO Publishing dedicato alla nuova edizione di Le ragazze nello studio di Munari.

 

Roma – 17 ottobre – 18:00

La Feltrinelli Appia

via Appia Nuova 427

con DAVIDE TOFFOLO

evento FB: https://www.facebook.com/events/1687687814621236/

 

Parma – 18 ottobre –  18:00

Librerie.coop Parma

Centro commerciale Centro Torri

via San Leonardo 69

con MICHELE BERNARDI

evento FB: https://www.facebook.com/events/1634121993285881/

 

Venezia – 20 ottobre – 20:00

Libreria Marco Polo

Dorsoduro 2899

evento FB: https://www.facebook.com/events/122365015065746/