In occasione di Cartoomics 2017, abbiamo avuto modo di intervistare lo sceneggiatore Bruno Enna, di cui sono uscite recentemente, su Topolino, le storie Paperino e gli Amazing Files e Topo Maltese: Una ballata del Topo salato.

Si ringrazia lo staff di Panini Comics per la collaborazione, in particolare Jacopo Iovannitti.

 

Ciao, Bruno, benvenuto su BadComics.it!
Qualche settimana fa hai esaudito un desiderio di tanti lettori di Topolino mostrandoci Paperino che ritrova i suoi vecchi amici d’infanzia. È qualcosa che rivedremo o si tratta di una parentesi che si chiude qui?

Dipende dalla redazione, inizialmente l’idea è venuta da loro: mi hanno chiesto di provare a vedere cosa poteva succedere, di immaginare la vita dei comprimari di Paperino Paperotto da adulti. Se questo esperimento è piaciuto, come mi sembra di capire, è sicuramente possibile che si possa ripetere in futuro. L’idea mi piacerebbe.

Ho strutturato Paperino e gli Amazing Files anche in vista di ulteriori sviluppi, così da poter continuare a lavorare sia con Paperino Paperotto che con il Paperino adulto in compagnia degli amici di Quack Town. E in questo, la rivista Amazing Papers è, e rimane, narrativamente un punto riferimento: l’idea di far vivere ai protagonisti adulti le avventure che da bambini avevano soltanto immaginato, per me era stimolante.

Mi rendo conto che i cosiddetti “puristi” preferirebbero non leggere certe storie, ma, d’altronde, anche quando è uscito Paperino Paperotto, ormai parecchi anni fa, i puristi storcevano il naso all’idea stessa di un Paperino da piccolo.

Chi sono questi “puristi”?

Quelli che leggono Topolino e rifiutano qualunque cambiamento rispetto allo status quo. Un fumetto Disney che non cambia e rimane sempre uguale a se stesso rappresenterebbe, per loro, qualcosa di tranquillizzante. Credo, però, che se la storia è buona possa piacere a chiunque, anche a chi inizialmente storceva il naso. E se mi verrà l’idea giusta, il percorso iniziato con Paperino e gli Amazing Files potrà continuare.

E in questo caso ci sarebbe più interazione con i personaggi della Paperopoli classica o rimarrebbe un filone a parte?

Personalmente mi piacerebbe una maggiore interazione. Paperopoli è Paperopoli! Quando scrivo storie ambientate a Quack Town, immagino che parallelamente esista la Paperopoli classica, anche se certi aspetti non vengono approfonditi. L’importante è che gli elementi classici vengano introdotti nel modo giusto e senza forzature.

È stato difficile, all’inizio, proporre alla redazione Paperino Paperotto? Un’eccezione così palese dal “presente esteso” delle storie disneyane?

A presentare il progetto eravamo tre sceneggiatori: Diego Fasano, Paola Mulazzi ed io, con i disegni di Alessandro Barbucci. Eravamo tutti giovani di belle speranze, freschi di Accademia Disney, ma quando la proponemmo ci aspettavamo un “no”. La risposta di Ezio Sisto, molto severo nella scelta editoriale, fu invece subito positiva.

A Lucca Comics, Fabio Celoni ha affermato che dopo la Trilogia Gotica avete un nuovo progetto in cantiere. Puoi dirci qualcosa al riguardo?

È vero, ma non ne posso parlare. Quando si lavora a delle parodie, la prima cosa da fare è chiedere i permessi per realizzarla, trattandosi spesso di opere protette dal diritto d’autore. Stiamo aspettando il via libera e, se arriverà, lo saprete subito, perché sarebbe una bomba per noi. Si tratterebbe di un’altra trilogia, ma non posso dire nient’altro. Anche per scaramanzia.

Parlando invece di Topo Maltese: l’omaggio a Una ballata del mare salato ha ricevuto un feedback estremamente positivo. Pensate di continuare con gli adattamenti delle avventure di Hugo Pratt?

Giorgio Cavazzano ha espresso il desiderio di continuare. Anche in questo caso c’è la questione dei permessi che vanno ottenuti. E, come sempre, il problema di fondo è avere una buona idea. Per ora ci godiamo l’ottima risposta del pubblico, ma mi piacerebbe se si presentassero le condizioni giuste.